Rassegna stampa. La Germania contro il tetto anti-spread. Passera: “Troppe tasse”

Pubblicato il 21 Agosto 2012 - 09:39 OLTRE 6 MESI FA
La prima pagina de Il Corriere della Sera

Il Corriere della Sera: “Basta favorire l’evasione”. Appello del presidente della Corte dei conti Giampaolino: “A noi il controllo del bilancio dei partiti. Un errore indebolire Equitalia”. Trattativa Stato-mafia. Il giusto equilibrio perduto da tempo. Questo il titolo dell’editoriale di Angelo Panebianco:

“Siamo in presenza di un nuovo «populismo giudiziario» impegnato in un attacco frontale contro il presidente della Repubblica come sostiene Luciano Violante in una intervista alla Stampa di ieri? A giudizio dell’ex presidente della Camera, sarebbe entrato in azione «un blocco che fa capo a Il Fatto, a Grillo e a Di Pietro, che sta reindirizzando il risorgente populismo italiano. Quello di Berlusconi attaccava le Procure. Questo cerca di avvalersene avendo individuato in quelle istituzioni i soggetti capaci di abbattere il nemico…».
Violante, ex magistrato e, un tempo, punto di riferimento dei settori militanti della magistratura, ha assunto ormai da diversi anni una posizione critica verso gli aspetti patologici del nostro sistema giudiziario. La sua analisi del conflitto fra la Procura di Palermo e il capo dello Stato, però non convince del tutto. Ne coglie la valenza politica ma ha il difetto di non voler vedere le continuità, il nesso fra la situazione presente e la storia dei rapporti fra magistratura e politica”.

Sprechi. Il Molise, i derivati e il caso del superconsulente. La Regione ha investito 300 milioni in strumenti a rischio. E per disfarsene assolderà un esperto (da 20 mila euro). L’inchiesta di Sergio Rizzo:

“Se è esatta la cifra di cui parla Massimo Romano, non c’è da scherzare. Dice il consigliere regionale ex dipietrista in lizza nel 2009 come candidato sindaco per il Comune dei Campobasso che il Molise, Regione con 320 mila abitanti, avrebbe sul groppone 300 milioni di euro in contratti derivati. Per fare un paragone, sarebbe come se la Lombardia ne avesse stipulati per un ammontare di 10 miliardi.
E già questo può apparire sorprendente. La sorpresa, tuttavia, è ancora più grande quando si apprende che il 26 luglio scorso la Regione tuttora presieduta da Michele Iorio ha deciso di avviare una «Analisi conoscitiva per la verifica della struttura finanziaria dei contratti derivati e dei prestiti obbligazionari della Regione Molise». Ammettendo implicitamente che su quel fronte è buio pesto”.

Il ritorno in campo del Cavaliere. Berlusconi accelera e vaglia curriculum. Scrive Tommaso Labate:

“Alle nove di sera, mentre a Milano Adriano Galliani sta trattando la cessione di Antonio Cassano, Silvio Berlusconi viene colto dall’ennesimo fulmine a ciel sereno di quest’estate. In Sicilia Gianfranco Micciché strappa l’ultimo brandello di tela col Pdl, ritira tatticamente la sua candidatura a governatore e lancia quella dell’esponente della Destra Nello Musumeci. «Con questa mossa facciamo il primo, vero, partito sicilianista. E secondo me, alle elezioni del 28 ottobre, non prenderemo meno del 35 percento. Segno che i berlusconiani arriveranno buoni terzi», dice il leader di Grande Sud. Accanto a lui, su una Cinquecento che viaggia verso un ristorante di Cefalù, c’è Francesco Storace. «Sarà un esperimento nazionale. Poi costruiremo partiti localisti anche in altre regioni. Ci prepariamo per le politiche», aggiunge l’ex governatore del Lazio prima di scandire — sorridendo — «e ora voglio vedere se Berlusconi è interessato a questo progetto». Già, Berlusconi. I ritmi che si è autoimposto, dieta e jogging compresi, sembrano gli stessi che scandirono la sua estate del 1993”.

