Gueglielmo Epifani a Renzi: “Ascolta chi ti critica”. Poi si allinea: “SIgnorsi”

Pubblicato il 5 Aprile 2014 - 16:04 OLTRE 6 MESI FA
Gueglielmo Epifani a Renzi: "Ascolta chi ti critica". Poi si allinea: "SIgnorsi"

Guglielmo Epfani. Solo una timida cfritica

ROMA – Guglielmo Epifani, ex segretario del Pd pre Matteo Renzi e ex segretario generale della Cgil si è permesso una timida critica a Renzi, per poi subito allinearsi al verbo imperante. Sembrava che l’età e la pensione abbastanza dorata ormai conseguita, più quella da deputato ormai assicurata, gli permettessero uno slancio di indipendenza, sembrava che volesse aprirsi a Giovanna Casadio di Repubblica, ma poi il timore dei fiorentini che hanno occupato Pd e Governo con i quali, secondo tradizione millenaria, non si può tanto scherzare, lo ha fermato.

Era partito bene:

“Matteo deve tenere conto delle critiche, non fare il rullo compressore. Bisogna fare, però fare bene. Questa è una sfida molto complessa. Riguarda il superamento delle Province, che è stato già votato, la fine del bicameralismo con la trasformazione del Senato, la revisione del Titolo V e la legge elettorale. È la più grande sistemazione di poteri e di riforme istituzionali mai tentata in Italia, che consentirà di porre fine a quella transizione che dura da oltre 20 anni. Non si demonizzano perciò le critiche anche quando sono dure e non condivisibili”.

E ancora:

“Se si ha un disegno forte e convincente si deve sapere rispondere alle critiche nel merito. Va bene dire che c’è un nucleo di conservatorismo, però se il grosso delle responsabilità legislative è ricondotto a una sola Camera e si danno al governo corsie preferenziali, è evidente che si pone il problema anche del ruolo e dei poteri che si riconoscono alle minoranze parlamentari e va garantita loro una maggiore rappresentatività. Da questo punto di vista è stato un bene posporre l’iter dell’Italicum all’approvazione della riforma del Senato. Quando il governo ha ascoltato i suggerimenti della commissione di saggi voluta da Napolitano si sono trovate soluzioni. Andare o meno avanti dipende dalla determinazione politica, i professori non c’entrano”.

Domanda Giovanna Casadio se il Senato debba essere per forza composto da eletti; Epifani risponde:

“Se guardiamo all’esperienza europea e all’elaborazione della sinistra italiana non c’è bisogno che il Senato sia eletto direttamente dai cittadini. Abbiamo Camere alte di secondo livello, come in Germania. Ecco, la risposta alle critiche sta nel disegno complessivo delle riforme, che deve tenersi”.

Ci sarà una maggioranza al Senato o i senatori-tacchini, a cominciare da quelli del Pd, non voteranno la loro fine? “Nessuno si mette di traverso. Tutto il Pd è interessato affinché la sfida si vinca, se no si lascia un’autostrada ai populismi, alla incomprensibile politica di Grillo. Ma occorre un disegno generale anche per evitare i rischi di maggioranze diverse sui singoli provvedimenti, che Forza Italia non voti il superamento delle Province com’è accaduto, e che domani si possa verificare una cosa analoga. Altrimenti si otterrà un vestito di Arlecchino istituzionale”.

Talmente schierato con Renzi che Giovanna Casadio ha un sussulto e chiede: anche lei è diventato renziano?

“Non è questo il punto, appartengo a un’area diversa del partito ma sempre mi sono battuto perché questa legislatura fosse costituente “.