Rassegna Stampa. Ilva di Taranto, Mario Draghi e la morte di Loris D’Ambrosio

Pubblicato il 27 Luglio 2012 - 09:30 OLTRE 6 MESI FA
Il Corriere della Sera 25.7.12

Ilva di Taranto, il Gip ieri ha firmato l’ordinanza per il sequestro scatenando la protesta di migliaia di operai. Il Corriere della Sera: “Il giudice blocca l’Ilva di Taranto.”

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Morti e malattie da inquinamento. Sigilli alla fabbrica. Articolo di Giusy Fasano:

“La parola tanto temuta è arrivata. «Sequestro» ha scritto il giudice Patrizia Todisco. Per i sei reparti che compongono l’area a caldo dell’Ilva si «avvieranno immediatamente le procedure tecniche e di sicurezza» per realizzare «il blocco delle specifiche lavorazioni» e «lo spegnimento degli impianti». Lo stabilimento siderurgico dovrà chiudere le cokerie, gli altiforni, i parchi minerari, l’acciaieria 1, il deposito di rottami ferrosi e gli agglomerati. Sono quelli, secondo due perizie in mano ai magistrati, i reparti che producono morte e malattia e che inquinano la città. Ma il giudice Todisco non ha scritto soltanto le 295 pagine con le quali motiva il sequestro.”

Ilva di Taranto, lavoro vs salute. Operai: “No blocco”. Procura: “Troppi rischi”. Per leggere l’articolo di Blitz Quotidiano clicca qui

L’età dell’acciaio. Genesi di un caso. L’inchiesta di Antonella Baccaro:

“Ma che ne è della campagna ambientalista? Nel 1997 viene siglata la prima intesa tra Regione e Ilva per il risanamento, ma senza limiti di tempo né sanzioni. I ritardi nell’attuazione degli impegni spingono verso l’ingresso in campo del Governatore pugliese, in veste di commissario. Ma una perizia della magistratura sui livelli d’inquinamento costringe l’amministrazione comunale a ordinare all’Ilva di ridurre le emissioni. Malgrado ciò arrivano i primi avvisi di garanzia al presidente del Gruppo Riva e, nel 2002, la condanna di primo grado. Da allora è tutto un susseguirsi di proteste, trattative e tentativi di accordo. Fino a ieri, quando la protesta e la paura hanno preso il sopravvento.”

Draghi assicura che la Bce salverà l’euro. Fiammata dei mercati, Milano fa +5,62%. I Governatori? Si affidano alla psicologia per il rilancio. L’analisi di Francesco Daveri:

“Nel mezzo di una crisi nella quale il fallimento degli Stati è diventata una eventualità su cui ragionare e scommettere, si teme che i governi e le banche centrali siano diventati parte del problema anziché componenti di una soluzione. Proprio quando ce ne sarebbe bisogno, gli Stati non hanno i soldi per aiutare le economie che stanno affondando in una velenosa recessione. Ma se ci guardiamo intorno, si scopre una banale verità. Non è vero che i governi senza soldi e le banche centrali con i tassi già a zero non possano spingere l’economia. Lo possono fare e lo fanno già, in modo semplice, ma sofisticato: prendendosi impegni per il futuro.”

Un po’ di flemma. Siamo italiani. Editoriale di Giuseppe De Rita:

“La finanza internazionale ci opprime, con lo spettro dello spread. L’Unione Europea ci impoverisce, con lo spettro di un teutonico rigore. E ce lo mandano regolarmente a dire, per il tramite dei nostri governanti di turno, nei cui messaggi ritroviamo le ormai classiche frasi «ce lo chiedono i mercati» e «ce l’impone l’Europa».
E come reagiscono gli italiani, oppressi da tali scoraggianti attenzioni? Certo si avvertono sintomi di insicurezza e al limite di paura in quel tam-tam orale che è dominante nella nostra comunicazione collettiva. Ma nel fondo non si sfugge all’impressione che gli italiani, come sempre di fronte ad un dramma annunciato, stiano reagendo con un atteggiamento che è un mix di flemma ben visibile e d’orgoglio ben nascosto.”

