“Che vergogna i giochi sulla pelle dei militari”, Pelliccetti sul Giornale
Pubblicato il 13 Gennaio 2014 - 08:59 OLTRE 6 MESI FA
ROMA – “Che vergogna i giochi sulla pelle dei militari”, l’editoriale a firma di Riccardo Pelliccetti sul Giornale:
Siamo alla resa dei conti. E ora il governo, ministri competenti compresi, saranno costretti a metterci la faccia, oltre che le mani. Finora si erano trincerati dietro la scusa che la scottante vicenda dei due marò prigionieri in India era stata ereditata e che era impossibile cambiare strategia. Risultato? Dopo quasi un anno di governo Letta-Bonino-Mauro, per Massimiliano Latorre e Salvatore Girone la situazione è diventata drammatica. La Nia (polizia antiterrorismo indiana) aveva chiuso le indagini chiedendo che i nostri due fucilieri del San Marco fossero processati in base a una legge che prevede la pena di morte. E ieri il governo indiano si è riunito e si è preso due-tre giorni per decidere su come procedere nei loro confronti.
Quindi, se accoglierà le richieste della Nia, Latorre e Girone rischieranno concretamente il patibolo. Hanno poco da sorprendersi i nostri illustri esponenti di governo. Sono due anni che ripetiamo quasi ogni giorno quali siano i pericoli nascosti dietro alla scelta dell’Italia di lasciar processare i due marò in India.Non dimentichiamo che l’incidente è avvenuto fuori dalle acque territoriali indiane, cioè a 20,5 miglia dalla costa, zona in cui New Delhi non ha giurisdizione per questi casi; non scordiamo inoltre che erano in missione anti pirateria per conto del governo italiano e che quindi godevano di quell’immunità funzionale,propria di tutte le forze armate del mondo chiamate a operazioni internazionali. L’India se n’è fregata e noi le abbiamo permesso di processare i marò in barba a tutte le convenzioni.
Il governo Monti ha compiuto un atto di gravità assoluta, anzi criminale, rimandando Latorre e Girone in India invece di tenerli in Italia. La nostra Costituzione (art. 27) non ammette la pena di morte e il nostro diritto (art. 698 Codice di procedura penale) vieta espressamente la consegna di un imputato a uno Stato estero nel caso sia prevista la pena di morte.
Quindi Monti e compagni sono i principali responsabili dell’odissea dei marò. Ma il nuovo governo e il ministro Bonino, consapevole della situazione e dei pericoli, avrebbero dovuto portare New Delhi davanti a una corte internazionale per far rispettare il diritto e le convenzioni. E invece… invece hanno chiuso la porta a qualsiasi contenzioso con l’India affermando che i tempi di quest’azione sarebbero stati troppo lunghi, mentre la priorità era riportare a casa al più presto Latorre e Girone. Chiacchiere (…)