Camera, resta per ora tetto stipendi. Salta spending review?

di redazione Blitz
Pubblicato il 30 Ottobre 2015 - 13:09 OLTRE 6 MESI FA
Camera, resta per ora tetto stipendi. Salta spending review?

Camera, resta per ora tetto stipendi. Salta spending review?

ROMA – Per un altro mese e mezzo restano i tagli agli stipendi d’oro di commessi e centralinisti della Camera. Il collegio d’appello ha infatti rimandato la decisione a dicembre, confermando la sospensione della sentenza con la quale la Commissione giurisdizionale di primo grado (composta da soli deputati Pd) aveva in parte accolto le rimostranze dei dipendenti. Risultato? A rischio sarebbe la spending review: il sì alle rimostranze abbasserebbe da 60 a 13 milioni di euro i risparmi previsti nel bilancio della Camera per il 2015-2018.

Ne parla il quotidiano Il Messaggero:

Sulla scia del tetto di stipendi ai dirigenti pubblici fissato dal governo a 240.000 euro nel 2014, la Camera, oltre a fissarlo per i consiglieri parlamentarì, aveva introdotto anche dei sottotetti per le altre figure professionali di dipendenti, come ad esempio commessi, documentaristi e centralinisti. Il sì alle rimostranze dei dipendenti ridurrebbe da 60 a soli 13 milioni di euro i risparmi previsti nel bilancio della Camera nel 2015-2018. Anche per questo il ricorso, accolto parzialmente in primo grado, aveva creato qualche imbarazzo nel Pd.

La decisione è stata impugnata dalla presidenza della Camera che, a ridosso della pausa estiva, ha chiesto al presidente del Collegio d’Appello, Mauro Guerra (Pd), di esercitare la prerogativa che gli consente di sospendere la delibera di primo grado che cancellava il tetto agli stipendi. Rifissando, di fatto, asticelle per tutte le altre retribuzioni interessate dalla sforbiciata.

Nel documento emesso dal collegio d’appello, tra le altre cose si fa riferimento alla necessità di «valutare con particolare attenzione sia la sussistenza di fondate ragioni di approfondimento di merito delle questioni oggetto di giudizio, sia le conseguenze che tale doppio grado di giudizio può avere sul versante del pregiudizio dell’interesse pubblico e generale, dei principi della certezza del diritto, del buon andamento dell’amministrazione e dei diversi interessi in campo».

«Il tutto – si legge ancora – nella prospettiva di un’interpretazione costituzionalmente orientata delle predette disposizioni che conduca a discostarsi quanto meno possibile dalle modalità e dagli effetti del giudizio esterno». Ciò viene specificato perché l’organo di giustizia interna può pronunciarsi anche sulla costituzionalità dei provvedimenti, ed è dunque chiamato a valutare con maggiore attenzione e assoluta delicatezza l’impatto delle decisioni assunte sul buon andamento della P.A.

Il collegio d’appello ha dunque confermato «il decreto monocratico di sospensione degli effetti della sentenza di primo grado». E ha fissato una nuova udienza per trattare nel merito la questione.