Donato Lamorte è morto. Libero: “Tesoriere onesto che odiava il Palazzo”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 22 Agosto 2014 - 12:30 OLTRE 6 MESI FA
Donato Lamorte è morto. Libero: "Tesoriere onesto che odiava il Palazzo"

Donato Lamorte (Ansa)

ROMA – L’ex fedelissimo di Almirante e Fini, Donato Lamorte, scomparso a 83 anni. A lungo responsabile della cassaforte
e dell’organizzazione, accettò di candidarsi alla Camera solo a 70 anni. Il cognome? Ci rideva su.

Scrive Mattias Mainiero su Libero:

La raccontò Gianfranco Fini, quasi si trattasse di una barzelletta. Anni fa, quando generali e colonnelli della destra italiana ancora erano uniti,della casa di Montecarlo nessuno ovviamente parlava e il patrimonio del partito era oscuro ai più. Anni felici della destra, anche elettoralmente parlando.

Era venuta a mancare la madre. Lui telefonò all’obitorio: «Sono Lamorte,volevo sapere se è arrivata una bara… ». E dall’altro capo del filo sbottarono: «Ahò, ma nun c’hai un c…da fa’ oggi? E lassame lavorà». Per chiunque quel cognome lì sarebbe stato una croce, se non una lapide.

Lui, Donato Lamorte, il gentiluomo della destra, il fedelissimo di Giorgio Almirante e di Gianfranco Fini, memoria storica del Movimento sociale italiano, ci scherzava su. Una volta sui suoi manifesti fece scrivere: «Lamorte vi aspetta nei locali di via Alessandria alle ore 17». Memorabili le sue apparizioni alla Camera dei deputati. Aveva l’abitudine di presentarsi con qualche minuto di ritardo. Quatto quatto arrivava e annunciava la sua presenza ai colleghi: «Attento, c’è Lamorte alle tue spalle».

La morte se l’è preso ieri, 21 agosto, dopo una lunga battaglia con la malattia. Aveva 83 anni, quasi tutti vissuti con la destra e per la destra, da fascista non fascista, attivista non attivista, deputato al quale non era mai piaciuto fare il deputato. Era l’uomo dell’organizzazione, Lamorte, dei colloqui, dei suggerimenti. L’uomo che aveva le chiavi della cassaforte del partito e, forse anche per questo, le chiavi del cuore dei leader di destra.