Grillo e i dissidenti, Renzi, Ucraina: prime pagine e rassegna stampa
Pubblicato il 27 Febbraio 2014 - 08:29 OLTRE 6 MESI FA
Il Corriere della Sera: “Il movimento di Grillo nel caos”. I conti in tasca al piano di Renzi. Editoriale di Enrico Marro:
Matteo Renzi, con i suoi interventi programmatici in Parlamento, ha cambiato l’approccio alle relazioni tra Italia e Unione Europea. Per la prima volta, nelle parole di un presidente del Consiglio, non c’è la preoccupazione prioritaria di impostare la politica economica secondo le raccomandazioni, gli indirizzi o le reprimende della Commissione europea. Non è un caso che Renzi non abbia fatto cenno alla necessità/obbligo di rispettare la regola del deficit del 3% del Prodotto interno lordo, al pareggio strutturale di bilancio, al Fiscal compact per rientrare dall’abnorme debito pubblico. E non è un caso che abbia voluto rimarcare come il suo primo viaggio all’estero non sarà né a Bruxelles né a Berlino, ma a Tunisi. Tutto ciò manda all’Europa il messaggio che, dopo la stagione dei governi tecnici o semitecnici, questo è un governo politico, senza alcun timore reverenziale verso i tecnocrati della Commissione europea. Detto che questa mossa riequilibra un atteggiamento che in passato a tratti è sembrato di sudditanza — che oltretutto finisce per nuocere all’idea stessa di Europa unita — i problemi base dell’economia e della finanza pubblica italiane restano quelli di sempre.
Il governo Renzi potrà anche andare a Bruxelles a chiedere, e magari ottenere, più tempo per rientrare dal debito pubblico, ma se non prenderà provvedimenti efficaci e credibili dovrà fare i conti con i mercati, ai quali ogni anno l’Italia è costretta a chiedere di sottoscrivere 400 miliardi di euro in titoli di Stato. E credibilità significa innanzitutto prendere misure che abbiano una copertura finanziaria certa.
Matteo Renzi l’ha detto subito e ribadito ieri: «L’edilizia scolastica è una priorità assoluta» perché le scuole italiane cadono a pezzi e perché intervenire sugli edifici scolastici, e in qualche caso ricostruire di sana pianta, rimetterà in moto l’economia. Ma ecco la domanda: dove prenderà i soldi il neopresidente del Consiglio? Nuove tasse? Sorpresa, i soldi ci sono già. Si tratta solo di decidere come spenderli. «Quei due miliardi e mezzo di euro a cui ha fatto riferimento Renzi in Parlamento sono risorse già esistenti», dice Davide Faraone, siciliano, responsabile Scuola e Welfare del Pd da quando il sindaco di Firenze è diventato segretario. E dove sono? «Le risorse per aprire subito una grande stagione di ammodernamento, ristrutturazione e messa in sicurezza delle scuole — continua Faraone — sono il miliardo e 200 milioni di euro non utilizzati e stanziati negli ultimi dieci anni a vario titolo dallo Stato per la riqualificazione delle scuole; 150 milioni più altri 300 del decreto del “Fare”; 850 milioni dal 2015 per mutui che accenderanno le Regioni».
Nel dettaglio,la ricognizione delle risorse è stata fatta dalla squadra che lavora con il presidente del Consiglio: Fondi Fsc (Sviluppo coesione) per 567 milioni, Fondi legge di Stabilità 2012 per 40, Capitolo di bilancio Miur per 38, decreto del Fare per 450, decreto legge istruzione (104/2013) per 850, decreto anticrisi del 2008 per 111, Fondi strutturali europei per 359, Fondi legge. Obiettivo, 93 milioni.
