Federico Aldrovandi, Italia Oggi: “Video taroccati? Fare chiarezza”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 19 Giugno 2014 - 12:58 OLTRE 6 MESI FA
Un frame del video

Un frame del video

ROMA – Gli applausi dei poliziotti in assemblea a Rimini che hanno accolto i colleghi condannati per la morte di Federico Aldrovandi non ci sarebbero stati.

Il Sap, uno dei sindacati di polizia, quello coinvolto nella vicenda, è passato al contrattacco “con accuse assai dure”, come riporta Giorgio Ponziano, firma di Formiche, su Italia Oggi.

Nel servizio del Tg3 che ha scatenato il «caso» sarebbero stati messi in onda gli applausi al termine di una proiezione facendoli passare per l’ovazione verso i poliziotti coinvolti nella vicenda di Federico Aldrovandi. Come prova il sindacato mostra un video che documenta l’utilizzo improprio degli applausi.

Per qualche ora il Corriere della Sera ha postato sul suo sito web due video a confronto: quello trasmesso dal Tg3 e quello del Sap dove i partecipanti al congresso, in piedi, plaudono appunto alla fine di un video in cui un poliziotto, il vicequestore Gianni Spagnulo, che durante un corteo a Bologna si tolse il casco per difendere i suoi uomini, racconta le difficoltà di difendere l’ordine pubblico. Quei lunghi applausi sarebbero poi stati montati sulle immagini dell’ingresso in sala degli agenti (che si professano innocenti) che il magistrato ha condannato per eccesso colposo di Federico Aldrovandi. In realtà ad essere osannato, con tanto di pacche sulle spalle, è stato Spagnulo, presente in platea.

Dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al ministro dell’Interno, Angelino Alfano, dal presidente del consiglio, Matteo Renzi al presidente del Senato, Pietro Grasso: tutti si scandalizzarono quando i Tg proposero ripetutamente quelle immagini. Secondo il Sap adesso dovranno fare dietrofront. Il segretario del sindacato, Gianni Tonelli, ha inviato il video a Napolitano e ha incontrato Alfano «per spiegargl i- dice- che è stato indotto in errore. Nel nostro video si vede in maniera sfacciata come le immagini degli applausi mandati in onda da tutti i telegiornali siano state in realtà realizzate la mattina del convegno e che l’applauso della sala era indirizzato a Spagnulo. È stato veicolato un messaggio menzognero., qualcuno ne dovrà rispondere».

Aggiunge Tonelli: «Nonostante avessimo scritto al presidente della Repubblica il 2 maggio, spiegando che quel filmato era stato taroccato, la televisione ha continuato a mandarlo in onda. Ha agito con coscienza e malafede, danneggiando la polizia». Tonelli prosegue: «Una taroccatura fatta ad arte e in malafede per mettere in atto una strumentalizzazione senza precedenti», hanno commentato i parlamentari (tra i quali Gasparri, Formigoni, Giovanardi, Albertini, Molteni e Crosetto) presenti alla proiezione del filmato che il Sap ha organizzato a Montecitorio.

Questa la versione del Sap: «Hanno spacciato questo video – afferma Tonelli – per applausi scroscianti ai colleghi condannati ma non è così. Per un mese è stato trasmesso da tutti i tg e in particolare da quelli del servizio pubblico un video ‘taroccato’ che non ha danneggiato solo il sottoscritto o il Sap. Una storia gravissima. Non abbiamo in alcun modo applaudito la morte di qualcuno, nè abbiamo mancato di rispetto al dolore della famiglia di Federico Aldrovandi».

Finora non vi sono precisazioni e risposte da parte della Rai e neppure dell’Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai solitamente premuroso nel difendere gli iscritti. Ma la vicenda approderà alla commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai e quindi cesserà la politica dello struzzo da parte del servizio pubblico. «Convocheremo i direttori dei Tg – dice Roberto Fico, 5stelle, presidente della commissione – per fare chiarezza». Anche la Lega aspetta i direttori al varco, i parlamentari Stefani, Centinaio, Caparini, Molteni e Bragantini hanno presentato un’interrogazione parlamentare: «Si tratta – scrivono – di una vera e propria contraffazione dell’informazione montata ad arte per delegittimare le forze di polizia».

