Fini: “La Kyenge cambi la mia legge”. Libero: “Tradisce pure se stesso”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 12 Novembre 2013 - 09:59 OLTRE 6 MESI FA
Gianfranco Fini e il Msi

Gianfranco Fini e il Msi

ROMA – Gianfranco Fini, Gianfry, ironizza Libero, tradisce tutti, anche se stesso, anche la Bossi-Fini. “La Kyenge riscriva la Bossi-Fini” forza il giornale di Belpietro, Fini però, intervistato da Radio Capital, avrebbe ammesso: “Quella norma va rivista perché si basa sul principio che entri legalmente in Italia solo se hai un contratto di la- voro o un reddito e se perdi il posto hai sei mesi per trovarne un altro, sennò sei espulso – ha spiegato – è chiaro che con la crisi economica sei mesi è un arco di tempo troppo breve”.

D’altronde, scrive Maria Giovanna Maglie, la coerenza non abita nell’uomo:

Nel 1994,quando già nel Msi i saluti romani erano in calo, Gianfranco dichiarò «il fascismo è idealmente vivo» e precisò: Mussolini è stato il più grande statista del secolo». Un anno dopo convocava Fiuggi per proclamare che: «l’antifascismo fu un momento storicamente essenziale per il ritorno ai valori democratici che il fascismo aveva conculcato». Fu un colpo ma lo seguirono pensando così di sopravvivere al mutamento dei tempi.

Nel 2003 andò in Israele e proclamò: «Il fascismo è il male assoluto». Gesto astuto, ma nessuno dei suoi lo sapeva e molti si arrabbiarono. Storace, con qualche ragione, dichiarò: «Così rinfocoli gli odi e dai ragione a chi giustifica le foibe con la scusa della violenza fascista». Fino a pochi anni fa, Fini vedeva rosso se gli nominavano gli omosessuali, e non voleva che insegnassero nelle scuole. Oggi li vuole sposare personalmente.

L’ovvio dei popoli, ll politically correct tanto caro ai bravi ragazzi del governino Letta, lo ha affascinato, pervaso, e finché ha avuto un partito, fino al recentissimo 0,4 per cento, ha fatto e disfatto come gli pareva, proprio come ora si permette di rinfacciare al Cav. Negli anni Novanta commissionava personalmente i manifesti con le impronte digitali e la scritta: «L’orgoglio di essere italiani», poi venne la Bossi Fini. Oggi li vuole far votare e accogliere tutti, che ci sia lavoro o no Nel 2007 ha partecipato al Family day per riaffermare le ragioni degli italiani etero e regolarmente una sola volta col sacramento sposati.

Ascolta l’intervista:

Due mesi dopo, si separò dalla moglie, la sua nuova compagna, Elisabetta Tulliani, era già incinta. Con Giovanardi ha firmato una legge antidroga nel 2006 che sanciva la severa equiparazione tra droghe leggere e pesanti.

Tre anni dopo la rinnegava. Unica costante in tanto vortice è il culto della sua persona, da sfoggiare in simbolo al posto della vecchia fiamma, e nel cui nome nel 2008 accelerò l’ingresso di An nel Pdl, perché i voti sapeva di averli persi da un pezzo. Ancora oggi, nonostante le botte che ha preso, la sua cera è quella di chi si crede uno statista, il libro si chiama pomposamente Il Ventennio, con sprezzo serio del ridicolo e frasi come «la vicenda personale di Berlusconi non può essere nell’agenda del governo, ha ragione il premier. Il Cavaliere ha impedito la riforma, pur necessaria, della giustizia e ora vuole un salvacondotto»; o a domanda su con chi vorrebbe fare il suo fantomatico nuovo soggetto politico, l’ennesimo dopo l’ennesima fondazione: «Con Alfano, Passera, Paperino. Non mi riferisco alle persone, chi si ritrova su certi contenuti è compatibile con la mia idea di centrodestra». Già, la sua idea, tanti auguri agli sventurati che dovessero rispondere, e Paperino è avvisato.