Berlusconi, Imu, Monti e Rai: le prime pagine e la rassegna stampa

Pubblicato il 12 Dicembre 2012 - 08:53 OLTRE 6 MESI FA

 

ROMA – Berlusconi-Merkel, nuovo caso. Il Corriere della Sera: “Il leader pdl: lo spread un imbroglio. Monti: basta populismo”. Il riflesso condizionato. Editoriale di Ernesto Galli della Loggia:

“La rimonta elettorale a cui si appresta Silvio Berlusconi è un’impresa forse disperata che egli affronterà adoperando tutti gli strumenti, si può essere sicuri. Ma forse dentro di sé l’ex premier conta soprattutto su qualcosa che non dipende da lui. Conta sull’aiuto dei suoi avversari: aiuto che ogni volta gli è puntualmente arrivato e che anche stavolta sembra sul punto di non mancare. 
L’aiuto che consiste nel fare di Berlusconi stesso, della sua persona, il centro ossessivo della campagna elettorale, nel prendere ogni pretesto per metterlo sotto accusa, nel trasformare le elezioni in un giudizio di Dio sul Cavaliere. Magari con l’involontario fiancheggiamento di qualche Procura della Repubblica. Già in passato questo si è rivelato il modo migliore per galvanizzare l’uomo e quell’Italia che ne apprezza la ruvida personalità; fatta perlopiù di gente non sofisticata che di Ruby e delle «olgettine» se ne infischia pensando che l’Imu è ben più importante. Quell’Italia digiuna di Montesquieu che per esperienza secolare è portata ad avere della giustizia un’idea alquanto diversa da quella del professor Zagrebelsky, e alla quale non sembra poi tanto assurdo e riprovevole associare alle aule dei tribunali un sentimento come minimo di diffidenza”.

Frattini e gli altri montiani pdl pronti ad abbandonare il partito. Scrive Aldo Cazzullo:

“Ruota attorno a pochi passaggi, delicatissimi, la sorte della ricandidatura di Berlusconi, del Pdl e dello stesso centrodestra. E in ore di grandissima fibrillazione, il filo su cui tutti camminano è sottilissimo, e può spezzarsi da un momento all’altro.
Il Cavaliere nel giro di 48 ore si giocherà le sue carte, ma se tra queste ci sarà il poker d’assi è tutto da vedere. La prima è il rapporto con la Lega: solo convincere Maroni (che ieri sera gli avrebbe chiesto di farsi da parte), a siglare un’alleanza con il Carroccio a livello nazionale darebbe all’ex premier la forza per proporsi come unico leader possibile della coalizione, o almeno per resistere agli assalti dei tanti nel Pdl che mirano a un suo passo indietro. E lo fanno contando sulla contrarietà, esplosa ancora una volta in modo inequivocabile, degli ambienti internazionali, del Ppe, di gran parte del mondo cattolico alla sua ridiscesa in campo”.

Crescono le pressioni per impedire al Pdl una deriva antieuropea. La nota politica di Massimo Franco:

“Il pericolo che il segretario Angelino Alfano teme di più è l’isolamento del Pdl. Ma sembra che il partito lo cerchi e lo accarezzi: quasi fosse l’unico modo per ritrovare un’identità dietro la quarta ricandidatura di Silvio Berlusconi a Palazzo Chigi. E lo scontro che si sta profilando è certamente fra Pdl e Pd, ma anche fra il Cavaliere e il premier Mario Monti. Sono loro a contendersi i voti moderati: che il presidente del Consiglio diventi il referente di alcune liste, o che resti defilato. Le dinamiche che si sono messe in moto prefigurano sbocchi imprevedibili. Intanto, si registra la reazione della Germania per una campagna elettorale alla quale Berlusconi vuole imprimere un passo antitedesco.
Il cancelliere Angela Merkel si limita a dire che «gli elettori italiani voteranno in modo tale da garantire che l’Italia resti sul cammino giusto». Il suo ministro degli Esteri, Guido Westerwelle è più reciso: «Non accetteremo che la nostra nazione sia fatta oggetto di una campagna elettorale populista». E il presidente del Parlamento Ue, Peter Schultz, socialdemocratico e avversario giurato di Berlusconi, ha già espresso la sua contrarietà alla ricandidatura. Rimane da capire se queste prese di posizione danneggeranno il leader del Pdl, o finiranno per avvantaggiarlo. I suoi sostenitori già parlano di «ingerenza» tedesca nella campagna elettorale, e si preparano a usare questo argomento”.

