Boldrini, “maestrina penna rossa, una vita a sputare sull’ Italia”: Libero

Pubblicato il 18 Marzo 2013 - 06:06 OLTRE 6 MESI FA
boldrini laura

Laura Boldrini: duro attacco da Libero

ROMA – Laura Boldrini, appena eletta presidente della Camera, ha subito su Libero un ritratto al vetriolo da Maria Giovanna Maglie, con l’intenzione dichiarata e anche conseguita di  non unirsi

“al santino che dipingeranno quasi tutti, alla beatificazione già partita massiccia sul web”.

Maria Govanna Maglie parte a testa bassa fin dalle prime righe:

“Pare che si siano messi in due, la pasionaria e il poeta e suo mentore Nichi Vendola, a scrivere il discorsetto di insediamento, appena capito che il colpo era riuscito, in due per mettere insieme tanti luoghi comuni e tante parole vuote, alcune perfino belle e giuste, per carità, prese una alla volta, ma tutte assieme schiacciate a non significare nulla, a non scegliere nessuno, in quella melassa buonista, pacifista, tardo internazionalista, immobilista, in due parole comunista all’italiana, della quale la vita e le opere di Laura Boldrini, neo presidente della Camera, sono intrise”.

Secondo Maria Giovanna Maglie, Laura Bodrini

“è un funzionario delle Nazioni Unite che negli anni trascorsi a occuparsi di rifugiati non si è mai comportata da italiana che ha a cuore il bene del suo Paese, al contrario ha messo insieme spirito anti italiano e furore antiberlusconiano, guadagnandosi così evidentemente ampi meriti in patria e all’estero. Cito a testimonianza la data fatidica del 2009 quando la signora a coronamento dei suoi attacchi al governo italiano colpevole di difendere le frontiere da sbarchi continui, ma anche impegnato a farla finita con lo sfruttamento dei disperati che si imbarcano sulle carrette del mare, si guadagnò la copertina di Famiglia Cristiana”.

“Sarà bene ricordare che in quei giorni e da allora in continuazione la signora Boldrini ha fatto la testimonial di sé stessa in tv, e che la cosa più gentile che le si sentiva dire è che «i militari italiani adottano un comportamento inumano»”.

“Storie censurate abbondano anche sull’Alto Commissariato per i rifugiati, in rappresentanza del quale la Boldrini ha costruito il suo lancio nella politica attiva, e che periodicamente denuncia la disumanità dei militari italiani verso i profughi. Una per tutte. Nel 1997 ci fu una manifestazione di protesta contro l’amministrazione del campo profughi di Kakuma, nel Nord-Ovest del Kenya, e un gruppo di rifugiati distrusse un capannone che era stato costruito dall’Acnur, trafugando razioni alimentari dai depositi. L’Acnur decise di sospendere la distribuzione di cibo a tutti e di licenziare i rifugiati suoi dipendenti. L’applicazione di queste pesantissime misure non fu risparmiata a nessuno degli oltre venticinquemila del campo, neanche alle donne incinte o ai bambini. Ma la cosa più terribile, secondo quanto scrive Francesco Verdirame, docente a Cambridge, è che «l’evento passò inosservato, così come altri casi di punizioni collettive in campi profughi in Africa orientale e occidentale». Di questa cultura dell’impunità, il ditino alzato perennemente contro l’Italia che tenti di difendere confini fragili, è fatta la storia da maestrina dalla penna rossa di Laura Boldrini”.