Una netta riduzione dei tempi rispetto ai tre anni attuali, anche perché il calcolo non partirebbe più, come ora, dal momento in cui i coniugi si presentano davanti al presidente del Tribunale, ma già alla presentazione della domanda.
Il Parlamento italiano ci riprova, a mettere mano alla legge che nel 1970 istituì il divorzio, sottoposta a referendum quattro anni dopo. «L’Italia è tra i Paesi europei in cui i tempi per ottenere lo scioglimento del matrimonio sono più lunghi, altrove spesso è sufficiente un atto amministrativo», spiega Alessandra Moretti del Pd, relatrice del provvedimento insieme al forzista Luca D’Alessandro. In Francia, Olanda, Inghilterra e Germania il tempo per ottenere il divorzio spazia da pochi mesi a due anni, mentre in Svezia lo scioglimento delle nozze è addirittura automatico se la richiesta è consensuale, si prolunga per sei mesi se uno dei due si oppone.
«Come avvocato mi occupo di diritto di famiglia, e so che la lunghezza dei tempi spesso esaspera il conflitto tra i coniugi, a tutto danno dei figli, e dello stesso sistema giudiziario», prosegue la Moretti. Sei sono le proposte presentate sul tema: due del Pd, una firmata da esponenti di Ncd e Fi, una del M5S, una di Sel e una del Psi. Si va dai sei mesi da allungare a un anno se ci sono minori (il testo dei Cinque stelle, e, molto simile, quello dei socialisti) alla proposta del centrodestra, che accorcia i tempi a un anno in caso di separazione consensuale ma lascia validi i tre anni se ci sono bambini di mezzo. Nel tentativo di trovare una mediazione, Moretti e D’Alessandro hanno pensato alla proposta dei dodici mesi che possono scendere a nove. Consapevoli che, comunque, approvare questa legge non sarà una passeggiata.
Già altre volte il Parlamento è partito di slancio sull’argomento per poi arenarsi – l’ultimo tentativo fallito, nella scorsa legislatura – e tuttora all’interno dei partiti convivono opinioni diverse. «Personalmente credo che se una storia è finita aspettare tre anni significa solo incancrenire i rapporti. Ma so che nel mio partito coesistono visioni diverse», spiega D’Alessandro. Cosa che ammette anche la capogruppo di Ncd, Nunzia De Girolamo: «Tra noi ci sono sensibilità diverse. Faremo una riunione e cercheremo una sintesi». Oggi comincia il percorso, una volta presentati gli emendamenti si capirà se ci sono resistenze. La Moretti è fiduciosa: «Ce la possiamo fare a portare il testo in Aula entro fine maggio».