Eugenio Corti, per i cattolici merita il canone italiano

di Redazione Blitz
Pubblicato il 7 Febbraio 2014 - 12:36 OLTRE 6 MESI FA
Eugenio Corti, per i cattolici merita il canone italiano

Eugenio Corti, per i cattolici merita il canone italiano

ROMA – “Il suo nome è nelle antologie francesi ma ignorato dagli studiosi di sinistra” scrive il Corriere della Sera, è Eugenio Corti che “per i cattolici merita il canone italiano”:

Incomprensione, trascuratezza, se non vera e propria esclusione, congiura del silenzio. Ieri il mondo cattolico ha rivendicato il valore dell’eredità letteraria, e non solo, di Eugenio Corti: uomo di fede e fervente anticomunista, scomparso martedì scorso a 93 anni, nella sua casa di Besana, in Brianza. Lo scrittore Luca Doninelli, sul «Giornale», ha ricordato le «perplessità critiche», le «bocche storte», perfino «una certa emarginazione» ai danni di Corti. Il cui capolavoro Il cavallo rosso , romanzo epico sulla disfatta morale della seconda guerra mondiale e del dopoguerra, fino al referendum per il divorzio, pubblicato nel 1983 da Ares, è un longseller da mezzo milione di copie in Italia e traduzioni nelle principali lingue straniere. Così Doninelli si chiede, retoricamente: «Si può forse parlare del romanzo italiano del 900» limitandosi a «Moravia, Calvino, Baricco?». No, anche se Corti, rilancia Doninelli, «non ha sofferto l’emarginazione culturale perché non era di sinistra o perché era cattolico», ma perché la sua letteratura «apparteneva a un quadro diverso da quello più condiviso in Italia». Più dell’ideologia, scrive, ha pesato il provincialismo dei critici: «Se fosse stato cinese anziché brianzolo forse avrebbe avuto una fortuna diversa» (e «La Padania» aveva evocato l’opera di Corti per difendere i valori della Brianza dalla pellicola di Paolo Virzì Il capitale umano ).
Su «Avvenire», il giornale dei vescovi, Alessandro Zaccuri ha parlato dell’«imbarazzo» della critica italiana «che non è mai arrivata a riconoscere pienamente la sua importanza». Un’incomprensione di cui però, aggiunge Zaccuri, Corti andava «fiero». Come dell’opera che gli inimicò la sinistra: Processo e morte a Stalin, dramma messo in scena nel 1962.
L’ostracismo ideologico della critica è stato segnalato anche da Ermanno Paccagnini sul «Corriere della Sera» e Giuseppe Leonelli su «Repubblica»; sul «Sole24ore» Giovanni Santambrogio ha parlato di «silenzio ingiusto», incrinatosi solo negli ultimi anni: dalla candidatura al Nobel per la letteratura, presentata dal Circolo culturale Passamonti di Biassono, alla Medaglia d’oro ai benemeriti della cultura e dell’arte, conferitagli nel 2013 dal Presidente Giorgio Napolitano; a ritirarla però, Corti mandò la moglie, perché non amava quelle «mascherate lì…», disse a «Tempi»: rivista che ha riproposto l’intervista allo scrittore «cattolico tutto d’un pezzo», la cui fede è stata «insuperabile ostacolo» per il «bel mondo».
Su «Tracce.it», rivista di Comunione e liberazione, compare un’intervista del 1997 in cui Corti ricostruiva l’autoemarginazione della cultura cattolica, vittoriosa sul piano politico contro il comunismo, ma scissa: «È entrato un tarlo corrosivo che, seguendo l’indirizzo di una certa lettura di Maritain, ha gradualmente portato a una divisione dei cattolici fino a una lenta paralisi. La cultura cattolica è diventata minoritaria al punto di non avere quasi più la forza di farsi sentire su piano nazionale, anche se ha espresso Augusto Del Noce e padre Cornelio Fabro nella seconda metà del secolo. Ci sono state altre grandi voci cattoliche, a cui il chiasso dei mass media laicisti impedisce quasi di farsi sentire».
Cesare Cavalleri, direttore di Ares, casa editrice cattolica, sulla scrivania del suo studio a Milano mostra il volume Italica: L’Italie littéraire de Dante à Eugenio Corti (l’Age d’Homme, 2012) di François Livi, professore alla Sorbona: «All’estero — racconta Cavalleri — Corti fa parte del canone italiano», mentre in Italia «è assente nelle storie letterarie di sinistra, come quella di Asor Rosa; ma è letto nelle scuole, penso al liceo dedicato all’amico don Gnocchi. E verrà letto, perché scriveva per i posteri».
Domani ci saranno i funerali nella basilica di Besana, in Brianza, alle ore 10.30. Da martedì scorso, i suoi lettori, vecchi e nuovi, sono i posteri cui spetta il giudizio cui Corti più teneva.