La prima pagina de La Repubblica

La Repubblica: “No di Berlino al tetto anti-spread”. La Germania insiste: no concessioni, futuro nelle mani di Atene. Samaras a caccia di 11,5 miliardi ancora tagli a pensioni e statali. Scrive Ettore Livini:

“Noi vogliamo che la Grecia resti nell’euro. Ma il futuro del Paese è nelle mani di Atene». Parte con l’ennesima doccia fredda per il governo di Antonis Samaras la settimana più lunga del governo ellenico. Il ministro degli esteri tedesco Guido Westerwelle ha ribadito ieri dopo un incontro con il suo omologo Dimitrios Avramopoulos che «la Germania non è a favore di revisioni sostanziali » dei paletti imposti dalla Troika in cambio del piano di aiuti da 230 milioni garantito al Partenone. La palla torna così nel campo di Atene dove è in atto una corsa contro il tempo per riuscire a mettere assieme il nuovo pacchetto di tagli da 11,5 miliardi necessario per convincere Ue-Bce e
Fmi a sbloccare (forse già entro metà settembre) la nuova tranche di finanziamenti da 31 miliardi necessaria a pagare stipendi e pensioni del prossimo mese. Il ministro alle finanze Yannis Stournaras avrebbe già individuato misure per 10,8 miliardi e altri 800 milioni dovrebbero essere recuperati a ore”.

Il tribunale commissaria l’Ilva “I Riva hanno inquinato per scelta ora servono misure imponenti”:

“L’Ilva deve essere risanata. Subito. Lo devono fare i custodi nominati dal giudice, con i soldi dei Riva. E saranno i custodi a decidere tempi e modi delle attuazioni delle prescrizioni previste. Lo stabilimento per il momento rimarrà aperto, gli operai resteranno in fabbrica. La chiusura è l’extrema ratio, da evitare a tutti i costi. Se l’Ilva rispetterà alla lettera quello che viene indicato e richiesto, e se quindi si andrà verso una veloce messa a norma, potrà continuare a produrre. In caso contrario, dovrà bloccarsi. Comunque vadano le cose, la famiglia Riva e il vecchio management dell’azienda dovrà rimanere fuori dai giochi: in questi anni hanno inquinato, sapendo di inquinare. Hanno fatto ammalare i tarantini, per guadagnare di più.
È questa la sintesi delle 124 pagine con cui il tribunale del Riesame di Taranto ha motivato ieri il sequestro senza facoltà d’uso dello stabilimento siderurgico più grande di Europa. Un documento che inchioda alle proprie responsabilità gli imprenditori, ma anche la politica. E nello stesso tempo consegna una speranza alle 13mila famiglie degli operaidello stabilimento”.

Le cinque giornate di Lucera “Noi, terra di boss spietati e lo Stato ci porta via i giudici”. Il reportage di Concita De Gregorio:

“Scrive il vescovo: una lettera al presidente della Repubblica, una supplica «perché non ci lasci soli con la pressione
mafiosa, sarebbe la morte della speranza» rilegge fra le labbra don Mimmo Cornacchia, poi fa suonare a morto le campane del Duomo. Diecimila persone in piazza per la festa patronale di Santa Maria Assunta e quei rintocchi a lutto nel tramonto che fa rosse le torrimoresche, la folla muta. Scrive il procuratore capo, «il mio testamento», dice. Tre volte minacciato di morte, raggiunto da proiettili croci e bare disegnate col sangue Mimmo Seccia, il pm, scrive la storia dei 140 delitti di mafia garganica: un elenco di morti ammazzatilungo fin qui, fino a ieri. Scrivono gli uomini della sua scorta, imbustano e inviano relazioni sulle nuove dichiarazioni dei pentiti, un ergastolano ha deciso di collaborare due mesi fa. Scrivono i sindaci che restituiscono al prefetto di Foggia le loro fasce tricolore. Scrive a Monti il presidente dell’ordine degli avvocati Pippo Agnusdei, che con soavità degna del cognome che porta si chiede e chiede se non ci siano «suggestioni politiche» a orientare la decisione di sopprimere l’antico tribunale di Lucera, perché di tecniche, elenca con dovizia di dettaglio, non ce ne sono. Suggestioni politiche che riconsegnerebbero Cerignola, San Nicandro e il triangolo garganico della “mafia sterminatrice” agli eredi di Matteo Ciavarella, l’uomo che beveva il sangue delle sue vittime, oggi all’ergastolo in carcere di massima sicurezza, e a quelli di Angelo Tarantino, il capo del clan nemico”.

Il Giornale: “La Germania ci strangola”. Editoriale di Alessandro Sallusti:

“Beati loro, il premier Monti e il ministro Passera, che vedono la fine del tunnel. Non ci lamen­tiamo del loro ottimismo. An­zi, diciamo che ci voleva dopo mesi di op­primente grigiore. È che un conto sono le parole, pronunciate da entrambi al mee­ting di Comunione e liberazione, altro i fatti. E i fatti, purtroppo, anche ieri ci han­no detto, attraverso lo spread, che, andan­do avanti così, il tunnel è ancora molto lungo. E allora sorge il legittimo sospetto che Monti e Passera, più che la luce, veda­no avvicinarsi le elezioni e non resistano alla tentazione di entrare anche loro in campagna elettorale. Avevano giurato che, completato il lavoro, si sarebbero riti­rati. Nulla di più falso, in quanto a balle i tecnici non sono da meno dei politici. Uno si è fatto preventivamente incardina­re nella politica come senatore a vita,l’al­tro non ha certo lasciato stipendi miliona­ri (amministratore delegato di Banca In­tesa) per fare solo un breve giro di giostra”.

