Berlusconi, giunta e rinvio. Papa Francesco, Siria e Valter Giordano: prime pagine e rassegna stampa

Pubblicato il 11 Settembre 2013 - 08:49 OLTRE 6 MESI FA

Il Corriere della Sera: “Rinvio su Berlusconi per evitare la crisi.” L’orlo del precipizio. Editoriale di Pierluigi Battista:

“Se gli ultimi tentativi di mediazione fallissero, se l’ultimo, accorato appello del presidente Napolitano cadesse nel vuoto e il Pdl optasse nelle prossime ore per la spallata finale al governo Letta, allora non ci sarebbe nemmeno un vincitore, ma sul terreno solo uno stuolo impressionante di vinti.
Sarebbe sconfitta innanzitutto l’Italia, la cui condizione economica preoccupa ancora l’Europa e il cui spread ha proprio ieri sorpassato quello spagnolo. Perderebbero le istituzioni, che nella scorsa primavera, quando i partiti in Parlamento avevano mostrato tutta la loro penosa impotenza, furono salvate con uno sforzo d’emergenza attraverso la rielezione di Giorgio Napolitano. E il capo dello Stato, come è noto, si è detto personalmente e istituzionalmente indisponibile, fino alle estreme conseguenze, a giochi e manovre che farebbero ripiombare l’Italia nel caos politico.”

Giunta, prove di compromesso Il Pdl ottiene più tempo. Articolo di Tommaso Labate:

“Al termine di una giornata estenuante, la decisione è presa. All’unanimità, poco prima della mezzanotte. Ed ha il sapore di una tregua. La Giunta per le elezioni e le immunità del Senato, che ha in mano il futuro parlamentare di Silvio Berlusconi, non ha votato ma tornerà a riunirsi domani alle 15 per continuare la discussione generale sulla relazione di Andrea Augello (Pdl). Il testo è stato in parte riformulato e integrato di un dispositivo finale: il relatore, infatti, chiede la convalida dell’elezione a senatore del Cavaliere perché i dubbi di costituzionalità e una sospetta violazione del diritto dell’Unione europea lo inducono a trarre questa unica conclusione. La proposta, ovviamente, verrà messa ai voti e nel caso (assai probabile) che venga bocciata provocherà un cambio di relatore scelto nella maggioranza che avrà votato contro.”

Un gioco al rialzo che potrebbe portare a un esito traumatico. La nota politica di Massimo Franco:

“Il tentativo è di allungare i tempi per oliare le asprezze reciproche. Se riesce, la decadenza di Silvio Berlusconi da parlamentare potrebbe non essere votata prima della fine di settembre, o addirittura all’inizio di ottobre. Ma se si dovesse dar retta ai proclami di ieri, la crisi di governo è dietro l’angolo. La rigidità del Pd nel volere quanto prima il responso della commissione delle immunità del Senato si somma agli ultimatum disperati del Pdl. E sembra condannata a produrre una miscela tale da mandare in frantumi la maggioranza trasversale che sostiene Enrico Letta. Ieri sera, invece, non c’è stato nessun voto. La riunione odierna dei parlamentari del Pdl col Cavaliere è stata disinnescata. E fra le pieghe del regolamento e di una rissa verbale annunciata e in crescendo, appaiono e scompaiono segnali appena percettibili di tregua. Anche se si tratterebbe di una tregua precaria, figlia dell’impotenza e non della convinzione di dovere andare avanti insieme, perché l’Italia non si può permettere scossoni in questa fase. Il gioco azzardato al quale si sta assistendo è quello di una corda tirata allo spasimo, senza mai spezzarla.”

La prima pagina di Repubblica: “Il Papa: la mia lettera a chi non crede. Francesco risponde a Scalfari.”

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La Stampa: “Berlusconi, voto rinviato.” Il Cavaliere cerca la tregua. Editoriale di Ugo Magri:

“La Colt del Cavaliere appare e scompare come in un gioco di prestigio, a seconda dei momenti. Era puntata sul governo e sull’Italia lunedì sera, quando lo scontro nella Giunta delle elezioni faceva presagire una conclusione fulminea (decadenza da senatore); è tornata ieri nella fondina quando il relatore Augello gli ha raccontato via telefono che no, non c’era motivo di premere il grilletto perché nulla di drammatico sarebbe accaduto nelle ore seguenti.”

