Fausta Bonino, figlio vittima infermiera killer: Ha detto…

di Redazione Blitz
Pubblicato il 1 Aprile 2016 - 11:35 OLTRE 6 MESI FA
Fausta Bonino, figlio vittima infermiera killer: Ha detto...

Fausta Bonino, figlio vittima infermiera killer: Ha detto…

PIOMBINO – I familiari delle vittime di Fausta Bonino, accusata di essere l’infermiera killer dell’ospedale di Piombino e di aver ucciso i pazienti con iniezioni di eparina, raccontano la loro esperienza. Francesco Valli, 63 anni e figlio di Marcella Ferri, ricorda in una intervista la morte della madre avvenuta il 3 agosto 2015 nel reparto di rianimazione. “Ha detto ‘almeno così dorme’ e ha fatto una iniezione a mia madre, che poco tempo dopo è morta”.

Marco Menduni per il Secolo XIX ha intervistato Valli, che dopo la morte sospetta della madre ha presentato un reclamo all’ospedale ed è stato sentito dai carabinieri del Nas, che già indagavano sulla Bonini. Valli racconta che la madre era entrata in ospedale per una operazione e i medici volevano dimetterla già il giorno dopo l’intervento chirurgico, ma dopo quella iniezione per dormire l’anziana è morta:

“«L’infermiera mi ha guardato negli occhi, mi ha detto: almeno così dorme. Aveva l’aria scocciata, di chi fa una cosa controvoglia, più in fretta possibile. E’ andata da mia madre, in pochi istanti le ha fatto quell’iniezione, così in fretta e così bruscamente che le ho detto: ma faccia piano, è una donna anziana. In poco tempo mia madre è morta».

Perché ha scritto quella protesta? «Perché mi sono reso conto che qualcosa che non era andata per il verso giusto. Non sono un medico, ma già mi sembra poco professionale fare un’iniezione in quel modo. Però è stato tutto il contesto a turbarmi, a farmi insospettire sempre di più».

Che cosa è accaduto in quelle ore in rianimazione?
«So che mia madre era anziana, aveva 87 anni, ma stava bene. Meglio: loro mi dicevano che stava bene, che il giorno successivo sarebbe stata dimessa, di preparare tutto. Poi è arrivata quell’infermiera, che ho riconosciuto dalle fotografie dei carabinieri, e le ha fatto un’endovenosa».

Dopo sua madre si è assopita?
«Io ho avuto la percezione che stesse male. Sono andato da un medico in un’altra stanza a chiedere di venire a controllarla, lui mi ha risposto malamente: vedo tutto dai monitor, non ce n’è bisogno. Ma cosa gli sarebbe costato? Invece tutti mi hanno tranquillizzato, mi hanno detto di non essere ansioso e di andarmene serenamente a casa».

Cosa che lei ha fatto…
«Cosa potevo fare, se non fidarmi di medici e infermieri? Invece ho aperto la porta del mio appartamento, non ho fatto in tempo a sedermi che è squillato subito il telefono. Era l’ospedale, mi hanno detto: torni subito qui, perché sua madre è peggiorata. Io ho esclamato: ma come peggiorata, io ve l’avevo detto che stava male, mi avete risposto di non preoccuparmi».

E’ tornato subito indietro.
«Con il cuore in gola. Suonavo, suonavo e non apriva nessuno. Poi è arrivato un medico e mi ha detto: su’ mamma ‘un ce l’ha fatta, è mancata, vada pure a salutarla».

Ha avuto una spiegazione di quel che era accaduto?
«Anche quello che è successo da quel momento in poi è inaccettabile. Per giorni ho chiesto a tutti di dirmi perché mia madre era morta. Nessuno mi ha dato uno straccio di spiegazione. Tutti stavano in silenzio».

Nella sua relazione la Bonino ha affermato di non aver somministrato altri farmaci a sua madre oltre al tranquillante («le goccine») della sera.
«Alle sette e dieci ho assistito all’iniezione nel braccio di mia madre di un liquido trasparente da parte di quell’infermiera, mi ha detto che l’avrebbe fatta dormire. Io sono convinto di esser stato diretto testimone del gesto costato la vita a mia madre»”.

FOTO ANSA.