Francesco Boccia a Repubblica: “Ci sono le condizioni per una riforma condivisa”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 23 Dicembre 2013 - 09:38 OLTRE 6 MESI FA
Francesco Boccia a Repubblica

Francesco Boccia (LaPresse)

ROMA – Il presidente della commissione Bilancio della Camera Francesco Boccia è soddisfatto.

E non vede problemi all’orizzonte sul piano del lavoro di Matteo Renzi: “È uno sforzo condivisibile. Va nella direzione giusta. Andrà messo alla prova delle parti sociali. Il reddito minimo taglia i rapporti tra l’impresa e il lavoratore che invece la cassa integrazione in deroga teneva in qualche modo legati. Con proposte così si può cambiare la cultura di un Paese”. Nell’immediato, per creare occupazione, Boccia individua la strada principale: la riduzione delle tasse sul lavoro.

L’intervista di Goffredo De Marchis su Repubblica:

Lei dice che anche la web tax servirà a quello.

«Non la chiamerò mai web tax. Non è una tassa ma il tentativo di far pagare a pochissime aziende multinazionali le imposte nel nostro paese. Quelle che pagano il 99% delle aziende italiane».

Non è stata una battaglia molto popolare.

«Le pressioni esterne sono state enormi e sono andate oltre i confini. Ma alla fine il Parlamento è riuscito a imporre un dibattito anche in Europa e nell’ultimo consiglio Ue è stato preso un impegno a discutere dell’armonizzazione fiscale entro la primavera».

Quello che chiedeva Renzi, rinviando il voto in Italia.

«Ma se è successo è perché, grazie alla battaglia italiana e a quella francese in Europa, il tema è diventato centrale. Ripeto, non è una tassa. Consentiamo a Guardia di Finanza e Agenzia delle entrare di sedersi da pari a pari di fronte ai colossi del web. Oggi pagavano zero, investimenti mai fatti. Dal prossimo anno, grazie al ruling, pagheranno dai 130 milioni in su e quelle risorse dovranno andare alla riduzione del costo del lavoro. Il secondo aspetto della norma che ha scatenato un moto di indignazione non è una tassa nuova ma l’utilizzo di una partita Iva per tutti. Sembrava un insulto. E soltanto una forte attività di lobbying poteva far passare questo messaggio. E’ un tema serio, non lo si risolve né con un tweet né con una battuta» (…)