Fazio Fazio e il tramonto di “Che tempo che fa”, Carlo Tecce sul Fatto Quotidiano

di Redazione Blitz
Pubblicato il 11 Novembre 2013 - 09:09 OLTRE 6 MESI FA
Maradona e il gesto dell'ombrello contro Equitalia

Maradona e il gesto dell’ombrello contro Equitalia

ROMA – Dieci anni si vedono, e si sentono scrive Carlo Tecce sul Fatto Quotidiano. “Che tempo che fa”, spente le dieci candeline, si è scolorito, “Che tempo che fa” è una (ex) montagna “di share che perde un granellino di pubblico ogni anno”.

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Le interviste a Renato Brunetta e Raffele Fitto non avevano senso di esistere, come quella a Gianni Cuperlo. Se Fazio entra nel dibattito politico utilizza il metodo Fazio, cioè l’equidistanza e l’empatia che ti aiutano con Ivano Fossati e ti condannano con i più o meno scafati parlamentari. Il prezzemolino di Quelli che il calcio, all’epoca così non convenzionale, è diventato la trappola di se stesso.

LA PROMOZIONE che spesso Che tempo che fa garantisce ai propri ospiti va bene se arriva Sting per lanciare il nuovo disco (stasera) o becchi André Agassi, un ex tennista con una vita pazzesca raccontata in un libro pazzesco. La dimensione di Fazio sono Agassi e Sting e non certo Brunetta e Cuperlo. Su Maradona e l’ombrello s’è parlato tanto e tanto a sproposito, quel che può si notare oggi, a distanza di settimane, è che Fazio non era fresco, non era presente a quel gesto e ha sorriso perché sorridere a mezza bocca lo contraddistingue. Interrotta la collaborazione con Roberto Saviano, che nell’ultimo periodo non migliorava lo share (anzi, lo peggiorava), Fazio ha smesso di sperimentare e non bastano più i dieci minuti di frenesia con Luciana Littizzetto e neanche le esclusive con Enrico Letta in collegamento e in comizio. Che tempo che fa è una (ex) montagna di share che perde un granellino di pubblico ogni anno, poi ogni mese e infine ogni settimana. Il soccorso di Vianello non va preso in considerazione. E i privilegi di cui gode Fazio sono un’aggravante. Ci sono programmi che possono sopravvivere decenni e programmi che, a un certo punto, si sfaldano e vanno in frantumi: fanno male a chi li produce e a chi li guarda. Che tempo che fa dovrebbe riposare e Fazio, soprattutto, dovrebbe inventarsi qualcosa. Perché la televisione dei Pippo Baudo e dei Mike Bongiorno non è la televisione di oggi. Se non cambi, dicono a Roma, te se magnano.