Biagini (Pd): “Vu cumprà? Kyenge e Boldrini vengano in spiaggia. Avanti con multe ai turisti”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 19 Agosto 2014 - 09:06 OLTRE 6 MESI FA
Biagini (Pd): "Vu cumprà? Kyenge e Boldrini vengano in spiaggia. Avanti con multe ai turisti"

Biagini (Pd)

RIMINI – “Vu cumprà, falsi moralisti a sinistra” è il titolo dell‘intervista a Roberto Biagini a cura di Giovanni Bucchi sulle pagine de Italia Oggi.

A Rimini lo chiamavano «l’assessore sceriffo». Non è della Lega Nord, bensì del Pd, peraltro convintamente di sinistra, ma con una sensibilità sul tema della legalità che fa impallidire certe anime belle del ‘gauchismo’ radical chic. Quel soprannome se l’è «guadagnato» sul campo, a suon pattuglioni con la Polizia municipale per arginare prostituzione e abusivismo commerciale.

Nel 2008 balzò agli onori della cronaca nazionale per aver caldamente invitato ad andarsene dalla Riviera romagnola, i turisti che insultavano le forze dell’ordine intente a contrastare i venditori abusivi di merce contraffatta.

Si chiama Roberto Biagini, ha 49 anni, di professione fa l’avvocato, e adesso nella giunta, del sindaco Andrea Gnassi è assessore con delega all’urbanistica e al demanio marittimo. Pochi giorni fa su Facebook ha pubblicato un intervento in seguito alle dichiarazioni del ministro agli Interni Angelino Alfano in tema di «vu cumprà», proponendo all’ex ministro del Pd Cécile Kyenge e alla presidente della Camera, Laura Boldrini, di andare a farsi un giro negli stabilimenti balneari di Rimini o a parlare con le forze dell’ordine locali, prima di «sparare» sentenze su razzismo e dintorni.

Domanda. Assessore, lei ha sempre sentito utilizzare la parola «vu cumprà» e sicuramente l’avrà usata anche lei. Vede qualcosa di razzista in questo termine?

Risposta. Noi italiani siamo notoriamente un popolo di ipocriti e falsi moralisti. Nel linguaggio comune «vu cumprà» è ormai sinonimo di venditore abusivo. Ho sentito usare questa parola da sindaci, assessori, consiglieri comunali e rappresentanti di forze di polizia. A me, se può interessare, hanno anche contestato l’uso della parola «straniero» invece di extracomunitario. Li ho mandati a leggersi la Costituzione (art. 10). Il razzismo è altro.

D. È d’accordo quindi con quanto detto da Alfano?

R. Non sta a me essere o non essere d’accordo sull’opportunità di una esternazione di un ministro della Repubblica. L’uscita l’ha fatta e ne ha subito le conseguenze. La miglior risposta ritengo sia stata fornita da Gianni Tonelli del Sap, quindi dagli stessi soggetti che fanno parte del suo Ministero: «Con quali mezzi e uomini andiamo ad affrontare l’abusivismo commerciale, signor Ministro?».

D. Cosa ne pensa di come il Pd e la sinistra affrontano il tema dell’abusivismo commerciale? C’è troppa accondiscendenza?

R. L’ abusivismo commerciale è uno di quei temi scottanti; affrontarli, a livello politico, vuol dire «sporcarsi il vestito» in quanto non riceverai mai applausi. Nel Pd è un tema che in passato è stato sottovalutato a livello di agenda di priorità nazionale e anche le prese di posizione a livello locale si fermavano alle frasi e ai comunicati di circostanza al fine di evitare «sensibilità» particolari e/o «incidenti di percorso» nelle carriere politiche. L’ atteggiamento culturale rimaneva quello di ipocrita tolleranza al fine di una «auspicata convivenza» pacifica. Sono anni che si conosce lo stretto legame tra criminalità organizzata italiana e abusivismo commerciale, non è certamente una novità del nuovo millennio.

D. Lei per anni ha combattuto in prima linea l’abusivismo commerciale. Cosa ha imparato?

R. A Rimini, per come il fenomeno da anni si sta manifestando, non può parlarsi più di mero abusivismo commerciale. È una costante sfida alle istituzione per la sottrazione di parti del territorio al pubblico uso per poi utilizzarle a scopi illeciti. In alcuni casi il fenomeno ha assunto i connotati di vera e propria minaccia all’ordine e alla sicurezza pubblica.

D. Ma le forze dell’ordine hanno gli strumenti per debellare questa piaga?

R. L’abusivismo commerciale è anche un problema di legittimazione delle istituzioni nel perseguimento dei propri fini: se non si contrasta il fenomeno le istituzioni perdono legittimazione anche a contestare un mero divieto di sosta o qualsivoglia altro illecito. Il Governo e il Parlamento devono averne consapevolezza per non lasciare gli enti locali da soli in balìa dell’illegalità. La domanda è: quali direttive hanno avuto le autorità locali di pubblica sicurezza, i comandanti provinciali di Carabinieri, Finanza e Guardia Costiera dai loro vertici in tema di abusivismo commerciale? A seconda della risposta si dovranno poi predisporre gli strumenti necessari (uomini e mezzi) che in questo momento non ci sono. Il Comune di Rimini, ad esempio, ha aumentato gli organici estivi della Polizia municipale concedendo anche un monte ore di straordinari per un servizio continuato.

D. Le multe ai turisti che acquistano merce dai venditori abusivi possono dare una mano a risolvere il problema? Anche se gli operatori del turismo non sono molto d’accordo…

R. Il turista è un cittadino come lo siamo tutti e se sbaglia deve pagare. Non è «legibus solutus» (sciolto dalle leggi). Non esistono turisti da «salvaguardare e/o proteggere»: esistono persone che commettono consapevolmente illeciti e che concorrono ad alimentare la lunga filiera che esiste dietro l’abusivismo commerciale. Ognuno deve esercitare il proprio ruolo e il turista non ha sempre ragione: in questa materia ha torto anche e soprattutto lui che compera. Se si pone nel dubbio questo elementare principio di convivenza civile, non dobbiamo poi lamentarci di chi commette illeciti.

D. Cosa si sente di dire a chi, nella sinistra, continua a difendere i venditori abusivi?

R. Ho pieno rispetto e posso anche concordare con le «analisi sociologiche» che cercano di capire le cause e le radici del fenomeno e che provengono da esponenti di sinistra, anche da bravi amministratori locali, sensibili più di altri al tema del disagio sociale. Tali analisi però non possono esimere le istituzioni dall’affrontare il tema della prevenzione e della repressione dell’illecito così come si manifesta quotidianamente. Salterebbe il sistema e la gente ormai è esasperata.