Camera, la nuova guerra tra dipendenti e consulenti

di Redazione Blitz
Pubblicato il 13 Agosto 2013 - 14:53 OLTRE 6 MESI FA

Camera, la nuova guerra tra dipendenti e consulentiROMA – Alla Camera si è aperta una nuova guerra: tra dipendenti e consulenti. Dopo la pubblicazione on line di tutte le retribuzioni di tutti i dipendenti della Camera dei Deputati, dal segretario generale al barbiere, divisi per qualifica e fasce di anzianità,si è scatenata la bagarre.

Ora di dipendenti lamentano, come scrive Antonio Pitoni sulla Stampa, che c’è

“disparità di trattamento rispetto ad un’altra categoria di personale, quella dei consulenti, la cui privacy, in tema di stipendio, continua ad essere custodita gelosamente: «Qui tutti sono stati assunti per concorso e curriculum, al contrario dei titolari di incarichi fiduciari. E’ vero, loro decadono allo scadere della carica che li ha nominati. Ma quanti sono? E quanto costano?». Il riferimento non è ai soliti portaborse: a pagare loro lo stipendio, del resto, devono pensarci direttamente i parlamentari. Gli incarichi fiduciari in questione riguardano, invece, gli staff degli organi interni della Camera dei deputati. Quelli necessari per il funzionamento del Palazzo. A cominciare dall’Ufficio di presidenza, composto da presidente, 3 vice presidenti, 3 questori e 11 segretari. Staff i cui incarichi decadono con la carica che li nomina e che vengono retribuiti direttamente dalla Camera”.

Una delle prime polemiche dopo le elezioni di febbraio, ricorda Antonio Pitoni, investì, a pochi giorni dall’insediamento, proprio lo staff della presidente, Laura Boldrini composto da “sole sette persone”.

“Poi ci sono le 14 commissioni permanenti e le 3 giunte (per il regolamento, le autorizzazioni e le elezioni). Tutte con un proprio staff. Dal bilancio 2012 di Montecitorio si apprende che, a fronte di una dotazione annua di 992 milioni 800mila euro, circa 290 (il 29,2%) sono stati assorbiti dalla voce «personale in servizio». Ma quanto costano gli incarichi fiduciari? Anche su questo un’operazione «Glasnost» non guasterebbe”.