Berlusconi/Antonio Esposito, Travaglio e intervista Epifani: prime pagine e rassegna stampa

di Redazione Blitz
Pubblicato il 7 Agosto 2013 - 08:26 OLTRE 6 MESI FA

Il Corriere della Sera: “Epifani: niente sconti a Berlusconi.” L’incertezza del diritto. Editoriale di Michele Ainis:

Leggi anche: Antonio Esposito: “La mia intervista manipolata dal Mattino” (audio)

“Carta vince, carta perde. Ma a vincere, in questo caso, è la carta bollata. Quella che raccoglie la lingua del diritto, non le lingue dei politici. Un’esperienza inedita, quantomeno alle nostre latitudini. Anche perché il diritto parrebbe sottomesso alla politica: dopotutto ogni legge non è che il veicolo d’una decisione politica. Nell‘affaireBerlusconi succede tuttavia il contrario. Succede che il leader più popolare dell’ultimo ventennio venga sconfitto dal diritto, anziché dagli elettori. E dunque, conta di più la regola o il consenso? Nel dubbio, lo scontro politico ha ormai cambiato segno: dai vecchi cavalli di battaglia siamo passati a una gara fra cavilli, dopo le leggi ad personamsubentrano le interpretazioni ad personam. Ma almeno in questo non c’è nulla di nuovo: le leggi si applicano ai nemici e si interpretano per gli amici, diceva Giolitti.
Tutto comincia con la sentenza della Cassazione, attesa come un’ordalia sulle sorti del governo; e già qui c’è una nota singolare, perché gli esecutivi cadono nelle assemblee legislative, non nelle aule giudiziarie. Alla condanna dell’illustre imputato segue la sua ine- leggibilità sopravvenuta, in forza della legge Severino; però la decadenza deve pur sempre pronunziarla il Parlamento, e in Parlamento c’è chi vi s’oppone, perché altrimenti la sanzione avrebbe un’efficacia retroattiva. Se ne parlerà, semmai, alle prossime elezioni. Dove Berlusconi è incandidabile, giacché chi sia stato condannato a pene superiori ai due anni sprofonda in un limbo elettorale per sei anni; ma intanto che si candidi, poi sarà pur sempre il Parlamento prossimo venturo a interpretare la validità della sua candidatura. Sempre che, nel frattempo, non sopravvenga un provvedimento di clemenza: da qui il pressing su Napolitano per la grazia, uno scudo giuridico contro il bastone della legge. Peccato tuttavia che il potere di grazia venga a sua volta circoscritto da una sentenza costituzionale (la n. 200 del 2006). E che quest’ultima ne renda l’uso problematico rispetto a Berlusconi, nonostante i precedenti di Sallusti e dell’agente Cia che rapì Abu Omar. Questa sfida tra politica e diritto si ripete pure nell’accampamento avverso.”

E il leader pdl evoca il voto anticipato. Articolo di Tommaso Labate:

“«Fino ad ora sono stato responsabile. Ma non durerà a lungo. Sono la vittima di una sentenza ingiusta. E, da padre, non consentirò che i miei figli vengano trattati come i figli di un condannato». Già, i figli. Allo scoccare della mezzanotte di ieri, Silvio Berlusconi ha già parlato con loro. E a ciascuno ha raccontato dell’idea di «voler scontare la pena in carcere», come se fosse il primo «sacrificio» della partita a scacchi con governo e Quirinale.
Ma a mezzanotte di ieri Berlusconi non ha più davanti i figli. A palazzo Grazioli, di fronte a sé, l’ex premier ha un gruppo di dirigenti del Pdl, tra cui Daniela Santanchè. E alla pattuglia, dopo cena, s’è aggregato anche Angelino Alfano.
È a loro, infatti, che il premier annuncia la nuova, possibile, giravolta. E, come se fosse la sceneggiatura di un film pieno di colpi di scena, di fronte a loro Berlusconi torna a parlare di «voto anticipato». Dell’ipotesi, insomma, di provocare una crisi di governo e aprire la campagna elettorale in piena estate.”

L’intervista di Monica Guerzoni a Guglielmo Epifani:

“Berlusconi? Non vedo altra possibilità che prendere atto della sentenza e degli effetti che produce, non ci sono strade ed è anche sbagliato cercarle. Ho preferito usare l’arma della chiarezza prendendomi qualche insulto di troppo, ma con tutto il rispetto che si deve alla storia e ai problemi e spesso anche ai drammi di una parte politica, le sentenze vanno rispettate ed eseguite. Tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge, per quanto possa essere dura. In qualsiasi ordinamento democratico il principio di legalità non può mai essere discusso.”

La prima pagina de La Repubblica: “Berlusconi, lo stop del Quirinale.”

Il Fatto Quotidiano: “Nasce il partitone dell’impunità per salvare il delinquente.” Carriera di un evasore. Editoriale di Marco Travaglio:

Leggi anche: Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano: “Berlusconi, carriera di un evasore”

“La prima visita. Il 12 novembre 1979 una squadretta della Guardia di Finanza ispeziona l’Edilnord Centri Residenziali Sas che sta realizzando a Segrate la città-satellite di Milano 2, sospettata di varie irregolarità tributarie. Nel cantiere, con alcuni operai, c’è un omino spelacchiato e imbrillantinato che si presenta come “semplice consulente” della società. È Silvio Berlusconi, il proprietario, iscritto da un anno alla loggia deviata P 2.”

