Governo Letta, processo Ruby, Imu, Alonso: rassegna stampa e prime pagine

di Redazione Blitz
Pubblicato il 13 Maggio 2013 - 09:48 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Letta: basta o il governo rischia. Il Corriere della Sera: “Alta tensione sul van che li portava all’Abbazia di Spineto. Letta e Alfano hanno discusso aspramente per la partecipazione del vicepremier e di altri due ministri pdl alla piazza anti pm di Brescia. Poi l’intesa: «Fino alle amministrative niente ministri alle manifestazioni, né a dibattiti radio o tv».”

Scontro Letta-Alfano. Poi la mediazione: niente ministri ai comizi. L’articolo a firma di Marco Galluzzo:

“Ne nasce uno scontro molto acceso, confermato da entrambe le parti: le veline dei partiti lo chiamano confronto «molto franco». Sfumature di entrambe le sponde fanno intendere che Letta comunica di più di quanto viene alla fine deciso: per il capo del governo ministri ed esponenti del governo d’ora innanzi non devono più andare in piazza, o in tv, a meno che l’evento non appartenenza alla loro sfera di lavoro istituzionale. Alfano e Lupi non ci stanno: la linea del Pdl resta quella che è sempre stata, ci sono due piani politici, uno di governo e l’altro quello di un partito che difenderà sempre e comunque Berlusconi dal presunto attacco dei magistrati come da qualsiasi altra cosa. Lo scontro è così acceso, a un certo punto, che Letta è costretto ad alzare il registro, sino ad avvertire che non si farà logorare ed è sempre pronto alle dimissioni, se il profilo elettorale dovesse prevalere sugli interessi del Paese. Insomma «il governo non proseguirà a tutti i costi», riassumerà ancora il portavoce. I due, premier e suo vice, sono privi di accordo ancora pochi chilometri prima di arrivare. La decisione va comunicata insieme agli altri membri del governo: anche questo chiede Letta. Alfano e Lupi però non cedono sul principio, sostengono che non hanno intenzione di prendere le distanze da Berlusconi, se si riproporranno altre occasioni di protesta di piazza.”

Nell’abbazia tra pioggia e silenzi il clima teso dello «spogliatoio». L’articolo a firma di Fabrizio Roncone:

“Piove da un’ora, c’è un vento gelido che risale dalla Val d’Orcia, gli alti cipressi che circondano l’abbazia di Spineto, sinistramente, ondeggiano. Il van rallenta sulla stradina sterrata. Si ferma. I vetri sono oscurati come su tutti i mezzi in dotazione a Palazzo Chigi. Ragionevolmente, a bordo dovrebbe esserci il presidente del Consiglio, Enrico Letta. Nel pulmino che è fermo dietro, a pochi metri, s’intravedono le ombre immobili di alcuni ministri. Gli altri, quelli che non sono partiti da Roma, aspettano da un pò nel salone delle ex scuderie. Gli agenti in borghese sono incerti sul da farsi. Non si capisce chi debba aprire il portellone del van. Sono secondi abbastanza lunghi e ciò che colpisce è il silenzio, improvviso. Non un fiato dai fotografi e dai cameraman, che pure fino a poco fa sbraitavano zuppi contro il governo, colpevole di non aver previsto qualche ombrello. Muti gli addetti stampa, gli inservienti. Ora provate a immaginarvi questa scena. Il portellone si apre di colpo e, in sequenza cinematografica, ecco lo sguardo del vicepremier Angelino Alfano che compare nella penombra, ancora seduto, spalle al conducente. Alfano appartiene a quella categoria di politici incapace di fingere allegria. Probabilmente, stavolta neppure ci prova. È livido. Accigliato. Dietro Alfano, appare Maurizio Lupi. Che ha quasi fretta di scendere. E nella fretta, infatti, finisce con una scarpa diritto dentro una pozzanghera. Non ci bada, ignora le telecamere, s’avvia a passo svelto verso l’ingresso dell’abbazia.”

