ROMA – L’amico americano da una mano, e Kiev ricambia. Hunter Biden, figlio minore del vice-presidente Usa Joe Biden è appena stato nominato nel board dirigente della Burisma Holdings, maggiore, seppur piccola, compagnia petrolifera privata dell’Ucraina, almeno di quel che resta dell’Ucraina.
Tre settimane fa papà Biden era stato ricevuto in pompa magna a Kiev, arringando il nuovo governo di Arseny Yatseniuk a resistere alle minacciose provocazioni di Mosca e criticando Putin per il suo atteggiamento imperialistico. Il più alto rappresentante del governo statunitense aveva goduto del bagno di folla nella capitale del paese diviso, assicurando aiuti diplomatici e materiali al nuovo regime che boccheggiava strangolato dal ventilato blocco delle forniture di gas russo che passano attraverso il reticolo di oleodotti che attraversano il paese.
Scrive Stefano Citati sul Fatto Quotidiano:
ADESSO RICHARD Hunter (‘il cacciatore’, ndr) Biden diventa il direttore dell’ufficio legale della Burisma, società creata nel 2002 e in espansione (la produzione attuale si aggirerebbe attorno agli 11mila barili/giorno). Si occuperà di “tenere i rapporti con le organizzazioni internazionali”, si legge nella presentazione del nuovo acquisto sulla pagina internet della compagnia. Frase un po’ fumosa ma che fa capire il delicato ruolo assunto dal figlio di papà vice di Obama dal perfetto curriculum universitario: laurea in legge a Yale, docente di politiche internazionali alla Georgetown University di Washington e capo del programma Fao negli Usa, nonché membro dell’ufficio legale che si occupò del caso “Bush vs Gore” post elezioni del 2000 e del contenzioso legale del governo di Washington contro la posizione dominante di Microsoft sul mercato.
Un profilo, e un pedigree, perfetto per dialogare con le grandi organizzazioni internazionali – dunque anche americane – presentando un biglietto da visita e dei rapporti esclusivi con l’amministrazione Obama che attraverso di lui sembra ancora una volta rivelare l’approccio soft e avvolgente delle crisi, scegliendo più il gioco delle relazioni d’influenza che lo scontro a viso aperto con l’avversario del momento: e sempre con un occhio al business.
Se è vero che l’Ucraina è in debito per una decina di miliardi di dollari nei confronti di Mosca per il gas usato dal paese, è altrettanto vero che Fmi, Banca Mondiale, Usa e anche Ue hanno promesso di ripianare questo debito e hanno già versato una prima tranche miliardaria. Inoltre la Burisma prevede di aumentare del 35-40% la produzione (anche per via della penuria di gas russo) nel futuro prossimo.