Costa Concordia, Berlusconi, strage di Washington e Siria: prime pagine e rassegna stampa

di Redazione Blitz
Pubblicato il 17 Settembre 2013 - 08:32 OLTRE 6 MESI FA

Il Corriere della Sera: “La difficile risalita della Concordia.” Il rispetto delle regole. Editoriale di Michele Ainis:

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“Noi italiani scambiamo le regole per tegole. Sicché, quando ci cascano addosso, le schiviamo. E un minuto dopo corriamo a fabbricare un’altra tegola (pardon, regola), cercandovi riparo. È già successo mille volte, sta forse per succedere di nuovo. Oggi il Movimento 5 Stelle proporrà una modifica al regolamento del Senato, allo scopo d’ottenere un voto palese sulla decadenza di Silvio Berlusconi. Consensi dalla Lega, applausi da Sel, aperture dall’Udc e da Scelta civica, benedizioni da autorevoli esponenti del Pd. E ovviamente un altolà dal Pdl, che difende la regola vigente, ossia lo scrutinio segreto.
C’è una nobile ragione di principio sotto quest’ennesima baruffa sulle regole? Macché, c’è un calcolo politico. Il Pdl spera che il segreto dell’urna favorisca smottamenti nel fronte avverso, sulla carta largamente superiore. Perché la decadenza di Berlusconi rischia di trascinarsi dietro la decadenza della legislatura, con una crisi di governo e poi con lo scioglimento anticipato delle Camere. E perché, si sa, nessuno degli eletti ha voglia di fare le valigie. Dal canto suo il Pd teme giochetti da parte dei grillini: potrebbero salvare in massa l’illustre condannato, per poi addossarne la colpa alla sinistra. Ma soprattutto teme imboscate al proprio interno, giacché i 101 franchi tiratori che affondarono la candidatura di Prodi al Quirinale sono ancora lì, e tramano nell’ombra. Dunque la nuova parola d’ordine è la stessa che Gorbaciov coniò negli anni Ottanta: glasnost, trasparenza. D’altronde come si fa a non essere d’accordo?
Si fa, si fa. Intanto per una ragione di merito, perché non è affatto vero che la segretezza convenga solo ai ladri.”

Giunta, scontro tra alleati sul voto segreto. Domani prima decisione. Scrive Dino Martirano:

“Esauriti metà degli interventi della discussione generale, la Giunta per le Elezioni e le Immunità di Palazzo Madama si avvia senza grandi scossoni procedurali al voto di domani sera sulla decadenza del senatore Silvio Berlusconi. La vera drammatizzazione del quadro politico, invece, si vive all’esterno della G iunta con le dichiarazioni del capogruppo Renato Schifani (Pdl) che accusa il Pd di voler far cadere il governo Letta passando dal voto sulla decadenza del Cavaliere e la replica piccata del segretario del Pd, Guglielmo Epifani: «Sappiamo cosa fare e lo faremo». È scontro poi anche sul probabile voto segreto dell’Aula che dirà l’ultima parola (a metà ottobre) sulle sorti del senatore Berlusconi.
In realtà, domani in tarda sera, i 23 componenti della Giunta (sulla carta 14 sarebbero favorevoli all’esclusione del Cavaliere dal Parlamento) dovranno votare sulla proposta del relatore Andrea Augello (Pdl) di convalidare l’elezione di Berlusconi nonostante la sua condanna a 4 anni per frode fiscale, che rientra nelle maglie della legge Monti-Cancellieri-Severino.”

Berlusconi, oggi il video. L’ipotesi dimissioni. Articolo di Paola Di Caro:

“Ha passato la giornata a limare, recitare, ripetere e registrare il videomessaggio di cui si parla da giorni. E che sarà consegnato oggi tra le 11 e mezzogiorno al Tg1, alla vigilia del giorno in cui la Giunta per le Elezioni, come pare ormai scontato, voterà contro la relazione del senatore pdl Augello avviando di fatto il percorso verso la decadenza.
Ma non sarà l’unico messaggio che Berlusconi manderà al suo popolo, al suo partito e al mondo della politica. Perché se oggi il Cavaliere con il video lancerà la nuova Forza Italia, il giorno dopo il voto della Giunta farà un più complesso discorso politico. Nel quale dovrebbe difendersi, accusare i suoi persecutori — magistrati e alleati del Pd che lo attaccano — ma anche riconfermare per senso di «responsabilità verso il Paese» l’appoggio al governo, che deve andare avanti perché l’Italia non può oggi permettersi drammatiche rotture.
E dunque sembra una strategia in due tappe quella di Silvio Berlusconi, in verità ancora piuttosto incerta e in parte confusa. Quello che però sembra ormai deciso è il lancio della nuova Forza Italia. Nel videomessaggio di oggi (molto ispirato da Ferrara) non ci saranno accenni se non generici al governo, attacchi ai giudici ma non particolari affondi contro gli avversari. Sarà piuttosto un accorato discorso di autodifesa e soprattutto il battesimo ufficiale della nuova Forza Italia, quasi in una riedizione molto riveduta e molto corretta della discesa in campo del ‘94.”

