Berlusconi/Esposito, Imu e Spread, “Incarichi multipli” di Rizzo: prime pagine e rassegna stampa

di Redazione Blitz
Pubblicato il 13 Agosto 2013 - 08:26 OLTRE 6 MESI FA

Il Corriere della Sera: “Lo Spread ora ci dà respiro.” Un partito senza leader. Editoriale di Angelo Panebianco:

“È paradossale che la decapitazione giudiziaria del suo storico avversario non stia al momento portando frutti al Partito democratico. Berlusconi continua ad essere il protagonista principale di questa stagione. La vicenda Imu è esemplare. Quando il premier Letta dice che solo se il suo governo durerà si eviterà il pagamento delle prossime rate dell’Imu sulla prima casa, sta ricordando al Pdl che non gli conviene tirare la corda, ma sta anche implicitamente riconoscendo che l’agenda politica del governo è dettata, in larghissima misura, da Berlusconi.
La capacità di individuare di volta in volta la battaglia politica dirimente, quella che sposta i consensi, è come il coraggio di Don Abbondio: uno non se la può dare. O la si possiede già oppure niente. Mentre Berlusconi, in un Paese di proprietari di case, agita la questione dell’Imu sia per le sue immediate conseguenze pratiche (per le tasche degli italiani) che per i suoi significati simbolici (la riduzione delle tasse come leva per il rilancio della economia), il Partito democratico si limita a balbettii sul problema del «lavoro», apparendo così una sbiadita fotocopia della Cgil. Poiché i posti di lavoro non li può creare lo Stato, parlare di lavoro significa parlare di crescita. Ma il Pd non riesce ad avere idee-forza sulla crescita da comunicare con efficacia al Paese.”

Agenda piena per reggere gli urti E un appello all’interesse nazionale. Il retroscena di Monica Guerzoni:

“Arriva in sala stampa da solo, in maniche di camicia e con un sorriso largo così. Ma appena prende posto dietro al tavolo vuoto, la battuta di una giornalista lo gela: «Presidente che ci fa qui alla vigilia di Ferragosto? Si vuole dimettere?». Ed Enrico Letta, visibilmente spiazzato: «Perché mai dovrei dimettermi?».
Non è certo ad abbandonare il campo che il presidente del Consiglio sta pensando, in questi giorni. Mentre i partiti si arrovellano sul destino politico di Berlusconi, lui mostra di non curarsi del terremoto che potrebbe investirlo. Annuncia i tagli alle spese di Palazzo Chigi, progetta una missione internazionale dopo l’altra e lavora di cesello al discorso che terrà domenica a Rimini.
Aprendo (dopo la Messa) la XXXIV edizione del Meeting di Comunione e Liberazione, Letta si riallaccerà all’inaugurazione di due anni fa, quando lui e Maurizio Lupi introdussero Giorgio Napolitano. Allora il capo dello Stato intimò ai partiti di «parlare il linguaggio della verità» ed è a quel tema che il premier intende ancorare il suo ragionamento, con l’evidente obbiettivo di blindare le larghe intese. In quella occasione il presidente della Repubblica strattonò le forze politiche come non aveva mai fatto dal primo giorno sul Colle: chiese ai partiti «una svolta», li spronò a confrontarsi con la gravità della crisi economica e a non far prevalere «calcoli di parte», «logiche di scontro», «chiusure, arroccamenti, faziosità». Una moral suasion che non potrebbe essere più attuale e che Letta riproporrà ai partiti, adeguandola alle turbolenze di oggi.”

I controllori sono anche i controllati. Gli incarichi multipli di politici e boiardi. Il dossier di Sergio Rizzo:

