Dacia Maraini scrive a Papa Francesco: “L’aborto è sempre un dolore”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 17 Ottobre 2018 - 12:08 OLTRE 6 MESI FA
Papa Francesco, Dacia Maraini e la lettera sull'aborto

Dacia Maraini scrive a Papa Francesco: “L’aborto è sempre un dolore” (Foto archivio Ansa)

ROMA – Una lettera commovente quella che Dacia Maraini ha scritto a Papa Francesco su un tema delicato e doloroso come l’aborto terapeutico. La Maraini si dice addolorata e stupita per le parole del pontefice, che stima tantissimo. “Per le donne l’aborto è sempre un dolore”, sottolinea l’attrice. Ecco la lettera pubblicata sulla rubrica 27esima Ora del Corriere della Sera:

“Caro Papa,

proprio perché la stimo moltissimo e la seguo con affetto in tutte le sue prese di posizioni che mi trovano sempre concorde, non le nascondo che le sue parole sull’aborto mi hanno stupita e addolorata. Non posso fare a meno di chiederle perché abbia usato termini così duri e punitivi. 

Vorrei solo ricordarle che nessuna donna ha piacere di abortire. Se lo fa è perché costretta da tante ragioni dolorose che lei dovrebbe conoscere, vista la grande e generosa capacità di ascolto e di comprensione che ha sempre dimostrato. 

Inoltre vorrei ricordarle che la sola alternativa all’aborto è la prevenzione: una maternità responsabile, che la Chiesa e tutti i poteri del mondo hanno sempre scoraggiato, quando non addirittura proibito. Ricordiamo che fino a pochi anni fa la contraccezione era negata alle donne. Proibita dalla Chiesa ma anche dallo Stato che impediva la vendita legale dei mezzi di contraccezione. Per questo fiorivano gli aborti clandestini che tanti danni hanno fatto alle donne, favorendo l’arricchirsi di medici senza scrupoli che magari, dopo la legge, si sono dichiarati, obiettori di coscienza. 

Da quando è stata votata la legge, gli aborti sono diminuiti drasticamente. Perché si è data la possibilità alle donne di controllare la propria fertilità. Ed è proprio questa libertà che fa paura a chi si crede in dovere di decidere sulla sessualità femminile. 

Se oggi l’aborto ha ripreso a salire è perché vi ricorrono le migranti che spesso non hanno gli strumenti culturali e sanitari per prevenire una gravidanza non voluta. Se parlasse con queste donne, Santità, saprebbe che ricorrono all’interruzione per paura, per povertà, per ignoranza. Mentre le donne italiane ormai sono in maggioranza più aggiornate e sanno come evitare una maternità non voluta. 

Io non penso che l’aborto sia una bandiera da sventolare, l’ho scritto in un libretto del 1993. Questo per dire che non sono ragionamenti che faccio adesso. Ho sempre pensato che la libertà di aborto sia una libertà dolorosa e autolesionista. Non è una cosa buona interrompere un progetto di vita e nello stesso tempo ferire il corpo di una donna. Eppure mi sono battuta, con migliaia di altre donne, per la legge. E credo di avere avuto ragione, perché i risultati si sono visti subito: un calo decisivo degli aborti in generale. 

Lei più di tutti, Santo Padre, può capire che l’aborto è il risultato di una antica cultura patriarcale che non ha mai dato alle donne la possibilità di gestire quella cosa miracolosa e bellissima che è la creatività naturale. Le sue parole oggi purtroppo fanno tornare in mente la vecchia alternativa: o la castità o il carcere. 

È questo che vogliamo proporre alle donne? Crede davvero che si possa combattere un male antico con le minacce e la demonizzazione? Santo Padre, lei è troppo attento e consapevole per non riconoscere che la sola alternativa è la costruzione, lenta, faticosa, umana, civile, di una cultura della maternità responsabile. È su questa che stiamo lavorando e la vorremmo accanto a noi, come in tante altre campagne di pace, di solidarietà e di sostegno ai piu deboli. 

Se lei parlasse con alcune donne che hanno abortito per disperazione, capirebbe come stanno le cose. La richiamo per questo all’umanità che lei sta proponendo e diffondendo in giro per il mondo e per la quale è stimato e amato da tutti, anche da chi non si professa cattolico praticante. 

Con stima e affetto”.