L’Europa boccia Berlusconi. La Repubblica: “Il Cavaliere: lo spread un imbroglio. Il Ppe: grave errore sfiduciare Monti “. Canone occidentale. Editoriale di Ezio Mauro:

“Dove sta l´onore di una nazione? Di fronte alle critiche che sono piovute sulla decisione di Silvio Berlusconi di ricandidarsi alla premiership, spingendo Mario Monti alle dimissioni, ritorna l´accusa di “offesa” a un intero Paese. Attaccando Berlusconi, dunque, si attaccherebbe l´Italia, la sua libertà e la sua autonomia nel momento delle scelte elettorali. Quindi quelle critiche vanno respinte e rigettate dall´intero Paese perché “antiitaliane”, lesive appunto dell´onore della nazione. 
In realtà non siamo affatto un Paese a sovranità limitata. Gli elettori scelgono liberamente, destra e sinistra si sono alternate al potere più volte, con piena legittimità. Solo che in democrazia il consenso bisogna ogni giorno riguadagnarselo, in patria e fuori. E in Occidente, bisogna saperlo trasformare in capacità di governare, cioè in politica coerente, efficace e credibile”.

Da Telecafone a first-lady così la fidanzata di Silvio ha conquistato anche Marina. Articolo di Conchita Sannino:
“Chi conosce Silvio, ora, lo dice chiaro e tondo. Francesca Pascale non è solo la “fidanzata ufficiale” di una campagna elettorale che si annuncia dura e complicata. No, è soprattutto un messaggio politico: soltanto chi gli è stato fedelissimo sarà ricompensato. Chi conosce lei, racconta che Francesca vive quella foto come un trofeo. No: non lo scatto che la ritrae col Cavaliere che le si appoggia per il braccio, e solo ora la presenta come la sua donna, mentre da anni ne era appassionata corteggiatrice, ricambiata. La sua vittoria è l´altra: l´immagine che immortala Francesca nelle vie di Milano, domenica sera, dopo una pizza con Silvio, accanto a una ben disposta Marina, l´erede implacabile non solo come manager, la vestale più agguerrita della missione e delle avventure del padre. 
Migliaia di anni luce separavano queste due signore: Marina, l´unica italiana tra le donne più potenti del mondo, e Francesca Pascale, orfana di madre, quartiere Fuorigrotta, Napoli”.
Tagli e risparmi per 33 miliardi ecco la spending review delle famiglie. Il dossier di Ettore Livini:
“Un miliardo di euro di telefonate in meno. Sei miliardi (potenziali) risparmiati su benzina e gasolio per l´auto, 18 miliardi sulla casa. Basta cappuccino al bar e niente macchina nuova. Le famiglie tricolori festeggiano, si fa per dire, il successo della loro personalissima spending review. I conti domestici faticano non tornano da tempo: la pressione fiscale è salita in un anno dal 42,5% al 44,7%, il potere d´acquisto è crollato del 4,1%. Ma le migliaia di finanziarie fai-da-te avviate tra le mura di casa – un lavoro certosino di forbice su entrate e uscite che ha cambiato molte delle nostre abitudini quotidiane – ha già regalato agli italiani tagli (o mancate spese) per almeno 33 miliardi”.
La Germania contro Berlusconi. La Stampa: “Il Cavaliere: lo spread, un imbroglio. Merkel: gli italiani terranno la via giusta”. Quel salto dei poteri forti alla protesta. Editoriale di Luigi La Spina:
“C’ è un uomo, in Italia, che segue, con assoluta coerenza, la fondamentale lezione di Carlo Marx. Questo uomo è Berlusconi. Da quando è entrato in politica, da quasi vent’anni, pensa che le ideologie, le sovrastrutture, siano solo strumenti dello scontro di interessi e che, per raccogliere voti, occorra individuare, con la massima rapidità e spregiudicatezza, i cambiamenti sociali che alimentano la protesta”.
Tasse, mutui e imprese Chi paga il conto dello spread. L’approfondimento di Stefano Lepri:
“All’apparenza, dello spread che sale potrebbero fregarsene gli evasori fiscali. Sì, i tassi di interesse sul debito pubblico che crescono significano in primo luogo tasse più alte domani… per chi le paga. Ma ci sono anche altre pesanti conseguenze negative, a cui perfino gli evasori totali non sfuggono”.