“«Ma lei non ci dorme la notte?». Rispose così, Vincenzo De Luca, a un cronista del Fatto quotidiano che chiedeva al viceministro delle Infrastrutture se mai avrebbe lasciato l’incarico di sindaco di Salerno. «In Italia nessuno si è turbato della questione della mia incompatibilità, tranne qualche sfaccendato», chiosò. Non si è appurato se fosse riferito ai giornalisti che avevano sollevato il caso, sottolineando come gli capitassero casualmente sul tavolo da viceministro dossier riguardanti proprio la sua città (tipo la metropolitana leggera di Salerno) o ai politici che lo punzecchiavano fin dal giorno della sua nomina governativa. Per esempio l’ex guardasigilli berlusconiano Francesco Nitto Palma, che insorse perché, mentre De Luca se ne stava placidamente seduto sulle due poltrone, il suo Partito democratico presentava in Campania due mozioni contro gli assessori regionali Marcello Taglialatela e Giovanni Romano, rispettivamente deputato del Fli e sindaco di Mercato San Severino, un Comune di oltre 22 mila abitanti.
Qualche «sfaccendato» alla Camera e poi al Senato, tuttavia, ha per fortuna fatto secco quell’emendamento malandrino al «Decreto del Fare» (ma perché da qualche tempo in qua le leggi hanno tutte un soprannome?) che gli avrebbe consentito di conservare il doppio incarico. Così De Luca dovrà lasciare, e quegli impiccioni della stampa dormiranno tranquilli.”

Striscioni in volo e kit multimediale, così rinasce Forza Italia. Articolo di Tommaso Labate:

“Gli aerei con gli striscioni «Forza Italia» e «Forza Silvio» si alzeranno in cielo solo il giorno di Ferragosto. Quanto al tour in giro per le località balneari più blasonate del Paese, quello per adesso è in stand by per espressa volontà di Silvio Berlusconi, che preferisce rimanere chiuso ad Arcore in attesa dei prossimi contatti col Quirinale. A conti fatti, insomma, la sola proposta del bouquet suggerito dal tandem Verdini-Santanchè che ha avuto il disco verde pieno del Presidente sono i manifesti che, dopo l’esordio a Milano, inizieranno a invadere gli spazi pubblicitari delle città italiane. Magari seguiti da una campagna sull’Imu, tema su cui la sondaggista di fiducia del cavaliere Alessandra Ghisleri consiglia di insistere.
Forza Italia rinasce così, proprio com’era nata. All’insegna della colla e della carta dei celeberrimi «sei per tre» che scandirono il tempo della famosa discesa in campo del 1994. Lo slogan è «ancora in campo per l’Italia». E l’immagine ritrae la folla, immortalata durante la manifestazione della settimana scorsa sotto Palazzo Grazioli, che circonda il «Capo». L’esatto contrario di quanto accadeva con il primo lancio della «creatura» vent’anni fa, dove la scena era tutta per Berlusconi e la folla (leggasi, gli elettori) era ancora di là da venire.”

Segretario pd e sindaco La sfida (doppia) di Renzi. Articolo di Monica Guerzoni:

“Chi può garantirgli che al tavolo delle regole non gli stiano preparando «un trappolone»?
«Venuto meno Berlusconi e l’antiberlusconismo, ora il collante che tiene uniti i vecchi dirigenti è l’antirenzismo — attacca l’onorevole Ernesto Carbone —. Per loro è un’autentica ossessione». Ecco perché il sindaco vuole vedere le regole nero su bianco, prima di scendere in campo. Sulla carta non ha avversari. L’accoglienza alle feste dell’Emilia rossa dimostra che la base è entrata in sintonia con i temi della rottamazione. Il problema è la platea delle primarie: più è ristretta, più Renzi rischia. «La possibilità che votino solo gli iscritti è stata tolta di mezzo — avverte Lorenzo Guerini, il plenipotenziario del sindaco al tavolo delle regole —. Confido che le primarie siano aperte a un’ampia partecipazione. Un segretario forte è un elemento di stabilizzazione del governo».
Per gli ex ds, a cominciare da Pier Luigi Bersani, il sindaco è invece una mina che va disinnescata. Il che spiega il tentativo di dilatare a dismisura i tempi del congresso. Con quali obiettivi? I renziani la spiegano così. Primo scenario: il governo precipita dopo l’estate, le primarie per la leadership non si fanno e si apre la battaglia per Palazzo Chigi, dove il sindaco e il premier in carica sono i duellanti naturali. «Altro che patto tra Enrico e Matteo — conferma un dirigente che li conosce bene entrambi —. Letta e Renzi non prenderanno insieme, d’ora in avanti, neppure un caffè». Secondo scenario: il governo si consolida e i vertici del Pd tentano di spingere il congresso più in là possibile anche per mettere in difficoltà Renzi, che non potrebbe abbandonare Firenze subito dopo la rielezione.”

