Giro d’Italia ‘magico’ sulle montagne di Marco Pantani

di Redazione Blitz
Pubblicato il 24 Maggio 2014 - 10:33 OLTRE 6 MESI FA
Giro d'Italia 'magico' sulle montagne di Marco Pantani (Gazzetta dello Sport)

Giro d’Italia ‘magico’ sulle montagne di Marco Pantani
(Gazzetta dello Sport)

ROMA – Il Giro d’Italia fa tappa sulle montagne di Oropa, teatro dell’impresa di Marco Pantani nel ‘99. Con il colombiano Uran in maglia rosa a guidare il gruppo.

Ne parla La Gazzetta dello Sport in un articolo a firma di Luca Gialanella che riportiamo di seguito per la nostra rassegna stampa quotidiana.

“Marco, alla vigilia di Marco. Canola, il giorno prima del doppio ricordo di Pantani: Oropa e Plan di Montecampione. Doveva essere una tappa per velocisti prima del test alla maglia rosa Rigoberto Uran in montagna, si è trasformata in un capolavoro sportivo e di onestà. Canola ha 25 anni, è vicentino della Bardiani-Csf, la squadra che da un’idea di Ernesto Colnago i Reverberi hanno costruito con due principi: correttezza e italianità. Una speranza per tanti giovani, nel team soltanto italiani, soprattutto neoprofessionisti. E ieri Marco si è trasformato nell’esempio che, sì, questa è la strada giusta. Anzi, questa è l’unica strada. Altrimenti c’è soltanto il baratro.

La fuga va, il gruppo la tiene lì a un minuto e mezzo, ma davanti Canola, il venezuelano Jacskon Rodriguez e il francese Angelo Tulik insistono. E’ Canola soprattutto a incitare gli altri. Una grandinata a 30 km dall’arrivo aiuta i fuggitivi, qualche curva qua e là non fa male, i velocisti reagiscono tardi. E Canola vince all’ultima curva a destra ai 250 metri, quando anticipa Rodriguez, lancia lo sprint in testa e si impone di potenza. Da applausi.

Poi Marco conquista una seconda vittoria, molto più importante. Non è facile affermare davanti a tutti la propria onestà, gridare che con il passato tanti giovani come lui non hanno nulla a che fare. Il buio svanisce nella limpidezza degli occhi di Canola, nella sua serenità. Capisci subito che non sono frasi costruite o imparate a memoria, da buttare lì a sorpresa per conquistare un titolo. Il vicentino ha la forza di guardarti dritto negli occhi, non ha paura di alzare la voce, e parla sereno, perché questa è la sua verità. L’anno scorso, dopo il caso Di Luca, fu il primo a ribellarsi: «Noi con quella generazione non c’entriamo». E’ una scossa che fa bene al Giro. Obbliga a riflettere.
Giovedì lo shock sportivo era arrivato sulle strade delle Langhe, con la maxicrono Barbaresco-Barolo. Alzi la mano chi pronosticava il colombiano Rigoberto Uran vincitore, e con quale vantaggio: 1’17” sulla sorpresa Ulissi (forse ancor più di Uran), 1’34” sull’ex maglia rosa Evans, incerto sin dalle prime curve; 1’39” sul polacco Majka, 2’09” su Pozzovivo, 2’41” su Quintana, 2’55” su Aru e 4’05” su Basso. Evans, che doveva scavare lui questi distacchi, adesso è secondo in classifica alle spalle di Uran: lo segue a 37”, Majka a 1’52”, Pozzovivo a 2’32”, Quintana a 3’29”. Rigoberto, 27 anni, che viene dalla regione di Medellin, 2° nel 2013, è la prima maglia rosa colombiana della storia. Ha il Giro in pugno.

In quota Oggi la prima verifica. Si va ad Oropa, per il decennale della morte di Pantani. Sulla salita piemontese il Pirata centrò nel 1999 una vittoria pazzesca dopo il salto di catena. A parte Gavia e Stelvio, insieme al finale della tappa dello Zoncolan gli ultimi 80 km di oggi sono i più duri del Giro. Perché Oropa è preceduta dall’inedita Alpe Noveis (un piccolo Giau, per capirci): 8,9 km con punte del 16% e media dell’11,4% su 4,5 km. Poi Bielmonte (6% su 14 km) e Oropa: 11,8 km, 6,2% medio. La chiave del Giro sta nelle condizioni fisiche di Quintana e nel meteo. Il colombiano, sotto antibiotici, sta migliorando, e si annuncia il sole. Se Nairo ritrova una condizione accettabile, allora può innescare la miccia e la rivolta contro Uran di altri scalatori, come Pozzovivo, Majka e Aru”.