Gotti Tedeschi su Libero. Tetto pensioni: qui esecutivo rischia ennesimo autogol

di Redazione Blitz
Pubblicato il 14 Dicembre 2014 - 15:17 OLTRE 6 MESI FA
Gotti Tedeschi su Libero. Tetto pensioni: qui esecutivo rischia ennesimo autogol

Ettore Gotti Tedeschi (Foto Lapresse)

ROMA – Intervenire sulle pensioni è “ingiusto e anticostituzionale”: il banchiere Ettore Gotti Tedeschi, già presidente dello Ior (l’Istituto per le opere di religione, ovvero la banca vaticana) si scaglia contro eventuali tagli alle pensioni da parte del governo.

In un articolo su Libero Quotidiano Gotti Tedeschi bolla un intervento simile come un segnale di incapacità, da parte dell’esecutivo, di “fare manovre realmente utili senza aumentare tasse o imporre patrimoniali”.

“Intervenire sulle pensioni, mettendo in modo indiscriminato un tetto (cioè ridurle) a quelle già, o prossimamente, in essere, quale atto necessario per tagliare la spesa pubblica, ridurre il debito e ridurre il costo del lavoro per renderlo “competitivo”, così come lo leggiamo, potrà produrre effetti più negativi che positivi.

Anzitutto intervenire solamente su quelle cosiddette “d’oro” è irrilevante poiché rappresentano una percentuale minima della spesa pensionistica. Questa decisione rappresenterebbe qualcosa di simbolico e demagogico.

Cosicché, al fine di avere valori sostanziosi, si dovrebbe intervenire anche su quelle medie e medio alte. (…) Essendo ingiusto oltre che “anticostituzionale” si produrrebbero nuovi squilibri socio economici. Ciò perchè i pensionati rappresentano in questo momento e circostanze una forma di solidarietà economico- domestica. In pratica praticano una ripartizione della ricchezza all’interno della famiglia, mantenendo figli o nipoti disoccupati o sotto occupati avvantaggiando in tal modo proprio la spesa pubblica. Ma non vi è chiaro?

Tale decisione verrebbe intesa come un “gettare la spugna” dichiarando incapacità di fare manovre realmente utili senza crescere tasse o imporre patrimoniali, (…) Si dovrebbe, senza riuscirci, spiegare il perché di questa decisione. Per ridurre il costo del lavoro e crescere la competitività delle imprese? Ma siete sicuri che non crollino invece ancor più i consumi? Ma per render competitive quali imprese? Quelle (il 40%) che già esportano, guadagnano, crescono, investono? O quelle (60%) che operano sul mercato domestico e che sono al 65% di capacità produttiva utilizzata perchè non si consuma?

Il nostro vero problema è la produttività mancante per sprechi, la mancanza di investimenti tecnologici, la dimensione piccola delle imprese, la difficoltà a gestire il vantaggio di esser nell’euro. Non è vero che il nostro svantaggio è il debito pubblico. Come dobbiamo spiegare che quel che conta è il debito globale di un Paese (cioè i 4 debiti: privato, pubblico, imprese e banche) e tutto diventa debito pubblico quando gli altri tre debiti non sono pagati? E l’Italia non sta affatto peggio degli altri partner europei.

Anzi. Il caso Usa (2008-2011) dovrebbe aver insegnato qualcosa o no? Quando per salvare le banche ha nazionalizzato il debito delle famiglie americane, ha di fatto quasi raddoppiato il “debito “pubblico. Lo abbiamo già dimenticato? Più corretto sarebbe correggere le future pensioni progressivamente nel tempo correlandole ai versamenti realmente effettuati e i vitalizi in essere dove i contributi effettivi non sono stati versati o lo siano stati solo simbolicamente.

Ma ho impressione che invece queste siano state concesse a fasce “forti e protette” che saprebbero ben difendersi. In conclusione stabilire questo taglio alle pensioni indiscriminato, produrrà nuovo sconcerto e sfiducia verso il governo, con conseguenze di opinione pubblica ed elettorali piuttosto consistenti perché una grande, e sempre più grande, parte degli italiani votanti è in pensione o sta per andarci e reagirà politicamente alla aggressione, ingiusta, ai loro diritti”.