Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, Nicola Latorre (Pd): “Basta con missioni avventate”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 19 Gennaio 2015 - 10:42 OLTRE 6 MESI FA
Nicola Latorre (Foto Lapresse)

Nicola Latorre (Foto Lapresse)

ROMA – “Ci vorrebbe una Vir, una Valutazione d’impatto di rischio, proprio come ci sono le Via, le Valutazioni d’impatto ambientale. Chi vuole andare in una zona di guerra dovrebbe ottenere il via libera dalle autorità italiane. Se non l’ottiene e va lo stesso, dovrebbe pagarne le conseguenze con sanzioni da definire” dice il senatore del Partito Democratico Nicola Latorre, presidente della Commissione Difesa del Senato.

Quindi vieterebbe per legge di andare in certe zone?
«Vieterei di andare senza l’ok di autorità preposte a valutare gli elementi di sicurezza o insicurezza. Non c’è bisogno di una legge, basta imporre un vincolo, un nulla osta che tenga conto dei requisiti per potersi muovere in certi scenari».
In concreto?
«I servizi di sicurezza o l’Unità di crisi del ministero degli Esteri sono in condizione di esprimere un consenso preventivo alla presenza di operatori delle Ong o anche di giornalisti nelle aree di conflitto. Chi viola il vincolo deve mettere nel conto conseguenze problematiche. Certo, se poi un nostro concittadino viene rapito, non possiamo disinteressarcene. Però occorre introdurre un principio di responsabilità. Siamo tutti adulti…».
Come giornalista, non mi piacerebbe sottopormi al giudizio di un comitato…
«Non mi riferisco agli inviati di guerra, che anzi potrebbero far parte degli organismi di valutazione. Mi riferisco a casi come quello delle due ragazze mosse dalla voglia di solidarizzare, ma prive di esperienza».
Non sarebbe il caso che il governo dicesse, come fanno gli Stati Uniti e la Gran Bretagna: d’ora in poi non pagheremo più riscatti?
«Il principio di non pagare riscatti è sacrosanto, ma è sbagliato dichiarare che non si pagherà alcun riscatto sapendo di avere ancora degli ostaggi in mano ai sequestratori. Se hai dei sequestrati e dici pubblicamente che non pagherai, commetti un errore di gestione tattica. Complichi le azioni che hanno come obiettivo quello di liberare l’ostaggio senza pagare il riscatto».
Ma se noi paghiamo il riscatto e gli altri Paesi no, la liberazione dei nostri ostaggi non condanna a morte quelli di altra nazionalità?
«Chi ha detto che abbiamo pagato un riscatto? Io sto a quanto ha dichiarato il ministro degli Esteri, Gentiloni. Mi lasciano molto perplesse polemiche come quella innescata da una dichiarazione di Matteo Salvini fatta quasi prima della liberazione di Greta e Vanessa. In nessun grande Paese accade una cosa del genere. Vedo qui una strumentalità politica imbarazzante. E trovo incomprensibile attaccare queste due ragazze come si sta facendo soprattutto sul web».
Beh, sono state un bel po’ imprudenti per usare un eufenismo…
«Ho molto apprezzato il fatto che appena rientrate abbiano chiesto scusa. Chiunque si muova in quegli scenari, compresi voi giornalisti, deve avere cautele particolari, per questo mi sembrerebbe giusta e opportuna una valutazione preventiva dei rappresentanti istituzionali. Al tempo stesso, trovo ingiusto questo livore verso due ragazze che hanno vissuto un dramma di quella portata, per un’iniziativa che comunque rispondeva a uno slancio, una passione, una voglia di servire gli altri che è un valore da preservare, non da offendere».
Il governo però dev’essere a volte cinico nelle sue scelte…
«Tutti i governi nel gestire queste situazioni si sono mossi con coerenza, rispettando regole internazionali di comportamento ma anche lasciando un margine di agibilità e autonomia ai servizi di intelligence sul terreno. E siamo orgogliosi del lavoro fatto dai nostri servizi. Sono stati i primi a individuare con chiarezza il pericolo rappresentato dai lupi solitari e dai foreign fighter. Va coniugata la difesa dei princìpi con l’insopprimibile esigenza di salvare vite».