Decadenza Berlusconi, Stefano Folli sul Sole 24 ore: “Una svolta avventurosa”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 27 Novembre 2013 - 10:05 OLTRE 6 MESI FA
sole 24 ore

Il Sole 24 ore del 27 novembre

ROMA – “Una svolta avventurosa”, questo il titolo dell’articolo a firma di Stefano Folli sulle pagine del Sole 24 ore del 27 novembre:

La novità politica più annunciata e “telefonata” della storia si è dunque consumata ieri sera, secondo le attese. Sul piano formale la rottura riguarda la legge di stabilità e la fiducia negata al governo Letta. Ma tutti sanno che il passaggio all’opposizione di Forza Italia dipende solo dal voto che oggi sancirà l’esclusione di Berlusconi dal Senato. Ora quello che davvero interessa è prevedere le conseguenze della frattura sulla sopravvivenza dell’esecutivo. È un po’ riduttivo sostenere che non succederà nulla poiché Berlusconi aveva già perso la cosiddetta “golden share”, ossia il privilegio di far cadere il governo a suo piacimento. Certo, la scissione di Alfano gli ha sottratto questa carta decisiva. Ne deriva che le “larghe intese” non sono più così larghe, ma la maggioranza appare stabile. Anzi, il gruppo del “Nuovo centrodestra” diventa la stampella più solida di cui dispone il presidente del Consiglio.

Tutto a posto, allora? Non proprio, e non solo per il mero calcolo numerico secondo cui a Palazzo Madama la coalizione dispone adesso di circa sette voti: sufficienti ma risicati. Si tratta intanto di capire chi trarrà vantaggio dalla novità. Il premier dovrà destreggiarsi di fronte a difficoltà vecchie e nuove, eppure sa che il suo destino dipende non solo dalla stabilità, ma dalla capacità di affrontare i problemi, anziché galleggiarvi sopra. Viceversa Berlusconi rischia di essere risucchiato su posizioni sempre più radicali e in fondo lontane dalla sua storia personale.

L’odierna manifestazione contro la decadenza sarà un test significativo: se si tradurrà in un attacco inconsulto al vertice istituzionale, ossia al capo dello Stato, ci saremo fatti un’idea della spirale in cui può facilmente essere inghiottita la nuova Forza Italia. E non è nemmeno vero che Letta dovrebbe dimettersi perché è cambiato il quadro politico. L’argomento della destra è comprensibile in termini di propaganda e tuttavia non sembrano esserci obblighi costituzionali in tal senso. La verifica della maggioranza è già in corso e si conclude con il voto di fiducia. Come dire che tanto basta. Il problema è se basterà sul piano politico. Da oggi in Parlamento le “piccole intese” saranno sotto assedio. L’opposizione berlusconiana ha tutta l’aria di voler essere intransigente e in un certo senso imprevedibile. Del resto non discende da un disegno lucido, bensì da un desiderio di vendetta. Per cui non ha torto Brunetta quando dice che «da oggi si apre un nuovo capitolo». In effetti comincia una corsa contro il tempo. Le “larghe intese” hanno concluso il loro ciclo nella versione immaginata al Quirinale dopo le elezioni di febbraio. Il Senato vota l’espulsione di un signore che è da ieri il riferimento di un grosso gruppo d’opposizione. Scelta inevitabile, ci è stato spiegato, ma non per questo meno eccezionale e perciò non priva di incognite. (…)