Voglia di resa dei conti. Ma i rischi sono tali da scoraggiare tutti. La nota politica di Massimo Franco:

“Con autoironia comunque significativa, Enrico Letta fa sapere di avere ricevuto in regalo una bottiglietta con l’acqua di Lourdes: liquido che a volte può risultare miracoloso. È il suo modo di sdrammatizzare la situazione del governo in bilico, apparentemente appeso tuttora al destino di Silvio Berlusconi. Domani la commissione delle elezioni e le immunità del Senato comincerà a votare sulla sua decadenza da parlamentare, sebbene la decisione arriverà nell’aula solo a metà ottobre. Ma il sospetto è che l’epilogo quasi scontato della parabola del leader del Pdl preoccupi almeno quanto le convulsioni del Pd, sebbene sia il partito del presidente del Consiglio. Ieri sera lo ha lasciato capire con un accenno indiretto lo stesso Letta in tv.
Certo, si capta un filo d’ansia per il messaggio televisivo che Berlusconi sarebbe intenzionato a leggere oggi sulle sue vicende giudiziarie. Non è scontato, tuttavia, che preluda a una crisi di governo. Parte del centrodestra preme. Gli attacchi diretti e a volte rozzi contro il vicepremier e segretario del Pdl, Angelino Alfano, provenienti dalle file berlusconiane, mostrano la voglia di far saltare il tavolo al più presto. Ma anche il Pd è diviso sulla maggioranza di larghe intese che sostiene Letta. E i toni liquidatori usati dal sindaco di Firenze, Matteo Renzi, che si sente già la segreteria in tasca e crede di intravedere palazzo Chigi, sono ugualmente destabilizzanti.”

La prima pagina di Repubblica: “Letta al Pdl: non farò il parafulmine.”

La Stampa: “Assalto alla sede della Marina. Dodici morti a Washington.” Lo strano ottimismo dei mercati. Editoriale di Francesco Guerrera:

“Il Grande Provocatore è uscito di scena. Lawrence Summers, Larry per gli amici e i nemici, non vuole più diventare il banchiere centrale più importante del mondo. Il presidente Barack Obama voleva che rimpiazzasse Ben Bernanke a gennaio ma vista l’opposizione da destra e sinistra, dalle donne che aveva offeso a Harvard e dai burocrati che non ne sopportano l’arroganza, il capo della Federal Reserve lo farà qualcun altro. Summers, con il suo enorme intelletto e il suo ego di simili dimensioni, si ritirerà nelle torri d’avorio di consigli di amministrazione, editoriali e accademia.”

Eugenio e Ofelia. Il Buongiorno di Massimo Gramellini:

“Ogni tanto succede. Un liceale in vacanza, a passeggio sul lungomare di qualche cittadina ligure, incrocia lo sguardo di una coetanea. Lui è un Eugenio di Cusano Milanino, lei un’Ofelia di Rivalta Torinese. Insieme sono una storia d’amore, la prima per entrambi. Ma le vacanze finiscono, le famiglie e le distanze stemperano gli entusiasmi, le comunicazioni rigorosamente cartacee (siamo negli Anni 50), che celano i messaggi di passione sotto i francobolli, col tempo si diradano. Eugenio e Ofelia si perdono, trovano i compagni delle loro vite e costruiscono famiglie resistenti. Passa mezzo secolo, anche di più, e i fidanzati dell’adolescenza sono diventati due vedovi anziani. Ofelia incontra casualmente un vecchio vicino di casa che è tuttora in contatto con Eugenio.”

