Esercizio fisico aiuta cervello: sugli sci per la sfida a scacchi

di Redazione Blitz
Pubblicato il 10 Novembre 2014 - 09:45 OLTRE 6 MESI FA
Sugli sci per la sfida a scacchi “Così il corpo aiuta la mente”  Tanti legami tra muscoli e neuroni: la scienza trasforma gli allenamenti

“Così il corpo aiuta la mente”. Tanti legami tra muscoli e neuroni: la scienza trasforma gli allenamenti

ROMA – Che il cervello e il corpo siano indissolubilmente legati lo si è iniziato a intuire molto tempo fa. Ma è negli ultimi anni che la scienza ha dimostrato un grande interesse verso questo misterioso legame, collezionando una serie di studi su quanto sia importante allenare il corpo per migliorare il cervello, e viceversa. A svelare la trama della relazione è Giuseppe Alfredo Iannoccari, neuropsicologo e presidente dell’Assomensana (Associazione per lo sviluppo e il potenziamento delle abilità mentali).

Scrive Valentina Arcovio sulla Stampa:

«E’ stato dimostrato – spiega – che l’attività fisica è in grado di favorire la generazione di nuovi neuroni e, se unita alle attività mentali, ne prolunga la vita». Uno studio, a cui ha partecipato il Cnr, ha dimostrato che un idoneo esercizio fisico aerobico, come la corsa, blocca il processo di invecchiamento e stimola la produzione di nuove cellule staminali nervose nella zona dell’ippocampo, aumentando così le prestazioni mnemoniche.

Così come il campione di scacchi Magnus Carlsen si dedica al fondo prima della sfida di Sochi, anche uno studente o uno scienziato può migliorare le proprie prestazioni mentali grazie allo sport. «In generale, l’attività fisica – dice Iannoccari – aumenta il flusso del sangue nel cervello, facilitando l’irrorazione dei distretti cerebrali, e aumenta l’ossigenazione delle cellule nervose, alleviando la tensione. Sono effetti di cui potrebbe beneficiare chi lavora con la mente».

A seconda del tipo di prestazione mentale che si vuole favorire, un tipo di attività fisica può essere meglio di un’altra. «Chi deve preparare in poco tempo una relazione, in cui è richiesta l’elaborazione sintetica di tante informazioni, farebbe bene a giocare a uno sport individuale, come il tennis, perché favorisce la concentrazione di cui si ha un bisogno immediato – sottolinea -. Invece, per uno scrittore alle prese con un romanzo, che ha quindi più tempo, è consigliabile un tipo di attività che richiede una concentrazione prolungata, come una maratona». Altra cosa per chi fa un lavoro mentale che si svolge in team, come nel caso di un progetto scolastico di gruppo o la realizzazione di una campagna pubblicitaria. «In questi casi gli sport migliori – aggiunge lo studioso – sono quelli di squadra: basket e pallavolo, attività al chiuso, per chi lavora in gruppo in ufficio o a scuola; sport di squadra all’aperto, come il rugby o il calcio, per chi lavora in gruppo, ma in un settore più ampio come la realizzazione di una campagna internazionale».

Così come allenare il corpo può aiutare il cervello, un adeguato training mentale può aiutare a migliorare le prestazioni fisiche. «Uno schermidore o un atleta che si accinge a un incontro di arti marziali – dice – può trovare giovamento facendo un cruciverba o un puzzle prima di una sfida: queste attività preparano l’atleta a mantenere alta la concentrazione» (…)