Berlusconi e le parole su Mussolini, Monti e Mps: prime pagine e rassegna stampa

Pubblicato il 28 Gennaio 2013 - 08:51 OLTRE 6 MESI FA

Berlusconi, polemica sul fascismo. Il Corriere della Sera: “Nella Giornata della Memoria delle vittime del nazismo e dell’Olocausto, polemiche e proteste delle comunità ebraiche dopo le parole di Berlusconi sul Duce”.

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Il mal d’Africa degli europei. Editoriale di Angelo Panebianco:

“C’è un qualche rapporto fra quanto accade in Mali e l’integrazione europea? Lasciare sola la Francia nella nuova guerra africana ha allontanato la realizzazione dell’Europa politica oppure fra le due cose non c’è alcun rapporto? Domande come queste cadono al di fuori del consueto repertorio di idee e ragionamenti di cui si nutre il senso comune europeista. 
Bisogna chiedersi: cosa potrebbe dare la spinta necessaria per realizzare l’unità politica europea? Davvero è sufficiente il desiderio di stabilizzare la moneta comune, di mettere in sicurezza i livelli di benessere raggiunti? Anche il manifesto pubblicato due giorni fa da questo giornale a favore di una Europa unita, e che porta in calce la firma di illustri intellettuali europei, non si discosta dalla tradizione, non chiarisce i motivi per cui dovremmo fare questa benedetta Europa unita: vi si dice solo che altrimenti l’Europa uscirebbe dalla Storia (un argomento troppo vago per mobilitare le persone) e, più prosaicamente, che non si riuscirebbe a salvare l’euro.
Ma una reazione chimica così potente e drammatica quale quella che è sempre presente nella nascita di una nuova comunità politica, non si produce in quel modo. Le unificazioni politiche avvengono, quando avvengono, soprattutto perché rese necessarie da minacce alla sicurezza, alla vita, talvolta alla libertà, di centinaia, migliaia, o milioni, di persone coinvolte”.

“Il fascismo fece cose buone”. Coro di critiche a Berlusconi. Articolo di Paola D’Amico:

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“«L’Italia non ha le stesse responsabilità della Germania. Ci fu, da parte nostra, una connivenza che, all’inizio, non fu completamente consapevole. Il fatto delle leggi razziali è la peggior colpa di un leader, Mussolini, che, per tanti altri versi, invece, aveva fatto bene». Silvio Berlusconi parla a ruota libera con i cronisti. È arrivato, non atteso né invitato come altre personalità politiche, un’ora prima del previsto al Memoriale della Shoah costruito nella pancia della Stazione Centrale di Milano, al Binario 21, laddove tra il dicembre del ’43 e il gennaio del ’45 partirono i convogli con cittadini ebrei e deportati politici diretti ai campi di sterminio. Incalzato dai giornalisti, commenta così, prima che la cerimonia abbia inizio, le parole affidate dalla cancelliera Angela Merkel al suo sito, alla vigilia del Giorno della memoria”.

Profumi, lingerie e borsette La «lista delle vanità» dell’Idv. Scrive Elsa Muschella:

“Cravatte, profumi, trucchi e borse: più che monotoni rendiconti istituzionali, le note spese dei consiglieri liguri sembrano un catalogo di varie vanità. Sbrigativo al limite della scortesia, Antonio Di Pietro ha una sola risposta, arrabbiata, da dare su quegli acquisti che nulla c’entrano con l’attività politica del partito: «Non ho visto niente, chiedetelo a quelli della Liguria». Indagati per peculato, «quelli della Liguria» sono i componenti (ex e attuali) dell’Italia dei valori in Regione: la capogruppo Maruska Piredda, Marilyn Fusco e Nicolò Scialfa (passati entrambi al partito di Donadi, Centro democratico), Stefano Quaini (ora con Sinistra e libertà) più il tesoriere Giorgio De Lucchi (appropriazione indebita) e la sua compagna che lavora come funzionaria all’Agenzia delle Entrate di La Spezia (favoreggiamento)”.