Oltre l’asfaltare, gli ultimi slogan di Renzi. Scrive Jacopo Iacoboni:

“Quando parla Renzi è frequente – e lui a volte ci s’impegna – adagiarsi nel racconto facile, e quindi la «rottamazione», o da ultimo il verbo «asfaltare» (pazienza se non ha detto che si vota «e li asfaltiamo», semmai ha detto «non si vota. Anche perché se si votasse stavolta li asfalteremmo»). Tuttavia mentre il Renzi delle origini attaccava davvero spesso il Pd e la sua nomenklatura, rivolgendosi direttamente all’elettorato, il Renzi di oggi ha scelto una strada leggermente diversa, anche linguisticamente: sta parlando, come sempre, a tutti gli elettori, ma in primis all’elettorato giovane (intendendo l’aggettivo «giovane» all’italiana: dai 20 ai 45 anni) e deluso del suo partito.”

Washington-Mosca braccio di ferro sulla risoluzione Onu. Dal corrispondente Maurizio Molinari:

“Siglato l’accordo sul piano di disarmo chimico della Siria, il braccio di ferro fra Washington e Mosca riprende dalla sua trasformazione in una risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Il Segretario di Stato John Kerry fa tappa a Parigi per incontrare gli alleati più stretti: Francia, Gran Bretagna, Turchia e Arabia Saudita. «Non tollereremo ritardi da parte di Bashar Assad, serve una risoluzione forte per realizzare il disarmo» dice il Segretario di Stato, pronunciandosi a favore di un testo che prevede «conseguenze» in caso di inadempienza, ovvero faccia riferimento al capitolo VII della Carta dell’Onu che legittima il ricorso alla forza.”

Il Fatto Quotidiano: “Il video ricatto del condannato.” Aumma Aumma. Editoriale di Marco Travaglio:

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“Il dibattito pro o contro il voto segreto in Senato sulla decadenza di B. dà la misura definitiva dell’abisso in cui sono precipitati i partiti. E chi non se ne rende conto, accettando anche soltanto di discuterne, non fa che aggravare la sua posizione. In un altro paese tutti i senatori, senza distinzione di colore, voterebbero senz’indugio per espellere un pregiudicato per frode fiscale e non farvelo tornare mai più. E solo in un postaccio come il Parlamento italiano qualcuno può temere che non lo faccia neppure la metà più uno dei senatori. Intendiamoci: è ovvio che, in assoluto, il voto segreto è una vergogna. I cosiddetti rappresentanti del popolo devono rendere conto ai cittadini in ogni momento, senza poter tirare la pietra e nascondere la mano. Anche e soprattutto per i cosiddetti “casi di coscienza” che finora han giustificato il ricorso allo scrutinio segreto. Ma questo semmai può dirlo Grillo, o qualcuno dei suoi appena arrivato in Parlamento: non chi ha sempre praticato il voto segreto (Grasso e Napolitano sono stati eletti solo grazie a quello) e ora vorrebbe abolirlo proprio sulla decadenza di B., con una mossa contra personam che non solo è una forzatura giuridica e un regalo a chi vuol gabellare B. per un perseguitato. “

Il Giornale: “La svolta di Berlusconi.” Editoriale di Alessandro Sallusti:

La baldanzosa sicurezza di Enrico Letta sulla tenuta del suo governo comincia a scricchiolare. Ieri, da Porta a Porta , il premier per la pri­ma volta ha inviato urbi et orbi un messag­gio chiaro: io e Napolitano – ha detto – non possiamo essere gli unici parafulmini. Par­lava al Pdl, certo, ma anche a Renzi che ora dopo ora alza il tiro per ottenere subito quel­le ele­zioni che con alta probabilità lo consa­crerebbero leader del Pd. E forse parla an­ch­e a chi a sinistra sta trasformando la giun­ta del Senato sulla decadenza di Berlusconi (domani il verdetto) in un Vietnam senza vinti né vincitori, ma con tante macerie.
Così, mentre Letta prende atto della real­tà, mentre i falchi e le colombe del Pdl a suon di dichiarazioni polemiche si conten­dono un posto in prima fila nella ri-nascen­te Forza Italia, tutti i nodi dell’estate stanno per venire al pettine. Oggi Silvio Berlusconi rompe il lungo silenzio post sentenza e con­segna alle tv un videomess­aggio che potreb­be costituire lo spartiacque definitivo sul fu­turo suo, del suo partito, del governo e del quadro politico. Magistratura, Forza Italia e alleati sono i temi contenuti nei dieci minuti di discorso visto, rivisto e pesato parola per parola negli ultimi giorni. Dopo quello della discesa in campo (1994), è l’intervento più solenne della sua non breve carriera.”