Grasso e Berlusconi; Renzi, Letta e Napolitano: prime pagine e rassegna stampa

di Redazione Blitz
Pubblicato il 6 Febbraio 2014 - 08:25 OLTRE 6 MESI FA

Il Corriere della Sera: “Strappo di Grasso su Berlusconi”. Se la legge supera la vita. Editoriale di Isabella Bossi Fedrigotti:

Entra domani in vigore la legge che riforma il diritto di famiglia, vecchio di quasi quarant’anni, un lasso di tempo nemmeno così lungo se non fosse che la società — quella italiana come quasi tutte le altre — si è modificata in modo che si potrebbe definire precipitoso. La vita è andata correndo ben più in fretta del legislatore: basti pensare al numero dei figli naturali che ormai rappresentano quasi il 20 per cento di tutti i nati ma che, rispetto a quelli cosiddetti legittimi, continuavano a essere figli di un Dio abbastanza minore.
Non a caso il nuovo diritto si occupa in primo luogo di bambini che d’ora in poi saranno uguali di fronte alla legge. Non si potranno più «liquidare» i figli un tempo «illegittimi» con donazioni varie a loro o alla madre: dovrebbe così diminuire sia il numero dei padri assenti (e magari con la coscienza a posto per aver pagato), sia quello delle eventuali madri ricattatrici. Molto benvenuta è anche l’abolizione del termine «potestà» sostituto da «responsabilità genitoriale condivisa»: nella speranza che la correzione non si limiti ai termini.
Un altro aspetto che reclamava di venir sanato è il ruolo dei nonni, ai quali finora non era riconosciuto il diritto di frequentare e, quindi, in un certo senso di amare attivamente i nipotini se non con l’accordo di padre e madre: d’ora in poi i loro diritti di visita, di accudimento, di amore sono sanciti dalla legge.
Ben rispondente alle necessità di questo tempo di pesante crisi è poi l’obbligo, indicato dal codice, del mantenimento dei figli da parte di entrambi i genitori oltre la maggiore età, fino al raggiungimento dell’indipendenza economica. Come sappiamo, la regola è già applicata per forza maggiore, visto che il formidabile diciottenne italiano in grado di cavarsela in perfetta autonomia costituisce una rara, se non rarissima avis.

Renzi è arrivato al bivio sul governo. Articolo di Maria Teresa Meli:
«Io lavoro, se Enrico ha fretta di fare il rimpasto lo dirà e lo farà lui. Io, sia chiaro, sto fuori da tutto»: così Matteo Renzi, nel giorno in cui il pressing per mandarlo a palazzo Chigi al posto di Letta si intensifica.
Il segretario del Pd sa che il premier non se la può cavare con un rimpastino e la promessa di un Impegno 2014, ma anche che lui non può più fare finta di niente di fronte alla pressione di chi lo vuole a palazzo Chigi. E per non farsi coinvolgere dalle beghe e non respirare quell’aria da «Ok Corral» che pervade la Roma della politica nel tardo pomeriggio se ne va a Firenze per stare «tranquillo». Ma non è che non sappia quello che avviene nella Capitale: emissari di Scelta Civica, della minoranza del Pd e del Ncd vanno dal premier a chiedergli di fare un passo indietro a favore del sindaco di Firenze per fare un nuovo governo e permettere alla legislatura di continuare senza ulteriori scossoni. Letta ribadisce il suo no, forte della sponda di Napolitano.
Ma il pressing è insistente e continua a investire anche Renzi, che oggi vedrà Squinzi. Sì, proprio il presidente della Confindustria che ha detto: meglio andare al voto che continuare con un governo che non fa niente. È indubbio che il segretario senta su di sé le speranze e le pressioni di chi lo vorrebbe a palazzo Chigi.