La Repubblica: “Berlusconi: Mussolini fece bene”. Fuori dall’Europa. Editoriale di Gad Lerner:

“L’uomo che vent’anni fa sdoganò, con abile calcolo politico, il neofascismo italiano, ancor oggi alla presidenza della Regione Lazio ricandida quel Francesco Storace di cui ricordiamo le maledizioni contro Gianfranco Fini, colpevole di aver reso omaggio in Israele al memoriale degli ebrei sterminati dal nazifascismo. Mentre in Lombardia vorrebbe cedere il comando al segretario di un partito xenofobo e antieuropeo, Roberto Maroni, che da ministro dispose la raccolta delle impronte digitali dei bambini rom.
Prima di liquidarla come ennesima gaffe (con solita smen-tita), conviene ascoltarla e riascoltarla testualmente la dichiarazione rilasciata ieri di fianco al binario 21 da cui partirono verso Auschwitz i trenimerci dei deportati. Rivelatore è l’impulso di Berlusconi a comprendere le motivazioni del regime fascista: «È difficile adesso mettersi nei panni di chi decise allora…». Ancor più netta è l’identificazione con «un leader, Mussolini, che per tanti altri versi aveva fatto bene». D’accordo, c’è il delirio personalistico di un uomo che si ricandida per la sesta volta consecutiva a capo dell’Italia, immedesimandosi nel mito del Ventennio. Ma proprio per questo Berlusconi avverte la necessità di addomesticare la storia. Quasi che assolvendo quel Mussolini che, prima delle leggi razziali, «aveva fatto bene», gli venisse più facile chiedere poi agli italiani di chiudere un occhio anche sulle proprie, di malefatte”.

La barzellette sulla Shoah e il confino come vacanza così Silvio irride la Storia. Articolo di Filippo Ceccarelli:

“La risposta, necessariamente incompiuta, scarta il consueto dilemma e dice: guai a scandalizzarsi, guai a indignarsi, specie in campagna elettorale, guai soprattutto a inchiodare il Cavaliere a uno schema ideologico. Chi ha speso due decenni a studiare il personaggio crede di aver imparato che Berlusconi, tra un colpo di sonno e l’altro, persegue un unico scopo, forse ancora più terribile di quanto bofonchiato dentro un microfono: essere e dire tutto e il suo contrario, racchiudere in sé ogni contraddizione per appianarla nell’eterno ritorno del suo comando.
Troppo complicato questo “indifferentismo funzionale”? Bene, allora si tenga conto che l’uomo che ieri ha salvato il regime mussoliniano era lo stesso che il 25 aprile del 2009 fece un comizio con un fazzoletto partigiano al collo. E quello che spesso e volentieri si sofferma a raccontare le eroiche gesta di Mamma Rosa contro i nazisti è il medesimo che intrattiene il suo pubblico con le storielle sugli ebrei e l’Olocausto”.

Dal maxi buco dell’università alla speculazione dell’aeroporto tutti gli sprechi targati Mps. Articolo di Alberto Stasera:

“È tracciato con cura in un libro del Gran Maestro toscano Stefano Bisi, e vi incontri da Giovanni Amendola a Silvio Gigli, da Goffredo Mameli a Camillo Benso di Cavour. Non c’è ancora Giovanni Cresti, provveditore generale e dominus assoluto della banca dal 1975 al 1983, che favorì la prima ascesa da palazzinaro di Silvio Berlusconi, suo confratello nella Loggia massonica P2, concedendogli fidi sconfinati per costruire Milano 2 e Milano 3. La ragione è che Cresti è morto da poco, il 6 febbraio del 2012, e forse non si è fatto in tempo a dedicargli una strada cittadina. Sua figlia Lucia Cresti, grande collezionista d’arte contemporanea, era assessore alla Cultura di Siena, ma è decaduta pochi mesi fa con le dimissioni del sindaco del Pd Franco Ceccuzzi. Dalla P2 alla P4 il passo è breve e nelle carte dell’inchiesta più recente, per la quale il piduista Luigi Bisignani ha patteggiato una pena di un anno e sette mesi, chi ti compare tra i possibili Bisignani boys? Alessandro Daffina della Banca Rotschild che fu advisor di un prestito per coprire l’acquisto di Antonveneta a un prezzo spropositato”.