Se il Tg3 è stato il primo a parlare di ovazione verso i poliziotti condannati, Tonelli chiama in causa pesantemente anche il Tg1, che alla faccia della completezza e dell’obiettività dell’informazione non ha dato notizia della smentita del Sap: «Quando abbiamo scritto al Capo dello Stato che il filmato era un falso – dice – il Tg1 , lo stesso giorno, ci chiese copia della lettera. Poi però, la sera mandò in onda le stesse immagini accusandoci di aver applaudito».

Accanto al silenzio sulla reazione del Sap, vi è lo spazio invece dedicato, per esempio, a Luigi Manconi, senatore Pd, presidente della Commissione diritti umani e marito di Bianca Berlinguer, direttrice del Tg3: «Quegli applausi- affermò Manconi – sono stati un oltraggio verso lo stato di diritto, la società italiana e le istituzioni. Si è trattato di un messaggio di omertà, di ostilità, di corporativismo_.Una parte non irrisoria e non insignificante delle nostre forze di polizia è malata e questo è un problema per la democrazia del nostro Paese».

Replica Tonelli: «Ci accusano di avere pregiudizi ma loro hanno le bistecche davanti agli occhi, non si fermano neppure di fronte a un filmato che smentisce la subdola strumentalizzazione hanno gli occhi foderati di prosciutto».

Il sindacato non si ferma qui. Denuncia che è in corso un organico piano di delegittimazione e di indebolimento della forze di polizia. Tre i casi emblematici, secondo il Sap. 1.Giuseppe Uva, artigiano di 43 anni, morì in ospedale dopo aver trascorso parte della notte in caserma. La sera del 14 giugno del 2008 l’uomo era ubriaco, in compagnia di un amico. Quando vennero fermati, i due stavano spostando delle transenne in mezzo alla strada. Dopo il fermo, Uva reagì. Per questo i militari chiesero aiuto a una volante della polizia. Ne interverranno tre, che portarono i due in caserma. Qui, secondo i familiari, egli subì delle violenze prima di essere ricoverato in ospedale con trattamento sanitario obbligatorio dove morì. Il caso finì con grande rilievo su tutti i giornali e in tv. In questi giorni il procuratore della Repubblica di Varese ha chiesto il proscioglimento dall’accusa di omicidio preterintenzionale e altri reati per il carabiniere e i sei poliziotti imputati per la sua morte. 2. All’inizio di questo mese di giugno Repubblica ha pubblicato la foto di un uomo, un marocchino, legato mani e piedi in una stanza del commissariato di Monza ed è scoppiata la polemica: fiumi di inchiostro e di servizi tv ma nessuno ha citato (la foto era di qualche tempo prima) che l’uomo è stato condannato a 8 mesi per violenze nei confronti dei poliziotti intervenuti e di un altro extracomunitario aggredito e il magistrato ha già stabilito che non ci sono stati abusi. 3. Nel 2006 una pattuglia di carabinieri interviene, a Sassuolo, contro Moulayamer Ei Idrissi, ubriaco, che sta infrangendo con lanci di pietre le vetrate della sede Cisl. Avviene una colluttazione e un video amatoriale attraverso You Tube fa il giro del mondo e mostra gli agenti che si azzuffano con l’ubriaco. L’indignazione sale e i carabinieri vengono trasferiti, nonostante le loro rimostranze. Per una parte dell’opinione pubblica Ei Idrissi è un eroe. Peccato che poi sia colto mentre vende droga e scappi dall’Islamic anti defamation league di Roma dove era stato accolto per evitargli il carcere. Infine arriva la sentenza del magistrato sui carabinieri: quel famoso video che aveva creato scandalo era ‘mendace’, taroccato come gli applausi del Sap, riportava solo una parte della lite, non l’aggressione ai carabinieri ma solo il loro successivo placcaggio dell’uomo. Nessuno ha mai chiesto scusa ai militari, finiti con tanto di nome e cognome sui giornali.