Piano casa per la riforma di Imu, Tares e affitti. L’articolo a firma di Mario Sensini:

“Un decreto-ponte per risolvere il rebus Imu. Il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni spinge per una soluzione graduale dell’imposta sulla casa. Date le ristrettezze del bilancio, con il deficit sul filo del 3%, e la decisione della Ue sulla chiusura della procedura per il disavanzo eccessivo attesa a giorni, si fa strada l’ipotesi di un provvedimento che sospenda il pagamento della prima rata di giugno non solo per le prime case, ma forse anche per i fabbricati industriali e agricoli, con un rinvio a fine estate della riforma complessiva dell’Imu. Una revisione molto ampia, che ricomprenderebbe la Tares, la nuova tassa sui rifiuti prevista nel 2014, la cedolare secca sugli affitti, che potrebbe essere pure cancellata, e forse anche l’imposta di registro (4 miliardi l’anno) sulle transazioni immobiliari e quella ipotecaria e catastale (meno di 2 miliardi). L’ipotesi, alla quale stanno lavorando l’Economia e Palazzo Chigi, è stata messa a punto in vista del vertice informale di governo di Sarteano. Sul tavolo restano anche altre opzioni, che vanno dall’alleggerimento dell’imposta in funzione del reddito o del numero dei componenti del nucleo familiare alla soppressione «tout court» della rata di giugno per alcuni contribuenti. La riduzione della tassa, o l’esenzione dei redditi più bassi, potrebbe costare intorno ai 2 miliardi, che possono salire fino a 4-5 se il governo decidesse di offrire anche alle imprese uno sconto sull’imposta dovuta.”

Pdl all’attacco contro Boldrini: «Non taccia sui teppisti di Brescia». L’articolo a firma di Ernesto Menicucci:

“Tutti con Berlusconi, ma tutti a Roma: appuntamento alla Camera, per l’assemblea dei parlamentari pdl che in un primo momento si doveva tenere a Milano. Nessuna «fuga in avanti», nessuna nuova protesta: «C’è stata la manifestazione di Brescia, per ora basta così», dicono nel Pdl. E dunque, nessuna nuova manifestazione davanti al palazzo di Giustizia di Milano dove oggi Ilda Boccassini farà la sua requisitoria al processo Ruby in cui è indagato Silvio Berlusconi. I toni, comunque, restano alti. Tanto che il Quirinale lascia trapelare l’apprezzamento per la posizione assunta dal vicepresidente del Csm Michele Vietti sulla necessità di rispetto per la magistratura. A Montecitorio, secondo i suoi «fedelissimi», ci dovrebbe essere anche il Cavaliere che però, fino a ieri sera, non aveva ancora sciolto le ultime riserve. In ogni caso, fanno sapere dal Pdl, «il presidente replicherà alla Boccassini». Di sicuro oggi, dopo le polemiche per la manifestazione di Brescia, con le accuse ai magistrati e i fischi dei contestatori a Berlusconi, si annuncia un altro «caldo». E forse anche per questo, nel tardo pomeriggio di ieri, dal Colle viene espresso il sostegno e la condivisione della posizione espressa dal vicepresidente del Csm Michele Vietti, che a Repubblica ha parlato dei «giudici come baluardo di legalità». E così, dal Quirinale si fa sapere che «sull’accresciuto ruolo della magistratura a difesa della legalità, dinanzi all’acuirsi di molteplici fenomeni criminosi, e sulla necessità quindi di rispettare, apprezzare e difendere tale ruolo, ha detto parole chiare il vicepresidente del Csm e in esse, ovviamente, si riconosce anche il Presidente». Una presa di posizione netta, anche se l’intervento non basta a sedare le polemiche, che toccano anche le istituzioni.”

Letta: basta ministri in piazza. La Stampa: “Lo scontro fra Letta e Alfano si consuma sul mini bus che li porta all’abbazia di Spineto. Il premier definisce «inaccettabile» la presenza dei ministri Pdl alla manifestazione di Berlusconi a Brescia. Il suo vice rivendica il diritto di difendere il Cavaliere. Alla fine il compromesso: i ministri non parteciperanno più ai comizi elettorali e alle trasmissioni tv fino alle amministrative.”

