Fausto Carioti su Libero: “L’ossessione del Pd: cercare con i grillini maggioranze variabili”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 11 Ottobre 2013 - 11:24 OLTRE 6 MESI FA
Fausto Carioti su Libero: "L’ossessione del Pd: cercare con i grillini maggioranze variabili"

Fausto Carioti su Libero: “L’ossessione del Pd: cercare con i grillini maggioranze variabili”

ROMA – Bersani, e il suo fallimento, non è bastato al Pd. “L’ossessione del Pd – scrive Fausto Carioti – cercare con i grillini maggioranze variabili”.

Ecco l’articolo:

Un aiuto concreto per la comprensione delle azioni del Pd nei confronti dei grillini viene dal dizionario di Medicina Treccani, alla voce «Coazione a ripetere »: «Tendenza incoercibile, del tutto inconscia, a porsi in situazioni penose o dolorose, senza rendersi conto di averle attivamente determinate, né del fatto che si tratta della ripetizione di vecchie esperienze». Dopo il lungo inseguimento da parte di Pier Luigi Bersani per fare insieme il «governo del cambiamento », dopo aver cercato di far votare Romano Prodi presidente della Repubblica ai grillini, tentativo che il comico liquidò in un istante con un ukase dei suoi (al resto pensarono i parlamentari del Pd), e dopo tante vicende simili di minore importanza, stavolta la «situazione penosa e dolorosa » è stata prodotta dall’emendamento per eliminare il reato di immigrazione clandestina. Di diverso, in questo caso, c’è solo che il primo passo lo hanno fatto i senatori grillini.

L’emendamento è stato presentato da due di loro, convinti che «alla prova dei fatti il reato di clandestinità non ha risolto nulla, aggravando solo i costi per la giustizia, con meno sicurezza per le strade, senza combattere clandestinità e sfruttamento». Il capocomico, lì per lì, è parso pure contento. «Da oggi le espulsioni dei clandestini sono più semplici. Non lasceremo più morire nessuno in maniera inumana, ci sarà più sicurezza, più legalità e più umanità», ha scritto Grillo sulla propria pagina facebook. Entusiasta, il Pd ha votato la proposta grillina, alla quale si è accodato pure il governo, tramite il sottosegretario alla giustizia Cosimo Ferri, pidiellino, che ha dato un surreale parere positivo a nome dell’esecutivo, mentre il Pdl ha votato contro, assieme alla Lega, e ovviamente ha perso. Davanti ai democratici si è spalancata così la meravigliosa opportunità di iniziare davvero il gioco che sinoranonè mai riuscito: quello delle maggioranze variabili.

C’è da votare una norma “di sinistra” che il Pdl non digerisce, come l’abolizione del reato di clandestinità? Il Pd fa asse con il Movimento 5 Stelle, partito d’opposizione: i numeri ci sono. Occorre far passare un provvedimento di finanza pubblica scritto dal governo? Il Pd lo approva assieme al Pdl, partito di maggioranza: anche in questo caso i numeri sono ottimi e abbondanti. Comodo, no?E pure a costo zero, credono ipiddini, visto che adesso dentro al Pdl c’è una componente, quella degli alfaniani, disposta a tenere in piedi il governo anche se i pasdaran del Cavaliere lo vogliono buttare giù. Umberto Bossi, che sarà malridotto, ma certe cose le capisce ancora bene emantiene intatto il dono della sintesi, dice che quella di Grillo sembra proprio «una marchetta alla sinistra ». Ma Facebook è chic e non impegna: si sa che la scrittura di certe cose spesso è demandata a qualche volenteroso ragazzotto dello staff e che il titolare fa prestoa rimangiarsi tutto.

Così Grillo, capito che quel voto in Commissione serve solo ad aprire una prateria dinanzi alle scorribande del Pd, infligge per l’ennesima volta il «trattamento Bersani » a Guglielmo Epifani e agli altri democratici. In un istantedeclassa quella dei suoi senatori a «posizione del tutto personale», come tale indegna di essere condivisa e portata avanti. Parole un po’ diverse da quelle pubblicate a suo nome sul social network. Dentro al Pd la sensazione di déjà vu è grande. Da costola della sinistra, carica nuovamente ricoperta per poche ore, Grillo è degradato a «peggiore destra xenofoba che punta a mettere gli uni contro gli altri i poveri italiani e quelli stranieri». A tenere viva la fiammella dei due forni resta la possibilità di una scissione grillina, ma anche questo è un film che dall’inizio della legislatura è stato già trasmesso tante volte, sempre con lo stesso finale: il gregge col marchio a Cinque.