Conti, banche e fondi: dove investire

di Redazione Blitz
Pubblicato il 9 Dicembre 2015 - 12:56 OLTRE 6 MESI FA
Conti, banche e fondi: dove investire

Conti, banche e fondi: dove investire

ROMA – La Bce taglia i tassi, la Fed a dicembre li alzerà e a rimetterci sono i risparmiatori che non sanno letteralmente dove sbattere la testa per riuscire a ottenere dei rendimenti che non abbiamo lo zero come numero preponderante.

Come scrive Gianluca Baldini su Libero Quotidiano,

la scelta di due giorni fa, voluta dal numero uno della Bce Mario Draghi, di abbassare al nuovo minimo storico (-0,3%) il tasso sui depositi straordinari (il costo che gli istituti di credito della zona euro devono accollarsi per parcheggiare liquidità in banca centrale) ha infatti contribuito ad aumentare la volatilità sui mercati finanziari.

“Fino a qualche anno fa”, spiega Bernardo Calini, consulente finanziario indipendente, riferendosi alle future scelte della Fed, “se mi avessero anticipato la notizia di un rialzo dei tassi di interesse, avrei reagito come i mercati finanziari, decisamente male. Mentre oggi un seppur lieve aumento dei tassi potrebbe significare una variazione della politica economica delle banche centrali e, finalmente, un riscaldamento dell’ economia con un’ inflazione in crescita”.

“La divergenza tra la politica monetaria della Fed e della Bce”, spiega Massimiliano Maxia, fixed income product specialist di Allianz Global Investors, “rimarrà uno dei temi fondamentali dei mercati finanziari anche per il 2016 e, di conseguenza, l’ andamento del mercato obbligazionario negli Stati Uniti potrebbe essere molto diverso da quello dell’ area euro”.

I risparmiatori italiani rischiano di brancolare nel buio.

“In ottica 2016 è da escludere per il risparmiatore medio italiano, abituato alle ricche cedole dei titoli di Stato”, dice Andrea Orsi, responsabile Investment Advisory di Banca Generali, “una ricerca di rendimenti allungando le scadenze o abbassando la qualità del credito”.

Ma allora cosa scegliere? «In un contesto di volatilità sui tassi, come quello che ci aspetta dopo le decisioni della Fed e della Bce», spiega Stefano Mach, gestore di Azimut, «è opportuno gestire la parte obbligazionaria con strategie diversificate per durata finanziaria e per valuta in base alle differenti politiche monetarie adottate dalle banche centrali. L’ unica soluzione possibile per ridurre il rischio di portafoglio è quella di utilizzare strategie di gestione attiva e dinamiche basate sulle capacità professionali dei gestori nell’ identificare i singoli rischi».

Meglio affidarsi a un esperto e puntare sui fondi comuni d’investimento.

«Lo strumento migliore per avere la flessibilità adatta a fronteggiare le diverse situazioni resta il fondo comune di investiment», spiega il gestore di Azimut, «che unisce una forte diversificazione alle qualità gestionali, riducendo i rischi in maniera sistematica».

«Una prima soluzione può essere quindi ricercata in quei fondi obbligazionari di tipo flessibile (total return) dove il gestore ha la facoltà di diversificare in modo dinamico i propri investimenti lungo tutto l’ universo di investimento obbligazionario e valutario», spiega Orsi di Banca Generali (…)