Il Fatto: “Tubi, armi e miliardi. Erdogan tradisce Renzi con Hollande”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 12 Dicembre 2014 - 09:14 OLTRE 6 MESI FA
Il Fatto: "Tubi, armi e miliardi. Erdogan tradisce Renzi con Hollande"

Matteo Renzi (LaPresse)

ROMA – Dopo Hollande e Putin, oggi in Turchia è la volta di Matteo Renzi. Renzi ha incontrato il presidente Erdogan non tanto in veste di presidente di turno della Ue, ma soprattutto nel ruolo di primo ministro di un Paese in profonda crisi economica che, dopo l’uscita di scena di Berlusconi, ha perso il suo legame privilegiato con il sultano di Ankara.

Scrive Roberta Zunini sul Fatto Quotidiano:

La liaison tra Francia e Turchia, alquanto pericolosa per i nostri interessi economici, e l’inaugurazione di una partnership stretta tra Mosca e Ankara per quanto riguarda la questione energetica, hanno costretto Renzi a prendere l’aereo prima dell’inizio del nuovo anno alla ricerca degli affari perduti e per concluderne di nuovi. La Turchia è da molto tempo un partner di primo piano con cui l’Italia ha un interscambio commerciale da 20 miliardi di dollari all’anno. Si tratta dunque di una visita cruciale in termini economici, anche se, puntando Renzi a rafforzare il suo ruolo nel Mediterraneo, l’intesa con il capo di uno Stato collocato in una posizione geostrategica e che aspira alla leadership del mondo islamico – affacciato prepotentemente sul Mare nostrum – è altrettanto importante (…)

Considerato che l’Italia è in stagnazione e che in Turchia lavorano ben 1.200 imprese, sarebbe auspicabile un esito positivo della visita. In cambio, Renzi dovrà assicurare un maggiore sostegno degli interessi turchi in Europa, compreso lo sblocco del complicato processo per l’ingresso di Ankara nell’Unione. L’Italia, soprattutto durante i governi Berlusconi, al contrario della Francia allora governata da Sarkozy, e oggi attraverso l’endorsement del presidente Napolitano, è sempre stata fortemente a favore dell’adesione della Turchia all’Unione. A rompere le uova nel paniere ci si è messo dall’inizio dell’anno il presidente Hollande, che pur facendo tutto male, è riuscito perlomeno a sostituire Berlusconi nel cuore di Erdogan. Non che ci voglia molto, conoscendo tutti il cinismo dell’autoritario leader islamico turco.

Hollande però è stato furbo e sfruttando la nostra debolezza in politica estera, è riuscito a sostituirci grazie alla condivisione, almeno a parole, dell’obiettivo turco di disarcionare il presidente-despota siriano Bashar Al Assad, eletto a nemico numero 1 da Erdogan per ottenere, in caso di riuscita del progetto, la palma di guida del mondo islamico sunnita. A dare ulteriore prova del cinismo di Erdogan è la sua amicizia con Mosca, nonostante il Cremlino sia il maggiore sponsor di Assad. Ma il gas val bene un’eccezione (…)