Corriere della Sera, lunedì la resa dei conti: si azzera il consiglio

di Redazione Blitz
Pubblicato il 7 Marzo 2014 - 11:56 OLTRE 6 MESI FA

Corriere della Sera, lunedì la resa dei conti: si azzera il consiglioROMA – “Resa dei conti al Corriere della Sera, lunedì si azzera il Consiglio di amministrazione” e potrebbe saltare lo stesso amministratore delegato, Pietro Scott Jovane, mentre si profila anche un cambio nella direzione del giornale Corriere della Sera, con Antonio Polito al posto di Ferruccio De Bortoli.

Questa miscela esplosiva di notizie è sul Fatto di Venerdì 7 marzo, in un articolo a firma di Giorgio Meletti e Silvia Truzzi.

Da mesi si parla della tensione fra i soci del Corriere della Sera, di cui la rissa da mercato della frutta fra Diego Della Valle (scarpe Tod’s) e John Elkann (Fiat-Chrysler) sono la testimonianza più recente.

Redde rationem in via Solferino: gli stracci volano da mesi – si vedano le “carezze” scambiate a mezzo stampa tra i due azionisti John Elkann e Diego Della Valle – e lunedì il consiglio d’amministrazione, convocato per l’approvazione del bilancio 2013, potrebbe decadere. L’ipotesi è confermata da fonti vicinissime al consiglio: il presidente di Rcs Angelo Provasoli rimetterà il mandato e almeno altri tre lo seguiranno. Un paio di settimane fa si era dimesso Carlo Pesenti.

LUNEDÌbasteranno le dimissioni di altri quattro consiglieri per ridurre l’organo da nove a quattro membri, e quando viene a mancare oltre la metà del consiglio la decadenza è automatica. In questo modo verrà messo fuori gioco l’amministratore delegato, Pietro Scott Jovane, messo sotto accusa in primo luogo dal secondo azionista, Della Valle, ma ormai da tempo bersaglio di azionisti e consiglieri “malpancisti”, critici con la linea imposta dal primo azionista, la Fiat di Elkann, che ha assunto il comando con il 20 per cento delle azioni.

Pesenti si era dimesso dopo una discussa operazione portata a termine a fine gennaio da Jovane, senza informare il consiglio d’amministrazione. E cioè l’acquisto di un sito di prenotazioni alberghiere, Hotelyo, tra i cui azionisti c’è la finanziaria torinese Lamse che fa capo ai fratelli Andrea e Anna Agnelli, cugini di Elkann e soprattutto azionisti indiretti di Fiat.

Lunedì i consiglieri dovranno motivare le loro dimissioni, anche perché Rcs è quotata in Borsa e il tutto deve essere fatto in assoluta trasparenza, senza che sorgano sospetti di una forzatura da parte di qualche socio influente. Dopo la decadenza dell’attuale cda sarà l’assemblea dei soci, già convocata per il 29 aprile per il bilancio, a nominare il nuovo vertice.

È dunque Jovane a fare le spese dello scontro tra gli azionisti. Anche se ultimamente risulta raffreddata la stima dello stesso Elkann nei suoi confronti, Jovane paga soprattutto le accuse di Della Valle, in buona parte condivise nella sostanza, se non nei toni, da altri azionisti e dallo stesso direttore del Corriere della Sera, Ferruccio de Bortoli. Non ha aiutato la serenità dei rapporti la franchezza con cui de Bortoli lo scorso novembre, in occasione di una riunione del cda, ha detto a chiare lettere in una lettera che il piano di ristrutturazione del gruppo era “sbagliato”, a cominciare dalla vendita della sede di via Solferino fino all’aumento del prezzo del quotidiano.

QUANDO si è tenuta la convention tra le concessionarie pubblicitarie di Repubblica e Corriere a dare manforte a Ezio Mauro, in prima fila c’erano Carlo e Rodolfo De Benedetti e l’amministratore delegato Monica Mondar-dini; l’altro relatore era de Bortoli, ma il suo ad Jovane si aggirava al fondo della sala in un’appariscente solitudine. L’idea, insopportabile per la direzione, è che il quotidiano, ancora sostanzialmente sano, paghi la crisi del gruppo. Due settimane fa de Bortoli, in una lunga intervista con il Foglio aveva tirato le orecchie agli azionisti: “Diciamo che il Corriere ha molti azionisti, ma non ha un editore. Se gli azionisti litigassero meno sarebbe meglio. Rcs non è un terreno di battaglia, è un’azienda importante. E il Corriere è un grande giornale in salute, malgrado l’abbiano gravato di debiti non suoi”. Una frase spiega lo stato d’animo del direttore: “Sono a fine carriera e degli azionisti posso anche fregarmene” (…)