Il Fatto Quotidiano: “Il linciaggio di Esposito. Menzogna per menzogna.” Csm, ciechi, sordi e muti. L’editoriale di Marco Travaglio:

“Decine di pagine con accuse infamanti fondate sul nulla: tutto falso, tutte menzogne (vedi articolo di Marco Lillo). Eppure intorno a lui tutto tace. Tace Napolitano, troppo occupato a riflettere sull’ “agibilità politica”del pregiudicato e a riceverne gli emissari. Tace Vietti, solitamente così garrulo. Non tace purtroppo il ministro Cancellieri, che sguinzaglia gl’ispettori come ai tempi di Biondi e Mancuso, mentre il Csm apre un fascicolo disciplinare contro Esposito. Illegale..”

“Toghe rosse e forconi, il web di Berlusconi”. Articolo di Sara Nicoli:

“Nel mirino soprattutto Maurizio Lupi. Strilla, infatti, Azelio su Facebook: “Lupi non c’è affatto tempo per l’abolizione dell ’ Imu, va tolta subito. Te li sei presi i nostri voti?”. E comunque, in attesa che Marina scenda ufficialmente in campo (su Facebook è apparsa una simpatica pagina agiografica, foto di lei che abbraccia il padre e che s’intitola “Marina, il futuro della nostra Italia”), il popolo di Silvio stringe i ranghi (via web). Per tutti, il pensiero di Francesco, su Spazio Azzurro: “Chi ha votato Pdl si sta stufando! Agite subito contro questa sinistra forcaiola e tassaiola!”. Alle urne, dunque, per il popolo di Silvio. Anche domani, se potesse….”

Il Giornale: “La ragnatela pm-giudici per incastrare il Cav.” Accettare i gay? Più della legge serve il tempo. Editoriale di Vittorio Feltri:

Della vicenda si è già parla­to tanto, forse troppo. Ma non tutto è stato det­to. Alludo al ragazzino che si è get­tato dal terzo piano a Roma per­ché avvilito dagli sfottò dei com­pagni di scuola e degli amici del doposcuola a causa della sua evi­dente omosessualità. Immagi­nando le sofferenze che hanno portato a un simile suicidio è im­possibile non commuoversi e non pensare a come evitarle in al­tri giovani allo scopo di preveni­re analoghe tragedie. Accelerare l’approvazione del­la legge antiomofobia? Molti so­stengono che sia questa la strada da percorrere per eliminare, pu­nendole, le discriminazioni di ca­rattere sessuale.”

La Stampa: “Berlusconi, le risposte del Colle.” Scrive Ugo Magri:

“Il Capo dello Stato chiarirà «ad horas» le sue intenzioni in materia di grazia a Berlusconi: se sarebbe disposto a firmare un atto di clemenza, in che termini, a quali condizioni. Il responso presidenziale sarà ampio, motivato e soprattutto trasparente com’è nello stile di Napolitano. E proprio per non farsi cogliere alla sprovvista, il Cavaliere ha trascorso la giornata di ieri ad Arcore, chiuso con i suoi consulenti legali. Un elicottero è andato appositamente a prelevare l’avvocato Coppi a San Benedetto del Tronto, dove il principe del foro ha speso qualche spicciolo di ferie. Insieme con lui, con Ghedini e con Letta (Gianni), Berlusconi ha passato in rassegna tutte le ipotesi. E chi l’ha sentito sul far della sera lo descrive molto giù, parecchio depresso. Si è reso conto che la grazia, pure nel caso in cui gli venisse concessa, non sarebbe il toccasana per i suoi guai. Per dirne una, non impedirebbe al Pd di cacciarlo dal Senato in base alla legge Severino. E da quel preciso momento, che secondo gli addetti ai lavori cadrà ai primi di ottobre, qualunque Procura della Repubblica, anche periferica, potrebbe mettere in manette il leader del centrodestra, spogliato da ogni scudo parlamentare.”