La Stampa: “Berlusconi rivaluta Mussolini, lo sdegno della comunità ebraica”. Messaggio agli irriducibili di destra. Editoriale di Gianni Riotta:

“Le dichiarazioni del leader Pdl Silvio Berlusconi su fascismo e dittatura, rese ieri nel giorno dedicato alle vittime dell’Olocausto, non sono una gaffe, ma un’indicazione di voto diretta ai settori irriducibili della destra italiana. Strati sociali e culturali, radicati nelle periferie e tra i più giovani, che trovano nel disagio e nel tam tam del web, idee, mobilitazione, propaganda. Il sociologo Renato Mannheimer indica nei sondaggi che il 6% degli elettori ex Lega guarda ora ai neofascisti mentre il 21% degli elettori Pdl è ancora incerto, con il 10% tentato dal Movimento 5 Stelle. Beppe Grillo stesso ha aperto, qualche giorno fa, ai neofascisti del gruppo Casa Pound, perché legge gli stessi dati e decide che, in una corsa drammatica, non c’è da fare troppo i gentlemen”.

L’invasione dei grillini: “Così cambieremo la politica”. Il dossier di Andrea Malaguti:

“Palermo, è qui che comincia il viaggio. Nella hall dell’albergo a poche centinaia di metri dal Teatro Massimo, una cameriera lascia scivolare il caffè in piccole tazze bollenti. «Acqua?». Riccardo Nuti, 31 anni, capolista alla Camera del Movimento 5 Stelle dice distrattamente di sì con la testa. Lei versa il liquido in un bicchiere di plastica. Lui espande le pupille scure e scrutatrici che gli fluttuano nell’iride come pesci in un acquario. Vorrebbe reagire. Si ferma. «Vede? Ora non dico niente perché sono suo ospite, ma questa scelta per noi è inaccettabile. La plastica non si ricicla più e si accumula nelle discariche. I comportamenti contano. Anche quelli piccoli». Quando è stato il momento in cui sono usciti dalla rete, dai computer, dai forum, dai blog, dai meetup e dai cinguettii da pc e da smartphone per diventare donne e uomini reali, visibili, che hanno cominciato a prendersi cura di pezzi dei quartieri e delle città e poi si sono infilati come sabbia nei meccanismi sgangherati della politica? Che volti ha questo esercito rivoluzionario della normalità – a predominanza femminile – che da una manciata di anni invade i consigli comunali e regionali e tra un mese entrerà trionfalmente in Parlamento? Ventenni, trentenni, raramente quarantenni, quasi mai ultracinquantenni, sicuri che nemmeno una goccia versata per scrivere la Costituzione sia stata immaginata per questi partiti. «Baroni», «Bugiardi incollati alle sedie», «Casta», «Piaghe», è così che li chiamano, intimamente convinti che le menzogne e i compromessi siano distruttivi e per giunta complicati, perché impongono una lealtà più ferrea e più duratura della verità”.

Discoteca in fiamme, strage di studenti. Scrive Paolo Manzo:

“«L’unica porta era bloccata e i bodyguard del locale ci impedivano di uscire se prima non avessimo saldato il conto». La terribile testimonianza è di Murilo Tiecher, studente di medicina di 26 anni e tra i fortunati sopravvissuti all’incendio della discoteca Kiss. Una tragedia che ha distrutto il tran tran quotidiano della tranquilla cittadina universitaria di Santa Maria, nello stato meridionale di Rio Grande del Sul e che ha fatto svegliare un intero paese, il Brasile, in lutto.
Erano 233 i morti confermati nella tarda serata di ieri – tutti giovani, per lo più tra i 16 e i 22 anni, ma le cifre potrebbero crescere nelle prossime ore – e oltre un centinaio i feriti, molti in condizioni disperate”.

Il Giornale: “Fuori il bottino”. Monti senza pietà. Editoriale di Alessandro Sallusti:

proposito delle scuse pretese da Berlu­sconi per avere detto la verità su Mus­solini, a quando quelle di Monti ai ter­remotati dell’Emilia e a tutti noi italia­ni? Tutto preso a salvare la banca del Pd e a ingra­ziarsi i potenti d’Europa, il premier si è distratto e nell’anno di regno,non ha cavato un ragno dal buco. Neppure dalle voragini aperte dal sisma. Il suo governo non solo ha lasciato sostanzial­mente soli i malcapitati, ma, non contento, li ha pure tassati. Un ragioniere avrebbe avuto più buonsenso oltre che buon cuore. Ecco perché ie­ri, in visita elettorale nei luoghi del disastro, il premier si è preso giustamente del buffone, del ladro ed è stato bersaglio (mancato) di lanci di ortaggi e uova. Ho conosciuto e incontrato amministratori, imprenditori e famiglie delle zone terremotate”.