Ruby, oggi le richieste dell’accusa. L’articolo a firma di Paolo Colonnello:

“Riprenderà da quel «sistema prostitutivo» che funzionava ad Arcore «per compiacere la concupiscenza di Silvio Berlusconi» la requisitoria del pm Ilda Boccassini questa mattina al tribunale di Milano. Una discussione interrotta l’8 marzo quando, per l’ormai famosa «uveite» all’occhio sinistro, il Cavaliere ottenne il rinvio del dibattimento, spostato ulteriormente per la campagna elettorale e infine per il ricorso alla Cassazione sulla remissione del processo a Brescia, respinto due settimane fa. Dunque, oggi dovrebbero arrivare le richieste dei magistrati in un clima che si preannuncia teso, dato la riunione di parlamentari pdl in un albergo di piazza Fontana, 400 metri da Palazzo di Giustizia, di fronte al quale invece dovrebbe schierarsi un presidio di militanti berlusconiani. E, dulcis in fundo, non si esclude nemmeno la presenza dello stesso Silvio Berlusconi in aula che in questo modo potrebbe rubare la scena alla Boccassini.”

La sanità e il welfare allo sfacelo fanno volare i nazionalisti inglesi. L’articolo a firma di Claudio Gallo:

“L’ondata di sentimento anti-europeo è fissata nel sondaggio di pochi giorni fa realizzato da YouGov per il «Times»: il 46% vuole andarsene dall’Europa, il 35 resterebbe e il 20 è indeciso. La sanità in sfacelo, i servizi in declino (anche se spesso restano migliori dei nostri), l’erosione del potere d’acquisto della classe media, creano una massa di insoddisfazione che alimenta la sfiducia nei partiti tradizionali. Ne approfittano, come nel continente, i populisti che appaiono come l’unica alternativa al sistema. L’anti-europeista e xenofobo Ukip è letteralmente un grimaldello nel fianco destro dei conservatori: il successo elettorale del partito di Farage alle recenti amministrative inglesi sta scardinando la maggioranza. Con gli elettori in libera uscita, la destra euroscettica conservatrice alza la testa e chiede qui ed ora il referendum sull’Europa, promesso dal premier dopo il 2017.”

Caramba Alonso. Fernando domina il Gp di Barcellona. Sorpasso capolavoro al primo giro. Strategia perfetta, l’«asse» con Maranello. L’articolo de Il Corriere della Sera a firma di Arianna Ravelli:

“La Rossa, la strategia, il genio e la bandiera. Fernando Alonso stravince il Gp di Barcellona perché la Ferrari, timida il sabato, la domenica si trasforma in una macchina che domina con sfacciataggine e prepotenza, in grado di rifilare 38 secondi alla Red Bull di Sebastian Vettel (più in crisi del previsto, si accontenta del 4° posto ma critica la Pirelli e invoca cambiamenti) e di portare Felipe Massa (in gran forma) sul podio, dopo una partenza dalla nona posizione, tanti sorpassi e un assalto mancato al 2° posto di Kimi Raikkonen. Alonso vince perché la Ferrari ha capito meglio degli altri (almeno su questa pista) come usare le gomme Pirelli, ad alto degrado nonostante fossero state modificate per ridurre le soste (e la casa milanese, attraverso il suo responsabile Paul Hembery, ammette «che ci siamo sbagliati, cambieremo ancora prima di Silverstone»). Vince perché il muretto della Rossa, aiutato ancora di più dal remote garage di Maranello (quella dozzina di ingegneri che studia le simulazioni di gara e indica passo passo qual è la mossa giusta da fare) è stato perfetto e ha compensato perfettamente l’assenza improvvisa del direttore tecnico Pat Fry, che ha seguito il Gp dal letto d’ospedale, dopo essere stato ricoverato per appendicite.”

Due minuti di razzismo. L’articolo de Il Corriere della Sera a firma di Alberto Costa:

“Da uno 0-0 in cui se ne sono viste di tutti i colori, incluso la sospensione della partita per quasi due minuti in avvio di ripresa causa reiterati ululati razzisti di un manipolo di imbecilli al seguito della Roma, i giallorossi escono con un verdetto definitivo (addio Europa League, ora l’unica possibilità di riacchiappare l’Europa è la vittoria nel derby di Coppa Italia) mentre il Milan un po’ si complica la vita perché ora è costretto a vincere a Siena visto che la Fiorentina è in vantaggio negli scontri diretti. Anche se, di per sé, la gara non è stata particolarmente aspra, alla fine si contano pure due espulsi: Muntari (che, cacciato prima dell’intervallo per un eccesso di proteste, ha lasciato in inferiorità numerica i compagni per quasi un’ora, recuperi inclusi) e Totti (colpevole di una gomitata a Mexes quando però la sfida era ormai agli sgoccioli) e una sfilza di cartellini gialli. Pesante, ovviamente in chiave milanista, la scelleratezza del ghanese.”