Bimbi in auto che piangono, la nuova truffa a Roma

di Redazione Blitz
Pubblicato il 4 Ottobre 2015 - 07:20 OLTRE 6 MESI FA
Bimbi in auto che piangono, la nuova truffa a Roma

Bimbi in auto che piangono, la nuova truffa a Roma

ROMA – Un bambino che piange e il malcapitato di turno che s’intenerisce, si distrae e in un attimo resta vittima di una truffa in strada. Succede a Roma dove, nel corso dell’ultimo anno, di fronte ai supermercati, nei parcheggi dei centri commerciali, ai distributori di benzina, i minori vengono usati sempre di più come “esche” in quelle truffe conosciute che vanno dal finto sorpasso allo specchietto rotto.

Come racconta Camilla Mozzetti sul Messaggero di Roma,

è più facile riuscire a estorcere denaro, soprattutto alle donne – confermano anche i Carabinieri e la Polizia di Stato – usando il pianto di un bambino piccolo che pare essersi spaventato per quell’incidente in realtà mai avvenuto e che invece finge con la bravura di un attore in erba.

Ma non si tratta di un caso isolato. La tecnica ha fatto scuola e si è propagata. Del resto, l’escamotage è semplice: si aspetta il passaggio della macchina con a bordo la vittima di turno, gli si lancia a volte una pigna, a volte un pezzo di gomma per provocare un rumore simile a quello di un urto. A quel punto, il truffatore, con al seguito la famiglia inizia a inscenare la recita per cercare di estorcere denaro – solitamente cifre non superiori ai 50 euro – cercando di persuadere il malcapitato a non firmare nessuna constatazione amichevole e a non chiamare i vigili grazie proprio a quel pianto comandato ai bambini. Capita ogni giorno a Roma. Capita di continuo.

Un ultimo esempio? La signora Rosella Loggi in via Giovanni Battista de Rossi, pochi giorni fa, è stata avvicinata da un cittadino italiano con un bambino a bordo dell’auto ed è stata accusata di aver rotto lo specchietto svoltando la curva da via di Villa Massimo. «Quest’uomo, italiano – racconta la signora – voleva immediatamente dei soldi a quel punto, poiché eravamo sotto casa, l’ho avvisato che avrei chiamato mio marito per risolvere la questione ma l’uomo ha preso ed è fuggito» (…)