Ferie magistrati, giallo sul taglio a 30 giorni

di Redazione Blitz
Pubblicato il 11 Novembre 2014 - 11:56 OLTRE 6 MESI FA
Ferie magistrati, giallo sul taglio a 30 giorni

Ferie magistrati, giallo sul taglio a 30 giorni

ROMA – Ferie delle toghe, giallo sul taglio a 30 giorni. Il testo del decreto escluderebbe dal nuovo regime i “magistrati che esercitano funzioni giudiziarie”: la grande maggioranza della categoria manterrebbe così i 45 giorni di riposo. Il ministero ammette: la norma è scritta male, ma l’intento non cambia.

Scrive Liana Milella su Repubblica:

Ferie delle toghe. Tagliate da 45 a 30 giorni. Un punto forte del governo Renzi. Ma il decreto legge che le ha ridotte conterrebbe un baco. Le ferie resterebbero 45 per i magistrati «che esercitano funzioni giudiziarie », mentre sarebbe 30 per gli altri, toghe nei ministeri comprese. Su questo, da 24 ore, impazza una querelle nelle mailing list dei giudici. Se n’è parlato a Roma, durante l’assemblea dell’Anm a piazza Cavour. Via via sempre più convinti che i tecnici, tra palazzo Chigi e via Arenula, abbiano preso, volontariamente o per sbaglio, una bella topica, che potrebbe risolversi in centinaia di ricorsi davanti ai Tar. A teorizzare quella che considera «una lettura obbligata » è Claudio Castelli, presidente aggiunto dei gip di Milano, nota toga di Md, ma soprattutto per anni all’Organizzazione giudiziaria del ministero. Per struttura mentale, un tecnico puro.

Ha detto ieri il Guardasigilli Andrea Orlando nel suo primo incontro col Csm: «Quello delle ferie è un punto che ha assunto rilevanza più per l’enfasi che c’è stata che per la sostanza sua propria». Detta così, è sembrata la conferma che il taglio, non riguardando tutti i giudici italiani, ma solo la parte non operativa, non può avere l’impatto devastante che le toghe stesse gli imputano. Il giallo ci sta tutto — come stiamo per vedere dalla lettura puntuale dei testi — anche se lo staff tecnico del Guardasigilli smentisce l’interpretazione minimalista e dice: «Forse la legge è scritta male, ma la sua interpretazione è univoca. La riduzione delle ferie vale per tutti ».

Vero? Falso? Vediamo un po’. Partendo dalle parole, scritte nella mailing list da Castelli prim’ancora che il decreto sul civile e le ferie fosse approvato la settimana scorsa: «Ho studiato il caso, e non ho dubbi. Nel decreto c’è un articolo 8bis, che non abroga l’articolo 8 in vigore. Se il legislatore mette un 8bis e non cancella l’articolo precedente può voler dire solo una cosa, che l’articolo in vigore non viene cancellato, quindi è ancora operativo». Proprio questo è accaduto. Ecco il testo dell’articolo 8bis del decreto: «I magistrati ordinari, amministrativi, contabili e militari, nonché gli avvocati e i procuratori dello Stato, hanno un periodo annuale di 30 giorni di ferie». Si badi, lì è scritto «magistrati ordinari». Ma cosa recita l’articolo 8 che è rimasto al suo posto? «I magistrati che esercitano funzioni giudiziarie hanno un periodo annuale di ferie di 45 giorni».

La lettura che ne consegue, e che Castelli, ma anche altri magistrati sposano, è che i magistrati in piena attività, quelli che lavorano nei palazzo di giustizia continueranno ad avere 45 giorni di ferie, mentre gli altri, tutti quelli distaccati, ne avranno solo 30. Claudio Castelli non ha dubbi, tant’è che domenica ne ha parlato davanti ai colleghi riuniti per l’assemblea dell’Anm suscitando, nel palazzaccio di piazza Cavour, più di un assenso. Ora ne parlano tutti. Ma lo stretto collaboratore di Orlando in via Arenula nega che un simile interpretazione sia fondata, parla di «grossa bufala del tutto priva di fondamento». L’alto magistrato cita anche un fatto specifico per “smontare” la tesi di Castelli, e cioè che già adesso i magistrati in servizio presso i ministeri hanno 30 giorni di ferie perché sono equiparati ai dipendenti pubblici, quindi non avrebbe avuto alcun senso fare una legge per fissare un tetto che già esiste.

Causidicamente però, l’interpretazione divergente esiste, anche se viene smentita con l’esplicita ammissione che «al massimo la legge è scritta male, ma l’obiettivo è chiaro, 30 giorni per tutti». Il vero rischio è che adesso si apra una dura partita al Csm che dovrà applicare la legge (…)

Andrea Orlando, ministro della Giustizia, si rivolge ai magistrati nel giorno dell’assemblea di protesta dell’Anm
“Giudici fermatevi scioperare per le ferie sarebbe un errore ora serve lo sforzo di tutti”.

Si sarebbe aspettata questa assemblea?

«Quando si mette in moto una riforma così ampia si inducono riflessioni e reazioni nei soggetti coinvolti. Mi auguro che la discussione non si fermi solo sui punti di frizione e che l’assemblea sappia guardare al complesso delle misure che si stanno prendendo sia sul piano normativo, sia su quello delle risorse che, per la prima volta dopo anni, vedono il ritorno a investimenti sulla giustizia».

Lo sciopero attrae molti. Il taglio delle ferie è un motivo.

Che effetto le fa uno sciopero contro un governo di sinistra?

«Fatta salva la valutazione dell’Anm e il loro dibattito in cui non mi permetto di entrare, faccio notare che lo sciopero è stato utilizzato quand’erano in pericolo l’autonomia e l’indipendenza, elemento che non mi pare affatto in discussione adesso».

Che messaggio dà ai giudici?

«Non sprechiamo un’occasione storica. La riforma chiede a tutti di cambiare, ma questo è il primo intervento che ha due requisiti, un’organicità e un supporto in termini finanziari e organizzativi. Basti dire che tra mobilità e concorsi saranno 2mila le persone che entreranno a far parte del comparto giustizia dopo 25 anni del blocco del turn over».

Per le toghe sono troppo pochi.

«Coprirebbero un quarto delle scoperture e potranno essere ulteriormente incrementati nei prossimi anni».
La stretta sulle ferie era proprio necessaria, parlando pure di giudici fannulloni?

«Questo aggettivo non l’abbiamo mai usato. I giudici italiani sono tra i più produttivi d’Europa. Uno sforzo è stato chiesto a tutte le categorie, anche a quelle più produttive. Una specificità c’è, tant’è vero che sarà il Csm ad applicare in concreto il cambiamento ».

A ridosso dell’assemblea, si parla di un decreto sulla responsabilità civile, misura vessatoria per le toghe. Perché in- sistete per cambiare la Vassalli?

«Per due ragioni. La Corte europea ci ha sottoposto a una procedura d’infrazione valutando che il nostro sistema non tutela i cittadini colpiti da errori giudiziari e perché la Vassalli, pur con un impianto condivisibile, in questi anni non ha funzionato. A dircelo sono i numeri».

Via libera dal Senato a ricorsi sulle motivazioni di un arresto. Ne verranno a decine. È il guinzaglio alle toghe?

«Difenderemo la stesura del nostro ddl, in cui quella norma non c’è, e che fa discendere la responsabilità dello Stato, perché non stiamo parlando di quella diretta, dalla violazione della legge e dal travisamento dei fatti».