Cosenza, giornalisti vanno al lavoro ma la redazione non c’è

di Redazione Blitz
Pubblicato il 31 Agosto 2015 - 15:08 OLTRE 6 MESI FA
Cosenza, giornalisti vanno al lavoro ma la redazione non c'è

Cosenza, giornalisti vanno al lavoro ma la redazione non c’è

COSENZA – Sono andati al lavoro come ogni mattina, ma hanno trovato tutta la redazione smobilitata. Niente mobili, niente colleghi, tutto nello spazio di una notte. E così per quattro giornalisti calabresi de La Provincia di Cosenza inizia una lunga battaglia per vedersi riconosciuto il diritto al lavoro. Sì perché la testata non era stata chiusa, era stata trasferita a loro insaputa e quando i quattro si sono presentati nella nuova sede non sono stati fatti entrare. Scrive Andrea Gualtieri su Repubblica:

Per Francesco Viola, che fino a pochi giorni prima era direttore responsabile della testata, Ilaria Nocito, Enrico Miceli e Bruno Greco è iniziata in quel momento una battaglia per rivendicare il proprio posto di lavoro. Hanno chiamato la polizia per denunciare ciò che stava accadendo e si sono rivolti al sindacato. Ora Mariagrazia Mammì, avvocato calabrese della Fnsi, la Federazione nazionale della stampa, ha inviato una lettera agli editori del giornale chiedendo “il ripristino e la regolarizzazione del rapporto di lavoro” e il “pagamento delle differenze retributive” e contestando il licenziamento perché “nullo, inefficace e illegittimo”.

La vicenda nel frattempo è diventata un caso simbolo, anche perché i quattro giornalisti fino all’epilogo del loro rapporto con l’editore hanno lavorato in redazione senza avere un regolare contratto, nonostante le sollecitazioni e a dispetto del fatto che il nome di Francesco Viola comparisse nella gerenza con la qualifica di direttore responsabile. Dalila Nesci, deputata del Movimento Cinque Stelle, ha presentato un’interrogazione rivolta al presidente del Consiglio e ai ministri dell’Interno, della Giustizia e del Lavoro, definendo “inquietante il trattamento subito dai giornalisti del quotidiano La Provincia di Cosenza, così come il silenzio generale sulla vicenda e sul loro mancato inquadramento”. Un episodio che, secondo la parlamentare, “conferma quanto in Calabria sia calpestata impunemente la dignità di chi fa informazione”.