E gli “ultra-ricchi” crescono in Europa e Usa. Articolo di Sandra Riccio:

“Patrimoni con una quantità di zeri irraggiungibile, tanto che chi si è preso la briga di fare la conta dei ricchi nel mondo (la banca svizzera Ubs insieme a Wealth-X) nel rapporto diffuso ieri parla di «ultra ricchezza» (World Ultra Wealth Report). Gli ultra ricchi sono aumentati anche da noi. Il numero di paperoni italiani nell’ultimo anno è cresciuto del 7%, superando quota 2 mila e arrivando a 2.075. Tutti insieme controllano ben 235 miliardi di dollari (178 miliardi di euro) con una media di 86 milioni di euro a testa. Il trend del nostro Paese è in linea con quello dell’area europea. La crescita del numero di super ricchi infatti, negli ultimi 12 mesi, si è concentrata soprattutto in Europa e negli Usa. Nonostante la disoccupazione e la crescita ancora lenta del Pil, in queste regioni il numero di super ricchi è aumentato più che nelle aree a forte crescita come Cina e Brasile. In un anno, in Europa e Usa, il club dei mega danarosi si è allargato di 10 mila individui con una fortuna che è salita di mille cinquecento miliardi di dollari (poco più di mille miliardi di euro).”

Assad rinuncia ai gas ma è battaglia all’Onu. Dal corrispondente Paolo Mastrolilli:

“La Siria ha accettato la proposta russa di mettere le sue armi chimiche sotto il controllo internazionale, e forse distruggerle, ma la sfida ora si è trasferita sul teatro diplomatico, dove i protagonisti stanno battagliando sulle modalità del possibile accordo. Un fallimento, infatti, potrebbe riaprire la porta all’azione militare. Francia, Usa e Gran Bretagna vogliono che l’intesa sia incardinata in una risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu basata sul Capitolo 7, che autorizza l’uso della forza in caso di violazioni. Parigi ha annunciato un testo, che il massimo organismo del Palazzo di Vetro ha discusso già ieri. La Russia però ha frenato, preferendo una semplice dichiarazione presidenziale del Consiglio, che non autorizzerebbe in maniera automatica l’intervento franco-americano, se Assad non mantenesse la sua promessa.”

Oslo, la generazione Utoya sfida gli eredi di Breivik. Scrive Monica Perosino:

“Anche la Norvegia, alla fine, è scivolata a destra, come la Svezia e la Finlandia. La socialdemocrazia scandinava è finita domenica. Dopo otto anni di governo laburista, i conservatori guidati da Erna Solberg, la «Merkel del nord», hanno vinto le elezioni, ma per formare la nuova maggioranza avranno bisogno del sostegno di liberali, Cristiano democratici e del Partito del Progresso, arrivato terzo con il 16,4% dei voti. Lo stesso in cui militò Anders Breivik, l’estremista di destra che il 22 luglio 2011 uccise 77 persone a Oslo e sull’isola di Utoya.”

“Non ho mai fatto sesso con la ragazza suicida”. Il verbale del prof di Saluzzo. Scrive Niccolò Zaccan:

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“Questa è la verità di Valter Giordano. Un professore di Italiano amato da tutti e precipitato all’inferno. «Intendo rispondere alle domande, ma soltanto sulle vicende che mi sono contestate relative alle allieve X e Y. Non su quanto si riferisce a Paola Vairoletti, in quanto la sua storia mi ha molto traumatizzato e devo rielaborarla ancora un po’». Sono le 10 di sabato mattina. I carabinieri vanno a prenderlo nella comunità dove è tenuto agli arresti domiciliari per l’accusa di violenza sessuale «con abuso di autorità» nei confronti di due allieve minorenni..”

Il Giornale: “Adesso il Pd ha paura.” Chi irride il dolore del condannato. Editoriale di Vittorio Feltri:

Chiunque incontri fa un risolino e mi chiede incredulo: è sicuro che Silvio Berlusconi verrà privato della libertà a causa della nota condanna? La doman­da, alla quale non rispondo, contiene già la rispo­sta: non succederà nulla di simile, troveranno il modo affinché tutto finisca a tarallucci e vino. La gente ragiona così. È convinta che un personag­gio potente debba sempre cavarsela, anche in ca­so di una sentenza definitiva che preveda la reclu­sione. Può darsi che abbia ragione. Ma non è det­to.
Per quel che ne so, chi debba scontare una pe­na sia pure agli arresti domiciliari è sottoposto a un regime assai restrittivo. Deve starsene in casa, salvo un paio d’ore(quelle che in carcere vengo­no definite d’aria), senza mai allontanarsi dalla propria residenza. Quale casa? La scelta spetta al magistrato di sorveglianza (non al detenuto), in base a criteri che escludano il rischio di fuga. Lo stesso magistrato decide il perimetro entro il qua­le il detenuto possa muoversi (si fa per dire) in scioltezza. Non c’è nulla di scontato neanche in questo senso: non è detto che il giardino e le ter­razze siano considerate agibili. Si tratta pur sem­pre di stabilire lo spazio di una prigione alternati­va.”

Il Fatto Quotidiano: “Napolitano monita e il Pd s’ammoscia.” “La puttanata.” Editoriale di Marco Travaglio:

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“A Porta a Porta, Vespa annuncia uno scoop (…) A Otto e mezzo la senatrice avvocata Maria Elisabetta Alberti Casellati Vien dal Mare sostiene fra le altre amenità che B. è innocente perché la gente l’ha votato…”