Evasione fiscale e Pd, Dl Fare e Santiago de Compostela: prime pagine e rassegna stampa

Il Corriere della Sera: “L’evasione fiscale fa litigare il Pd.” Le colombe e i superpotenti. Editoriale di Luigi Accattoli:

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“Molte informazioni da decifrare sono contenute nella decisione del Papa di non accettare domande dai giornalisti sull’aereo che lo portava a Rio: egli è meno moderno, nel rapporto con i media, rispetto ai predecessori che quelle domande le accettavano; ed è geloso dell’autonomia delle sue parole, che non vuole siano condizionate dalla curiosità del mondo.
C’è di mezzo il Vangelo che dice «siate candidi come colombe e astuti come serpenti». Né bisogna dimenticare la sua formazione di gesuita: egli probabilmente si sente chiamato a essere povero come Francesco ma anche prudente come Ignazio. E forse la sedia vuota al concerto non è lontana da questo scenario.
Un punto è chiaro ed è un elemento del suo metodo di governo, che ci è noto per altre decisioni riguardanti la propria azione: egli non ama teorizzare o spiegare quello che intende fare; e spera che facendo senza dire gli riesca meglio di esercitare quella pienezza di poteri che il sistema cattolico gli attribuisce ma che la legge della consuetudine decurta drasticamente. L’avevamo visto esercitare quest’arte del fare senza dire a proposito degli abiti, della preferenza per il titolo di «vescovo di Roma», della scelta di restare al Santa Marta, della celebrazione quotidiana «con il popolo», degli spostamenti con auto ordinarie invece che con quelle di rappresentanza.
In questo debutto con i giornalisti non gli era difficile prevedere le domande sullo Ior e sulla «lobby gay», sul celibato e sulle donne.”

Lo strabismo fiscale della Sinistra e il Peso della Cgil. L’analisi di Dario Di Vico:

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“Ieri cominciando la sua giornata di lavoro da vice-ministro Stefano Fassina non avrebbe mai pensato che si sarebbe conclusa con una solenne stroncatura da parte del segretario della Cgil, Susanna Camusso. Se c’è stato infatti in questi mesi un politico di punta del Pd attento a coltivare i rapporti con il sindacato è stato Fassina ma evidentemente Camusso è come quegli stopper d’area di rigore che quando devono randellare non stanno attenti a distinguere tra palla e gambe. Il vice-ministro di buon mattino si era recato a un’assemblea della Confcommercio — gli stessi che avevano fischiato Flavio Zanonato — e con un pizzico di empatia aveva riconosciuto che non tutti gli evasori sono uguali, ma bisogna distinguere tra l’egoismo dei ricchi e chi evade per far sopravvivere la sua azienda nel commercio o nell’artigianato. Buon senso, verrebbe da commentare ma Camusso non l’ha pensata così e ha emesso il suo verdetto: «Fassina ha commesso un drammatico errore politico». Per carità, l’allievo prediletto di Vincenzo Visco di errori politici ne fa tanti, una buona parte per eccesso di generosità. Ha sostenuto l’ipotesi di un governo del cambiamento Bersani-Grillo e ancora qualche giorno fa ha dato via libera a un emendamento del cinquestelle Pisano che istituiva il famigerato Durt e aumentava gli adempimenti burocratici dei Piccoli. Capita. Il vero guaio di tutta questa vicenda è che però dimostra ancora una volta lo strabismo del Pd, che a differenza di quello di Venere non è una virtù.”

Il Movimento dice di difendere la Carta In realtà il pericolo è lo sfascio. La nota politica di Massimo Franco:

“C’è una contraddizione vistosa fra l’allarme che il Movimento 5 Stelle lancia sullo «sfascio» dell’Italia, e i suoi comportamenti parlamentari. L’ostruzionismo sul primo «decreto del fare» del governo, al quale non si esclude possa seguire quello sugli altri quattro, sta rallentando i lavori della Camera e provocando uno spreco di denaro pubblico. E acuisce il sospetto che le truppe di Beppe Grillo contribuiscano all’ingovernabilità invece di proporsi come alternativa e offrire soluzioni. La seconda seduta notturna di ieri, dopo quella di mercoledì, con una tensione all’apice e scambi di accuse e perfino di insulti, è stata accompagnata dagli anatemi grillini contro la classe politica e contro le istituzioni; e da un’offensiva della Rete giunta a legittimare l’uccisione dei dipendenti del Parlamento come contributo alla riduzione delle spese della politica..”