La Stampa: “Saccomanni: recessione finita.” Il passo che manca per la ripresa. Editoriale di Franco Bruni:

“Enrico Letta celebra i primi cento giorni del suo governo documentando gli sforzi per far riprendere il Paese. Sforzi fatti, anche sulla scia del governo precedente, in una situazione politica difficilissima e in un quadro economico internazionale ancora debole. Giustamente il premier chiede fiducia e perseveranza per continuarli. Si diffonde l’idea che la congiuntura economica italiana stia smettendo di peggiorare. Un’idea supportata da dati aggregati e ufficiali, come l’andamento della produzione industriale, il cui lieve miglioramento, già avvertito da qualche settimana, è stato ora ufficializzato dall’Istat. Da tempo Saccomanni, che ieri ha detto di pensare che «la recessione sia finita», raccomanda di non sottovalutare l’effetto positivo dell’accelerazione dei pagamenti arretrati della Pubblica amministrazione.”

E Berlusconi spera ancora “nel miracolo del Quirinale”. Articolo di Amedeo La Mattina:

“Vacanze? Ma che vacanze volete che faccia. Vediamo, ci sto pensando…». Berlusconi ha l’umore sotto i tacchi. Il suo portavoce e buon amico Paolo Bonaiuti gli consiglia di rilassarsi, di passare qualche settimana in Sardegna, a Villa Certosa, ferragosto al mare, con la fidanzata Francesca Pascale e il barboncino Dudù. «Dai, che ci vediamo. Finiti i lavori parlamentari, dalla prossima settimana io starò a Porto Cervo e ti vengo a trovare», cerca di tiralo su Bonaiuti. «Paolo, non lo so, forse ci farò un salto, la verità è che non ho voglia di fare nulla». Così ieri pomeriggio, Silvio, Francesca e Dudù hanno lasciato l’infuocata città di Roma per ritornare ad Arcore. Ci rimarrà, mesto, angosciato e condannato dalla Cassazione, nei prossimi giorni. Ancora tutto da decidere se il fine settimana si trasferirà a Villa Certosa per sbollentare la rabbia. Comunque «vacanza avvelenate» in attesa di una risposta del Quirinale. Il Cavaliere aspetta e spera.”

Yemen, parte la controffensiva Usa. Dal corrispondente Maurizio Molinari:

“Attacchi coi droni, evacuazione dei diplomatici e procedure di emergenza nel Mar Rosso: il Pentagono prende le redini delle operazioni anti-terrorismo in Yemen puntando a stanare e colpire le locali cellule di Al Qaeda sospettate di preparare un attentato di grandi dimensioni contro gli Usa. Superata da boa delle 72 ore dall’inizio dell’allerta-terrorismo, la Casa Bianca cambia marcia. Se finora la priorità è stata l’aumento delle difese passive per proteggere i possibili obiettivi scelti da Al Qaeda – consolati e ambasciate dal Nordafrica al Bangladesh – adesso l’iniziativa passa al Pentagono e la missione autorizzata dal presidente Barack Obama è mettere sotto pressione le cellule che pongono i rischi maggiori.”

Il Giornale: “Il bugiardo.” Editoriale di Alessandro Sallusti:

È questa la magistra­tura di cui dovrem­mo avere sacro ri­spetto? Altro che padri del diritto e della leg­ge. Quello che ha fatto ieri il giudice Antonio Esposito, presidente della sezione di Cassazione che ha confer­mato la condanna Berlu­sconi al carcere, svela di quale squallida pasta sia­no fatti questi presunti eroi. Il nostro ha rivelato in una intervista al quotidia­no Il Mattino perché ha condannato Berlusconi, anticipando in modo scor­retto, e illegale, la stesura delle motivazioni che sono parte integrante della sen­tenza. Berlusconi era stato informato – sostiene il giu­dice- di ciò che avveniva in Mediaset. Cosa che non ri­sulta negli atti del processo e che sarebbe comunque una contraddizione: logi­ca vuole che, qualora fosse stato informato, non sareb­be stato l’artefice, come in­vece sostiene l’accusa.
Ieri mattina, a giornale in edicola, impaurito, Esposi­to ha smentito le sue paro­le, non tenendo conto che erano state registrate. Bec­cato in castagna, si è chiuso nel mutismo. Non solo è scorretto ma pure bugiar­do. Come lo chiamiamo un magistrato che per difen­dersi dice il falso e fa passa­re per matto un giornali­sta? Vile, inadatto, perico­loso, imbroglione? Fate voi. Del resto il nostro Lo­renzetto lo aveva documen­tato nei giorni scorsi, rac­contando di una cena nella quale Esposito aveva sfoga­to il suo disprezzo per Ber­lusconi, svelato presunte intercettazioni e anticipa­to una sentenza che avreb­be emesso nei giorni suc­cessivi. L’ufficio stampa della magistratura, il quoti­diano Il Fatto , ci aveva ac­cusato di essere una mac­china del fango ed invece di accertare la verità (basta­va chiedere ai presenti alla cena) era corso in suo aiuto con una intervista in ginoc­chio contro di noi.”