Da ieri le truppe russe a ridosso dell’Ucraina sono in allarme, impegnate in manovre decise a sorpresa da Vladimir Putin per verificare la loro preparazione. Inoltre verranno rafforzate le misure di sicurezza a Sebastopoli dove si trova la flotta russa del Mar Nero. Naturalmente la cosa non ha nulla a che vedere con gli avvenimenti di Kiev ed è stata comunicata alla Nato e all’Osce a tempo debito. Altrettanto casualmente proprio ieri il segretario di Stato americano John Kerry era in Georgia dove ha sostenuto la necessità che il Paese entri al più presto nella Nato e si avvicini all’Unione Europea. Questo dopo che il cambio di governo a Tbilisi, con la sconfitta del filo-americano Saakashvili, ha consentito la ripresa delle relazioni tra Russia e Georgia. Kerry ha anche ammonito la Russia a non ingerirsi negli affari dei suoi vicini (in serata, un avvertimento a Mosca che intervenire in Ucraina «sarebbe un grave errore»). E ha promesso «ulteriore assistenza diretta americana» per favorire l’integrazione della Georgia con l’Occidente, e subito un prestito di un miliardo a Kiev. In un comunicato della Casa Bianca, poi, si invitano «gli attori esterni» a rispettare la sovranità ucraina, senza mai nominare la Russia.
Smentite e precisazioni a parte, sembrano proprio scenari da guerra fredda, mentre soprattutto in Europa si guarda al prossimo futuro e alla necessità di mettere pesantemente mano al portafogli se non si vuole mandare l’Ucraina verso la bancarotta.
La prima pagina di Repubblica: “Cacciati i dissidenti, M5s nel caos”.
La Stampa: “Lo strappo dei grillini”.
Leggi anche:
I piccoli americani dimagriscono. Dal corrispondente Paolo Mastrolilli:
L’inizio della fine per l’epidemia di obesità negli Stati Uniti. Tanto potrebbero valere i dati della ricerca pubblicata ieri dal Journal of the American Medical Association, secondo cui negli ultimi dieci anni i bambini sovrappeso di età fra 2 e 5 anni sono diminuiti del 43%. A livello generale i numeri non sono altrettanto incoraggianti, ma se l’obesità scende fra i più piccoli, è lecito sperare che nel prossimo futuro lo faccia anche tra gli adulti.
Negli Stati Uniti il problema del peso è un’emergenza che dura ormai da anni. Un terzo degli adulti e il 17% dei giovani sono obesi, a causa delle abitudini alimentari sbagliate e della mancanza di moto. Basti pensare che gli americani ingeriscono una dose di zucchero quotidiana che è circa cinque volte superiore a quella considerata accettabile dai medici. Per affrontare questa epidemia si è mobilitata anche la politica.
Il Fatto Quotidiano: “I 5 Stelle perdono i pezzi. Ora Renzi ha 3 maggioranze”.
Leggi anche: Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano: “Peccatori e verginelle”
Il Giornale: “Dai Grillo, sfascia i tuoi”. Editoriale di Salvatore Tramontano:
Grillo è Grillo. Sono gli altri a non essere più grillini. Adesso è cominciato il coro di quelli che si stupiscono: dittatore, padrone, giacobino,processi farsa, reato d’opinione, espulsioni, mano dura contro i dissidenti. Provate però a mettervi nella testa di Grillo e Casaleggio. Questa storia a cinquestelle se la sono inventata loro. Non hanno mai nascosto la loro ragione sociale, anzi il primo,il comico,la voce dei«vaffa»,l’ha urlata in tutte le piazze, con le vene disegnate sul collo e perfino a nuoto. La ragione sociale è aprire il Palazzo e buttare via tutti quelli che loro considerano cadaveri, morti, zombie. Fare pulizia. Quella di Grillo è una rivolta distruttiva. Si può dire che è un fanatico, che raccoglie voti spacciando rabbia e odio, che le sue urla non portano a nulla. Non si può dire però che manchi di coerenza. La regola è chiara e la conoscevano Orellana, Campanella,Battista e Bocchino. La conoscono i parlamentari grillini che borbottano di nascosto e non hanno il coraggio di parlare, la conoscono giornalisti e opinionisti. Forse ora la conoscono anche gli elettori. Grillo è il capo. Grillo comanda. Grillo è il padrone. Il blog è suo.Chi non è d’accordo si accomodi alla porta. Se fa resistenza verrà accompagnato fuori. Grillo non vuole parlare con gli altri partiti. Non ha simpatia per Berlusconi e tantomeno per Renzi. Non sogna di allearsi con il Pd e da questo punto di vista non ha neppure i complessi d’inferiorità o le nostalgie di buona parte dei suoi deputati e senatori. Grillo vuole il 50% più uno dei voti. O forse non li vuole nemmeno, perché sa che il suo partito non saprebbe governare.