Disoccupazione giovanile, Ilva, Berlusconi e Costa Concordia: prime pagine e rassegna stampa

di Redazione Blitz
Pubblicato il 16 Settembre 2013 - 08:17 OLTRE 6 MESI FA

Il Corriere della Sera: “Sorpresa alla banca centrale Usa. Si ritira Summers, il candidato più vicino a Obama.” Con la testa sotto la sabbia. Editoriale di Lucrezia Reichlin:

“Quasi sessant’anni fa Ennio Flaiano immaginò la storia, divertente e malinconica, di un marziano atterrato a Roma e poi ricevuto dalle maggiori autorità. Ma che cosa accadrebbe oggi, se un inviato proveniente da Marte, terminato un viaggio di ricognizione nel mondo, giungesse in Italia per incontrare ministri e banchieri, politici e industriali, deciso a farsi un’idea del nostro Paese? Proviamo a ipotizzarlo.
Dopo avere intercettato grande ottimismo per la ripresa incipiente, il nostro marziano torna in albergo e riguarda gli appunti preparati dai suoi esperti. L’Italia ha oltre il 130 per cento nel rapporto debito-Pil, in crescita: ben al di là delle previsioni di due anni fa quando i più sostenevano che fosse stato raggiunto il picco.
Le prospettive di rientro — sentenziano i tecnici di Marte — sono inesistenti. La crescita del reddito potenziale è infatti, nelle stime più ottimiste, appena sopra lo zero, l’inflazione presente e attesa è al di sotto dell’uno e mezzo (1,3 in agosto), ma i tassi d’interesse effettivi sono in rialzo. Dati poco incoraggianti per la sostenibilità del debito.
Dai giorni della crisi più profonda — precisano poi gli esperti — l’Italia non ha fatto niente per rilanciare la competi- tività. Né quella intesa in senso stretto, determinata, cioè, dal tasso di produttività e dal costo del lavoro; né quella più ampiamente considerata, determinata dall’efficienza nelle dinamiche amministrativo-burocratiche e del sistema giudiziario e dall’incidenza della corruzione.”

Aumento Iva, serve un miliardo in 15 giorni. Scrive Mario Sensini:

“Renato Brunetta è strasicuro. «A giorni arriverà il decreto per bloccare l’aumento dell’Iva, con la relativa copertura. E’ una garanzia. Succederà» dice il capogruppo del PdL alla Camera. «C’è l’impegno del governo e della maggioranza a non far aumentare l’Iva a ottobre» aggiunge Brunetta, che attende da Letta e Saccomanni anche la cancellazione della seconda rata dell’Imu. Pure il Pd sarebbe daccordo nell’evitare il rincaro dell’imposta sui consumi, che altrimenti scatterà il primo ottobre, ma per il centrosinistra bisognerà fare delle scelte. Per l’Iva, il cui rinvio costa un miliardo a trimestre, la seconda rata Imu, per la quale servono 2,4 miliardi, le missioni di pace, la cassa integrazione, gli esodati, i soldi non bastano.
A sentire il viceministro dell’Economia del Pd, Stefano Fassina, non basterebbero neanche l’anno prossimo tanto che, dice, bisognerà fare una scelta anche lì: o il taglio del cuneo fiscale, che si ipotizza nell’ordine di 5-6 miliardi, o la sterilizzazione dell’Iva per tutto il 2014, che costerebbe 4 miliardi di minor gettito, e che per lui sarebbe la soluzione preferibile.”

Giovani adulti senza il posto. Un milione in meno. Articolo di Francesca Basso:

“Fino a qualche mese fa erano i quarantenni ad essersi guadagnati la definizione di «generazione perduta». E questo perché hanno davanti un futuro di austerità per il resto della propria vita professionale. Adesso le ultime cifre sul mondo del lavoro dicono che c’è anche una «generazione bruciata»: gli under 35 che faticano a trovare lavoro perché la stretta sull’accesso alla pensione ha tenuto saldi al proprio posto i più anziani. Cifre alla mano, in tre anni gli under 35 che lavorano sono scesi di un milione: tra il 2010 e il 2013 sono passati da 6,3 a 5,3 milioni.
Se poi si restringe la fascia dell’età considerata, tra i 25 e i 34 anni, le tabelle dell’Istat raccontano di un calo pari a 750 mila unità. Dunque sono proprio i giovani freschi di laurea a faticare di più a intraprendere una professione (non parliamo poi di una carriera). Comunque anche per chi non ha un titolo di studio oppure ha in mano un diploma la situazione non sembra migliore: il tasso di disoccupazione tra i 15 e i 24 anni è del 39,5% (dato di luglio). Nel secondo trimestre 2013 nella fascia tra i 25 e i 34 anni lavoravano appena 4,329 milioni di persone contro i 5,089 milioni di solo tre anni prima. Il tasso di occupazione ha subito un crollo dal 65,9 al 60,2 (era al 70,1% nella media 2007), con quindi appena 6 persone su 10 al lavoro nell’età attiva per eccellenza. Le differenze si accentuano poi a livello geografico. L’81,4% dei maschi del Nord lavora (dall’86,6% del secondo trimestre 2010) mentre al Sud solo il 51% degli uomini nella fascia 25-34 anni lavora e il 33,3% delle donne.”