Dagli ecobonus all’Iva Le 5 misure a rischio per l’ingorgo in Aula. Articolo di Lorenzo Fuccaro:

“Infuocato il clima, infuocato il Parlamento i cui lavori rischiano di prolungarsi mettendo in forse la tradizionale pausa feriale di agosto. Nelle due Camere, infatti si stanno esaminando provvedimenti giudicati imprescindibili dal governo perché connessi con la propria agenda. Tuttavia, l’effetto perverso del filibustering dei grillini e del mancato accordo tra i partner delle larghe intese potrebbe creare il cosiddetto «ingorgo istituzionale», facendo sì che alcune misure di urgente approvazione corrano il serio pericolo di un rinvio o, peggio ancora, di decadere trattandosi di decreti in attesa di conversione in legge. Entro agosto quindi dovranno essere tassativamente approvati cinque provvedimenti: quello dell’Ilva scade il 3; gli ecobonus il 4; il cosiddetto «decreto del fare» il 20; quello su lavoro giovanile e Iva il 27; lo «svuota carceri» (contiene norme per estendere la disciplina della messa in prova anche per gli adulti) il 31.”

La prima pagina de La Repubblica: “Soldi ai partiti, la spugna del Pdl.”

La Stampa: “A sinistra scontro sul fisco.” Nuova mappa per le grandi potenze. Editoriale di Roberto Toscano:

“Come disse una volta il famoso comico americano Groucho Marx, è difficile fare previsioni, soprattutto se si riferiscono al futuro.Si potrebbe anzi dire che mai come oggi è giustificato esitare prima di addentrarsi nel territorio sconosciuto del tempo a venire, e questo per svariate ragioni. In primo luogo l’accelerazione esponenziale di tutta una serie di tecnologie, soprattutto nel campo della comunicazione, che trasformano non più di anno in anno, ma di mese in mese se non di giorno in giorno il contesto della società contemporanea. Vi è poi la caduta dei grandi «paradigmi di previsione», in primo luogo il pensiero filosofico di radice hegeliana che ha avuto una influenza così profonda sul sentire comune anche al di là dell’ideologia marxista. E che dire poi del tramontare di un altro riferimento ideologico-culturale, quello del progresso, percepito come inevitabile miglioramento della società?”

Il Fatto Quotidiano: “Salviamo la costituzione.” “Letta dura senza paura.” Editoriale di Marco Travaglio:

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“C’è poi un’ultima, prodigiosa coincidenza: un certo S. B. fra quattro giorni comparirà al processo Mediaset in Cassazione dopo la condanna in primo e secondo grado a 4 anni per frode fiscale. I giudici d’appello hanno sottolineato il suo indefesso impegno antievasione: “Con una strategia originata in anni in cui Silvio Berlusconi era incontestabilmente il gestore diretto di tutte le attività, il gruppo Fininvest, e più precisamente il suo fondatore e dominus, con l’aiuto dell’avvocato Mills ha costituito una galassia di società estere, alcune delle quali occulte, che occulte dovevano restare, tanto da corrompere la Guardia di Finanza che rischiava di scoprirle..”

Il Giornale: “Gli evasori non sono più cattivi.” Editoriale di Alessandro Sallusti:

Un merito il gover­no delle larghe in­tese ce l’ha, e non da poco: fare am­mettere alla sinistra che le ri­cette economiche del cen­trodestra sono le uniche giu­ste e praticabili. È successo sulla abolizione dell’Imu, lanciata in campagna eletto­rale da Berlusconi tra gli in­sulti del Pd e ora punto cen­trale dell’azione di governo, è successo sul concetto che l’euro così com’è non è un ta­bù inviolabile, sulla follia di aumentare l’Iva. Ieri l’ulti­ma retromarcia. Il responsa­bile economico del Pd, Fassi­na, ha ufficialmente sdoga­na­to la vecchia massima ber­lusconiana sul fatto che non tutti gli evasori fiscali sono dei mascalzoni e che in casi difficili e drammatici non pa­gare le tasse è una necessità.
Fassina l’ha definita «evasio­ne di sopravvivenza »: il catti­vo non è il contribuente ma uno Stato ingordo, spreco­ne che non si comporta con lo stesso rigore che preten­de dai suoi sudditi.
Benvenuta, sinistra, nel mondo reale. Non so per quanto ci resterai, visto il co­ro di sdegnato moralismo che da quelle parti ha accol­to il clamoroso annuncio che già anni fa provocò una delle tante gogne mediati­che a Silvio Berlusconi. «Pdl partito di impresenta­bili evasori » tuonarono i so­liti noti, le tasse si pagano. Certo che si pagano, dico io, ci mancherebbe altro. Ma se a fine mese non ti re­sta in tasca un centesimo, che fai? Alcuni, purtroppo non pochi, si sono sparati per la vergogna di essere eti­chettati come evasori, cioè a stare a sentire i commenta­tori con pancia e portafo­glio pieno, il male assoluto della società (concetto inopportunamente ribadi­to due giorni fa dal premier Enrico Letta).”

 

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