Legge di stabilità, pensioni e Regione Lombardia: la rassegna stampa

Pubblicato il 22 Ottobre 2012 - 09:22 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – “No alla legge-bavaglio”. La Repubblica: “Il ddl Sallusti a rischio legge– bavaglio. È scontro sulla legge che doveva salvare dal carcere il direttore del Giornale e che rischia di mettere in crisi la libertà di stampa attraverso multe e sospensioni dei giornalisti. I primi firmatari della legge bipartisan sono Vannino Chiti (Pd) e Maurizio Gasparri (Pdl). Chiti adesso però la disconosce. E c’è l’altolà del suo partito e dell’Udc che si dicono pronti a frenare qualsiasi tentativo di censura. Il relatore della legge per il Pdl, Filippo Berselli: “Stiamo andando nella direzione giusta”.”

Nuova legge bavaglio, altolà Pd e Udc “Non faremo passare quel testo”. L’articolo a firma di Annalisa Cuzzocrea.

“La legge che doveva salvare dal carcere Alessandro Sallusti, e rischia di inguaiare in suo nome tutta la libera stampa, comincia a diventare un affare imbarazzante. I primi firmatari sono i senatori Vannino Chiti e Maurizio Gasparri: doveva essere un impegno bipartisan, quello di eliminare la possibilità del carcere come pena per la diffamazione. Oggi, però, quella legge Chiti non la riconosce più. E Pd e Udc si dicono pronti a frenare qualsiasi strisciante tentativo di censura.”

Corruzione e voto di scambio, Severino accelera. L’articolo a firma di Liana Milella.

“In queste ore Monti e i suoi s’interrogano, anche a livello tecnico, sulla strada da seguire, se optare per un decreto oppure ripiegare su un disegno di legge. Intensi anche i rapporti con il Quirinale cui spetta l’ultima parola sulla possibilità di agire effettivamente per decreto legge, valutando le ragioni di necessità e urgenza. Va da sé che la scelta è determinante. Solo il decreto dimostrerebbe che il governo fa sul serio e non cerca solo di bloccare le polemiche sul ddl anticorruzione e sulle carenze che contiene. Un’operazione di facciata, insomma. Il ddl, con la legislatura agli sgoccioli, non avrebbe nessuna chance di passare. Anche la sede deliberante proposta da Finocchiaro, che ha bisogno del consenso unanime, verrebbe fermata dal Pdl.”

Italiani in pensione sempre più tardi, i nuovi assegni crollano del 35%. L’articolo a firma di Luisa Grion.

“A determinare tale risultato non è stata la riforma previdenziale del governo Monti (che produrrà effetti solo a partire dal prossimo anno), ma due provvedimenti presi dai precedenti esecutivi: lo «scalino» del ministro di centrosinistra Damiano (il passaggio dai 59 ai 60 anni di età a fronte di almeno 36 anni di contributi per avere diritto all’assegno) e la «finestra mobile » del ministro di centrodestra Sacconi (l’attesa di 12 mesi per i dipendenti e di 18 mesi per gli autonomi una volta maturati i requisiti). Le due norme, messe assieme, hanno prodotto un crollo nel numero di assegni liquidati dall’Inps, pur tenendo conto anche di quelli «ereditati » dall’Inpdap: tra gennaio è settembre sono stati 199.555 contro i 309.468 dello stesso periodo 2011. L’Inps non ha calcolato gli effetti che la caduta può aver determinato sulla spesa (i calcoli si faranno nel bilancio annuale), ma precisa di aver liquidato 140.616 nel settore privato (meno 37,4 per cento) e 58.939 nel pubblico (meno 22,2 per cento). Il calo più consistente si è comunque registrato nelle pensioni di anzianità del privato (meno 44,1 per cento).”

Quando riavremo soldi. Il Giornale: “Monti sembra il mago Otelma e annuncia una ripresa che non c’è. E intanto evita di fare le uniche cose che servirebbero davvero all’economia. Per esempio premiare la produttività.”

Ecco come le banche tedesche fanno pagare la crisi all’Italia. Il dossier a firma di Renato Brunetta.

“Da bravo scolaro, il presi­dente Monti si è sempre presentato alle riunioni del Consiglio europeo con i compi­ti­a casa fatti, nella linea sangue, su­dore e lacrime imposta dalla mae­stra Angela Merkel. In questo mo­do cercando di acquisire credibili­tà nei confronti della Germania, dell’Europa e dei mitici mercati. Non sempre siffatto atteggiamento è stato premiato, ha avuto, cioè, un riscontro in termini di spread. Facciamo la pagella dell’anno scolastico del presidente Monti. In 11 mesi, il premier ha partecipato a 4 riunioni (per lo più inconcluden­ti) del Consiglio europeo: quella dell’8-9 dicembre nel 2011, e quel­le dell’1-2 marzo, del 28-29 giugno e del 18-19 ottobre 2012.”

Lombardia, Maroni scalda i motori e Ambrosoli molla il Pd. L’articolo a firma di Sabrina Cottone.