 La Stampa: “Il giorno della Concordia. Al via uno show mondiale.” Pdl ai falchi ma salva il governo. Editoriale di Ugo Magri:

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“Vuoi vedere che Letta ci ha indovinato, mercoledì non scoppierà la crisi, giovedì neanche e venerdì nemmeno? Berlusconi sta per alzare bandiera bianca. Se la Giunta delle elezioni deciderà di cacciarlo dal Parlamento, con un nobile discorso lui protesterà al mondo la propria innocenza, si dichiarerà vittima dei magistrati.”

Fiasco dei liberali. Il voto in Baviera spaventa la Merkel. Scrive Alessandro Alviani:

“Si sono concluse con un trionfo per la Csu e un tonfo per i liberali le regionali di ieri in Baviera. Dopo il tracollo del 2008, quando perse 17,3 punti, la Csu, gemella bavarese della Cdu di Angela Merkel, riconquista la maggioranza assoluta e tocca, secondo le proiezioni, quasi il 49%, circa il 5% in più rispetto a cinque anni fa. Si tratta di una forte affermazione personale per Horst Seehofer, leader del partito e governatore della Baviera, che, nonostante alcuni scandali nella sua Csu, ha trionfato col suo mix di pragmatismo, ironia, sicurezza di sé e popolarità e ha raccolto i frutti di una situazione economica regionale molto positiva. «È un successo straordinario – ha commentato -. Siamo tornati». Sconfitti i liberali della Fdp, tradizionalmente deboli in Baviera. Finora erano al governo con la Csu, da ieri non sono più neanche nel parlamento regionale, visto che si sono fermati intorno al 3% (-5% circa).”

Il Giornale: “Berlusconi dice tutta la verità in un video.” Stato (e sinistra) dichiarano guerra a chi crea lavoro. Editoriale di Vittorio Feltri:

Il problema è il lavoro, predica ora il Pd, co­me predicava il Pci negli anni Cinquanta. Sempre le stesse parole, i medesimi slogan frusti che fanno venire l’orchite a chi li ascolti. Intanto le ultime statistiche, diciamo pu­re fresche di giornata, indicano che il tasso di di­soccupazione in Italia è salito a livelli vertiginosi: sono tre milioni i connazionali che si grattano il mento perché hanno perso il posto o perché non l’hanno mai avuto (alcuni non lo hanno cercato, terrorizzati all’idea di guadagnarsi il pane col su­dore della fronte). I giovani a caccia del primo impiego sono una moltitudine. Una consistente percentuale di lo­ro ha un diploma o una laurea da appendere in salotto, ma oltre a non avere un salotto – se si esclude quello di mamma e papà- non ha in ma­no un mestiere e forse non ha voglia di imparar­lo. I neodottori in filosofia credono di essere filo­sofi e aspirano a filosofare. I dottori in architettu­ra sono convinti di essere architetti e mirano a progettare senza saperlo fare. I dottori in lettere si sentono letterati e non si rassegnano a impu­gnare il cacciavite in luogo della penna, nono­stante sia noto che nella scuola non esistono cat­tedre disponibili né soldi per retribuire gli inse­gnanti.
Già. Il problema è il lavoro, insiste a predicare il Pd e non soltanto il Pd. Ma non ha ancora capi­to che tecnici, operai e impiegati possono essere assunti solo da vecchie e nuove aziende e non da enti pubblici, stracarichi di personale che spesso tira a campare e percepisce lo stipendio quasi fos­se un assegno alimentare, un salario di cittadi­nanza; una pletora di mezzemaniche che nel mi­gliore dei casi non fanno nulla e nel peggiore, avendo assimilato tutti i difetti della burocrazia, anziché impegnarsi in favore della gente la vessa trascinandola sull’orlo della disperazione.”