Ciro Esposito morto, Genny ‘a Carogna non si trova. Il Padre: pagate e vi dico dove sta

di Redazione Blitz
Pubblicato il 25 Giugno 2014 - 20:32 OLTRE 6 MESI FA
Ciro Esposito morto, Genny 'a Carogna non si trova

Ciro Esposito morto, Genny ‘a Carogna non si trova

ROMA – Ciro Esposito è morto, si teme la reazione degli ultras e Genny a Carogna non si trova. Lo scrive sul Fatto Quotidiano Vincenzo Iurillo che se n’è andato tra Napoli e Scampia ha incontrato il padre di Gennaro De Tommaso per sentirsi dire: pagatemi e vi dico dov’è Genny.

L’articolo di Iurillo sul Fatto Quotidiano

 

È morto”. Sono le 14 e Forcella, il ventre scuro di Napoli, si contorce alle frammentarie informazioni sul destino di Ciro Esposito. Nei bassi del quartiere di Gennaro De Tommaso detto Genny ‘a Carogna la voce corre di bocca in bocca. “Hanno detto che è morto”. Così titola il sito internet de Il Mattino e in breve cala una plumbea rassegnazione. A piazza Mercato, scompare uno striscione di sostegno a Ciro. A Scampia viene smontato il maxischermo dei Mondiali.

E Forcella accoglie la brutta notizia con quiete triste e pacata attesa per la Nazionale. Gli ultrà dei Mastiffs, quelli che tennero in scacco lo Stadio Olimpico di Roma e che qui hanno il loro quartier generale, si riuniscono in un posto noto solo a loro per decidere il da farsi. “Vi piacerebbe sapere dove stanno adesso, eh? Ve lo dico se mi date 5 mila euro: vi porto pure da mio figlio”. Pare serio Ciccio ‘a Carogna’ De Tommaso, il papà di Genny, seduto all’ingresso del suo piccolo bar. “Mi volete intervistare? Dovete pagarmi. Volete parlare con Genny? È inutile, non ci sperate proprio. Qui dopo la finale di Coppa sono venuti cinquanta giornalisti. Tutti qui hanno parlato bene di lui e poi sui giornali e sulle tv solo schifezze.


IL RAGAZZO È MORTO? Ora sono problemi dei romani, voglio proprio vedere come faranno a venire a Napoli. Non verranno più, si piglieranno paura. Noi napoletani di andare lì non avremo paura. Loro dovranno avere paura di venire qui”. Il tono del signor De Tommaso non è di sfida ne di minaccia. “Se mi dispiace per Ciro? Certo. E non ci vedete come stiamo? Se mio figlio andrà a Roma? Non può, altrimenti lo arrestano”.

Cento metri più giù Giovanni Durante, il papà di Annalisa, la ragazzina di Forcella uccisa per sbaglio nel 2004 durante una sparatoria di camorra, tiene aperto un ex teatro tramutato in biblioteca per ragazzi e mostra di foto d’epoca: “Solo io posso immaginare cosa stanno provando adesso i genitori di Ciro”. Il signor Durante indica un proiettore e uno schermo di fronte al bancone “ma per solidarietà spengo, niente partita”. Al bar di piazza Calenda, la porta d’ingresso di Forcella affianco al Tria-non, la partita viene regolarmente trasmessa e una piccola folla si accalca ai tavolini. All’ammonizione di Balotelli si alza un urlo di gioia: “È squalificato, così la prossima Prandelli metterà Insigne”. Non ci sarà la prossima