“È stata sottolineata ancora una volta l’impor­tanza dei rapporti con la Lega, che in questi giorni sembrano compromessi dallo scontro continuo tra il segretario, Roberto Maroni, e il governatore Roberto Formigoni. E sulla data del voto, il Pdl pensa a un percorso ben diverso da quello del presidente della Regione, che spinge per andare a elezioni a dicembre. Si par­la di primarie di partito e poi di coalizione. In­somma, tempi più lunghi,per arrivare all’ elec­tion day di aprile, come ipotizzato dalla Lega.”

Manovra, lo stop di Bersani. La Stampa: ““Si cambi su scuola e Fisco o non votiamo”. Critiche anche dal Pdl.”

Bersani: “Non votiamo la legge di stabilità”. L’articolo a firma di Raffaello Masci.

“Domani il presidente del Consiglio Mario Monti vedrà una delegazione del Pdl, ai massimi livelli: Silvio Berlusconi, Angelino Alfano, Gianni Letta. Se ci sarà un’ipotesi di modifica alla legge di stabilità, il maggior partito oggi presente in Parlamento, la definirà una volta per tutte in questa sede e già si sa perché Alfano ne ha parlato ieri – che le critiche investono soprattutto due voci di intervento: l’Iva e la retroattività delle detrazioni fiscali. Temi sui quali anche il Pd ha manifestato più volte le sue perplessità. Peraltro, anche Bersani vedrà il presidente del Consiglio ma in una data ancora non definita. Oggi, invece, Monti incontrerà Pierferdinando Casini.”

“Per creare posti gli incentivi non bastano”. L’articolo a firma di Roberto Giovannini e Raffaello Masci.

“Destinare ad agevolare le assunzioni a tempo indeterminato le risorse stanziate per il (problematico) accordo tra le parti sociali sulla contrattazione e la produttività? «Così si va alla sostanza del problema invece di girarci attorno – ha detto ieri Camusso – anche perché noi siamo contrari a destrutturare i contratti nazionali di lavoro». Il dibattito è aperto, anche se il governo sembra indisponibile ad accogliere la proposta Cgil.”

Una rimonta da grande. Il Corriere dello Sport: “Roma sotto 0-2 dopo 15′. Totti ispira il riscatto.” L’articolo a firma di Antonio Barillà.

“Zemanlandia è ancora una bozza, un’Idea bellissima ma vaga. La Roma, però, possiede altre risorse: il carattere delle grandi, un orgoglio infinito, la classe di Totti e l’incisività di Osvaldo. Riesce così a risalire la china di una partita che sembra compromessa, scalando i due gol subìti nel primo quarto d’ora e imponendosi, alla fine, 4-2.”

Disastro Milan, un passo da B. Il Corriere dello Sport: “Peggio dell’81-82, quando retrocesse.” L’articolo a firma di Furio Fedele.

“Da ieri pomeriggio il Milan è ufficialmente in piena zona-retrocessione. Aggrappato, insieme a Bologna, Chievo e Pescara a quota 7 punti, deve fare i conti anche con il Siena che di punti, in realtà, ne ha collezionati 8, ma sei sono stati sottratti dalla penalizzazione iniziale. Ma la deriva rossonera non fa più notizia. Ieri a San Siro gli interisti (quasi 49.000, quasi il doppio dei milanisti presenti quest’anno in casa) non hanno infierito ricordando la Serie B di trent’anni fa. Ma la situazione è molto seria, grave e, soprattutto, umiliante.”

Irrompe l’Inter. Il Corriere dello Sport: “Quarta vittoria di fila, difesa bunker: l’ultimo a fare meglio nelle prime 8 giornate fu Mourinho nell’anno del triplete.”

L’articolo a firma di Andrea Ramazzotti: “La quarta vittoria consecutiva in campionato, un’impresa che ai nerazzurri non riusciva dallo scorso gennaio, lancia l’Inter a un solo punto dal secondo posto, in piena corsa scudetto anche se ancora lontana 4 punti dalla Juve che affronterà il 3 novembre a Torino. Sarà quella probabilmente la gara in cui Zanetti e compagni capiranno se possono competere per il titolo, ma in attesa dell’esame allo Juventus Stadium la formazione di Stramaccioni dovrà cercare di allungare la sua serie positiva in A contro Bologna (domenica in trasferta) e Sampdoria (31 ottobre a San Siro), senza dimenticarsi dell’impegno di Europa League di giovedì al Meazza con il Partizan. E’ però innegabile che rispetto ad inizio stagione le certezze adesso in corso Vittorio Emanuele sono maggiori. Magari aumenteranno ulteriormente se nel mercato di gennaio arriveranno altri rinforzi (ieri a proposito di Paulinho il ds Ausilio ha ammesso: «E’ un giocatore che ci piace e ci intriga, ma da qui a dire che lo abbiamo già preso…»), ma intanto Stramaccioni può sorridere per più motivi.”