La prima pagina de Il Fatto Quotidiano

Il Fatto Quotidiano: “Scalfari attacca i Pm ma lo scaricano tutti”. Eugenio, che dici? Editoriale di Marco Travaglio:

“Domenica, su Repubblica, Eugenio Scalfari ha risposto a Gustavo Zagrebelsky, presidente emerito della Corte costituzionale nonché illustre collaboratore del suo giornale, che venerdì aveva fatto a pezzi il conflitto di attribuzione di Napolitano contro la Procura di Palermo e gli argomenti dei supporter del Quirinale, Scalfari in primis. Ma, oltre a contrapporre i propri argomenti a quelli di Zagrebelsky, il fondatore di Repubblica lo ha anche attaccato personalmente, dipingendolo come uno sprovveduto, ignorante, disinformato e scorretto (“Zagrebelsky mostra di non rendersi conto…”, ha commesso “una scorrettezza che è lui il primo a considerare grave”, “non dovrei esser io a ricordare a un ex presidente della Corte…”, “forse Zagrebelsky non era al corrente di questo interessante dettaglio”, per non parlare della “delusione” provocata in lui dall’adesione del giurista all’appello del Fatto per i magistrati siciliani). E, già che c’era, ha offeso la logica, la verità storica, la professionalità di tutti i magistrati antimafia degli ultimi vent’anni e persino la memoria di Giovanni Falcone”.

La Stampa riporta in prima pagina le parole del Ministro Corrado Passera al Meeting di Rimini di Cl: “Troppe tasse”. Imprenditori, la tentazione della fuga. Editoriale di Michele Brambilla:

“Si parla spesso della fuga dei nostri cervelli all’estero: professori, scienziati, ricercatori. Ma si parla pochissimo di un’altra fuga che in tempi rapidi potrebbe drammaticamente diventare un esodo di massa: quella dei nostri imprenditori.
 In fondo tra le due fughe c’è una strettissima parentela: anche gli imprenditori italiani sono «cervelli». In mancanza di grandi materie prime, di una moneta forte e di una politica all’avanguardia, per decenni le nostre imprese si sono distinte nel mondo proprio per questa caratteristica che tutti ci riconoscono: un particolare ingegno”.

Il Sole 24 Ore: “Scudo anti-spread, scontro Bce-Buba”. La battaglia sul valore degli Stati. Editoriale di Alessandro Plateroti:

“«Problematico». È con questo aggettivo che il Governo tedesco ha bollato il piano su cui starebbe lavorando la Bce per fissare un tetto massimo ai tassi di interesse che i Paesi deboli dell’Eurozona – Spagna e Italia in primis – dovrebbero pagare: superata tale soglia, secondo le indiscrezioni emerse nel week end, la Banca centrale europea farebbe scattare gli acquisti di titoli di Stato per ridurre i differenziali e riportare i rendimenti su livelli sostenibili. Tutto qui. Eppure, per la Germania è stata l’ultima occasione per mettere i bastoni tra le ruote della Bce. E di conseguenza sull’umore degli operatori di Borsa: in poche ore, la bordata contro il presunto piano-Draghi ha ribaltato la seduta positiva dei listini. ma tant’è, il piano blocca-spread sponsorizzato dall’Italia e su cui nel luglio scorso c’è stato un difficile accordo di massima tra i leader europei (e nello stesso Consiglio della Bce) sembra annunciare burrasca in arrivo”.

Il Messaggero: “Spread, no di Berlino alla Bce”. E’ ora di tagliare la spesa.  Editoriale di Oscar Giannino:

“Ieri nuovi scossoni dalla Germania, dopo alcuni giorni in cui l’euroatmosfera sugli spread sembrava distendersi, con l’Italia in discesa verso quota 420 e la Spagna sotto quota 500. Sono state le indiscrezioni rilanciate da Der Spiegel a far alzare la temperatura e ad alimentare le reazioni germaniche. Il settimanale tedesco aveva scritto che sarebbe allo studio in Bce una sorta di meccanismo d’intervento per soglie di spread, sopra le quali per ogni Paese eurodebole scatterebbe un piano calibrato di acquisti da parte della Banca centrale europea dei rispettivi titoli pubblici sotto attacco”.