Così l’est e il sud del mondo rilanciano la corsa alle armi. Articolo di Fabrizio Dragosei:

La corsa agli armamenti è ripresa, nonostante gli anni di crisi economica che hanno ridotto le spese statali in quasi tutti i Paesi del mondo. Un po’ come ai tempi della Guerra fredda, quando la sicurezza, la difesa da possibili aggressioni, la battaglia per stabilire la supremazia del proprio sistema di valori aveva la precedenza su tutto. Solo che i protagonisti non sono più Unione Sovietica e Stati Uniti i quali si fronteggiavano con i loro arsenali nucleari che, comunque, erano già in grado di distruggere più volte l’intero globo.
Oggi si spende quasi unicamente in armi convenzionali e i Paesi che si dissanguano in questo settore e che fanno registrare continui incrementi di spesa sono altri. Quelli che si trovano nelle aree più calde del mondo. La Russia, principale erede dell’Urss, che deve modernizzare l’armata ed è impegnatissima a rafforzare la sua egemonia regionale. Poi Cina, Corea del Sud, Giappone, Australia, Singapore, tutti Paesi interessati a varie dispute territoriali, come quella sulle isole che Pechino rivendica.
La spesa militare cresce a Sud e ad Est, con il Medio Oriente sempre purtroppo protagonista. Sei dei dieci Paesi che hanno visto aumentare gli stanziamenti tra il 2012 e l’anno scorso, sono in questa regione.

La prima pagina di Repubblica: “Berlusconi, il Senato parte civile”.

La Stampa: “Napolitano blinda Letta”.

Cancellata la onlus Stamina. “Fondazione senza requisiti”. Articolo di Grazia Longo:

Bugie su bugie. Il caso Stamina rivela ogni giorno di più il suo lato oscuro. Anzi, ce n’è più di uno, come evidenziato ieri in commissione Sanità del Senato dal comandante generale dei carabinieri del Nas, Cosimo Piccinno.
Tanto per cominciare, la Stamina Foundation – creata dallo psicologo Davide Vannoni – non ha più i requisiti per essere sbandierata come una onlus. Nel senso che non è un’organizzazione senza fini di lucro. A seguire, i suoi biologi non sono iscritti all’Albo e come non bastasse, si sta indagando su come sia stato possibile il loro intervento in un ospedale pubblico. Per non parlare poi dell’ambiguo rapporto tra Stamina e la società Medestea.
E non finisce qui: il generale Piccinno rivela anche il rischio emulazione, una sorta di effetto domino «per cui potrebbero crearsi altri casi Stamina». Più precisamente: «Ci sono almeno tre segnalazioni di cittadini che indicano e spingono a ritenere che altre “pozioni”» simili al metodo Stamina «siano presenti in Italia».

Il Fatto Quotidiano: “B. torna padrone del Senato. Ma Grasso lo sgambetta”.

Leggi anche: Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano: “Mazzetta d’oro”

Il Giornale: “Nelle mani dei boia”. L’editoriale di Salvatore Tramontano:

Vuoi vedere che non era così folle so­stenere- come hanno fatto di recen­te i grillini – che il Paese sta finendo nelle mani dei boia? Ieri il procurato­re a vita Grasso, presidente del Senato, non ce l’ha fatta a resistere alla tentazione. Sembra­va, dopo che il consiglio di presidenza del Se­nato aveva votato no, che Palazzo Madama non potesse costituirsi parte civile contro Ber­lusconi per la presunta corruzione di senato­ri. Non scherziamo. Il leader di Forza Italia va combattuto in ogni modo,troppo forte diven­ta l’asse tra lui e Renzi, così troppa gente perde la propria ragione sociale. Allora ci ha pensa­to Grasso, ed è impensabile che l’abbia fatto senza consultare Napolitano e aver avuto il suo via libera. Parte civile sia. È la prima volta nella storia che il Senato fa una scelta del gene­re. Sarebbe bello sapere anche cosa ne pensa di questa storia il fu delfino Alfano, che espri­me solidarietà a parole, ma poi se ne lava le mani quando servono gesti concreti. È ancora disponibile a sostenere questa maggioranza? Si sente a suo agio in questo governo delle lar­ghe intese? Disintossicatevi.