Torna “Forza Italia” I peones nel panico. Articolo di Mattia Feltri:
“Quel gran genio di Mario Pepe (61 anni compiuti tre giorni fa, ex del Pdl, ex responsabile scilipotiano, ex di Popolo e territorio, ora al Misto ma sempre adiacente ai berlusconiani) gira con qualche foglio A4 spillato e contenente l’elenco dei deputati pidiellini. Con una penna rossa ha cancellato – ma si direbbe obliterato, per la severità e la risolutezza del gesto – una metà almeno degli onorevoli. In calce, la splendida firma dell’ex presidente del Consiglio grossolanamente imitata. Basterebbe un minimo di presenza per cogliere la pacchianeria del falso”.
“Nel 2030 l’Asia dominerà il pianeta”. Articolo di Paolo Mastrolilli:
“L’economia cinese che sorpassa quella americana, e l’Asia che scavalca Europa e Nordamerica sommate assieme. L’ordine globale che dipende dall’alleanza tra Pechino e Washington, ma vacilla e mette a rischio latenutadellaglobalizzazione,aprendola porta alle megalopoli che diventano attrici protagoniste sulla scena geopolitica internazionale. E poi la classe media in enorme espansione, che grazie alle nuove tecnologie accrescerà anche il potere diretto degli individui. La medicina in costante progresso, tanto che gli esseri umani saranno in grado di programmare e potenziare i loro corpi, cambiando pezzi come se fossimo dal meccanico”.
Rai, i partiti uniti nella lotta: rinviare il festival di Sanermo. Il Fatto Quotidiano: “Le elezioni saranno il 17 o il 24 febbraio”. Adotta un Angelino. Editoriale di Marco Travaglio:
“Questo non è un articolo: è un’opera buona. Dobbiamo stare vicino ad Angelino Jolie, a costo di fondare il CPAA (Comitato Protezione Angelino Alfano). Mobilitiamo le dame di San Vincenzo, le Misericordie, la comunità di Sant’Egidio, la Caritas, l’Esercito della Salvezza. Adottiamolo a distanza. Facciamo qualcosa. Il trattamento inumano che sta subendo è vietato dalle convenzioni di Ginevra e dei Diritti dell’uomo. Due anni fa, da segretario del Cainano, veniva promosso in pompa magna a segretario del Pdl. E tutti ci credevano, si congratulavano, gli battevano manate sulla spalla. Lui, tutto compreso nella nuova parte, lasciava il ministero della Giustizia (dove peraltro nessuno s’era accorto della sua esistenza), estraeva commosso il suo primo santino elettorale, quello coi capelli veri, esternava filiale affetto al Cainano eleggendolo nientemeno che “mio secondo padre”. Poi, caduto il governo B., veniva addirittura ricevuto al Quirinale per le consultazioni, incontrava clandestinamente nei sotterranei di Montecitorio gli altri due partner della strana maggioranza ABC (Bersani era B, Casini era C e lui, sorprendentemente, era A)”.
Il Giornale: “L’occupazione tedesca”. Editoriale di Alessandro Sallusti:
“Lo spread scende, la Borsa sale e gli sciacalli restano a bocca asciutta. Il tentativo di fermare il ritorno in campo del centrodestra usando le leve della finanza è svanito nel giro di venti­quattro ore. Delusi dai poteri forti, gli anti­berlusconiani ora si aggrappano alla Ger­mania di Angela Merkel, che ieri è interve­nuta in modo inusuale sugli affari interni italiani, auspicando, di fatto, un non-ritor­no di Berlusconi. Già, se la generale Merkel perdesse il suo soldatino Monti, addio ai so­gni egemonici a costo zero. E quindi giù ba­stonate e ricatti all’Italia libera, come se il ri­sultato delle nostre elezioni valesse meno del suo pensiero. È dai tempi della Repubblica sociale ita­liana che la Germania non osava tanto nei confronti dell’Italia. Ricordate? Mussolini liberato sul Gran Sasso dai paracadutisti te­deschi e insediato sotto tutela a Salò, con ministri e generali fantocci che dovevano obbedire agli ordini che arrivavano da Berli­no”.