Loris D’Ambrosio. Si scatenano le polemiche dopo la morte del consigliere di Napolitano, il quale negli ultimi giorni era stato al centro delle polemiche sulla vicenda delle intercettazioni del capo dello Stato. Articolo di Marzio Breda:

“L’ha saputo intorno alle quattro del pomeriggio, pochi minuti dopo che Loris D’Ambrosio era stato stroncato da un infarto in una strada di Roma, dalle parti dell’Auditorium. «Ucciso quasi in un attimo, nell’impotenza dei soccorritori». Questa la notizia che il segretario generale del Quirinale, Donato Marra, ha dato ieri al presidente Repubblica, in partenza per la cerimonia inaugurale dell’Olimpiade. Una comunicazione angosciosa, alla quale nessuno dello staff riusciva a credere. A cominciare da Giorgio Napolitano: ammutolito, gli occhi lucidi, ha chiesto subito carta e penna e scritto di getto un testo carico di commozione e di amarezza. Righe concepite per rendere l’onore a un uomo che gli era stato molto vicino in questi anni e, più che mai, in questi ultimi tempi.”

Napolitano-Boccassini a Fatto e Di Pietro: quel morto ce l’avete sulla coscienza. Per leggere l’articolo di Blitz Quotidiano clicca qui

La Repubblica 27-7-12

La Repubblica: “Pronti a tutto, salveremo l’euro. Draghi fa volare le borse.” Scrive Elena Polidori:

“Mario Draghi avverte che la Bce, all’interno del suo mandato, «è pronta a tutto per salvare l’euro». «Credetemi, sarà sufficiente», sono le sue parole, pronunciate alla Global Investment Conference di Londra, alla vigilia delle Olimpiadi. «Impensabile immaginare che un paese possa uscire dall’eurozona». E subito i mercati reagiscono con un balzo: tutte le Borse Ue guadagnano terreno, Milano chiude con un rialzo del 5,62% e Madrid del 6,06%. L’euro torna a sfiorare quota 1,23 sul dollaro. Ma soprattutto vanno giù gli spread: quello italiano perde 50 punti secchi e s’attesta a 473, con il rendimento del Btp al 6,05. Quello spagnolo finisce a 561 punti e i tassi dei bonos scivolano al 6,92%. Il Tesoro colloca senza problemi anche Ctz per 2,5 miliardi al 4,86%. Il presidente della Commissione Barroso s’allinea: la Grecia resterà nell’euro e le istituzioni Ue «faranno tutto il possibile» per assicurare la stabilità.”

Taranto, sequestro per l’Ilva arrestati proprietari e dirigenti “Colpevoli di morti e malattie”. Scrive Mario Diliberto:

“Emilio Riva è stato arrestato ieri sera a Milano. Mentre a più di mille chilometri, nella sua fabbrica di Taranto, la rivolta divampava già da ore per il sequestro che mette a rischio il futuro di oltre 11.000 operai dell’Ilva. Al re dell’acciaio, classe 1926, il provvedimento restrittivo è stato notificato da due ufficiali dei carabinieri. Poco dopo è toccato a suo figlio Nicola. Entrambi sono ai domiciliari su ordine del gip Patrizia Todisco. Le motivazioni dei clamorosi arresti sono spiegati in un’ordinanza di custodia cautelare di 303 pagine. Una mole di carte che racconta il dramma di una città che lotta da sempre con l’inquinamento della vicina zona industriale in cui torreggiano proprio le ciminiere dell’ammiraglia del Gruppo Riva.”

La cittadina Berlusconi. Il commento di Roberto Saviano:

“Per lei e la sua famiglia, anche se in estremo ritardo, è giunto il momento di rispettare le istituzioni. Ma la sua famiglia pretende dall’amministrazione della giustizia quel rispetto che mai ha voluto darle. Pretende dagli organi di informazione ciò che mai ha voluto riconoscere agli avversari politici: il rispetto della persona, il rispetto delle idee. La sua famiglia si è fatta “Istituzione” essa stessa, guardando più che a Occidente all’Oriente degli amici di famiglia: Putin, Lukašenko e Gheddafi. Lei dichiara che la procura di Palermo l’ha convocata per avere notizie su un conto cointestato del quale non ricordava nulla, che non ha mai utilizzato. Immagino sappia che per molto meno eserciti di scherani hanno diffamato, mediaticamente massacrato, sbattuto in prima pagina persone la cui unica vera colpa era essere entrati in conflitto con suo padre.”

Il Fatto Quotidiano: “Taranto, lavoro o morte.” Gli ottomila dell’Ilva. L’analisi di Enrico Fierro:

“Basta poco, la conferma di una notizia nera come la polvere di carbone che segna i viali che portano alla fabbrica, e scoppia l’ira degli operai. “Fermiamo la città”. In pochi minuti si radunano in ottomila, escono dai capannoni, bloccano l’Appia, le strade che portano al centro, quelle che collegano Taranto con Bari e Brindisi. Si muovono in corteo fino al ponte girevole. Bloccano pure quello per tutto il giorno fino a notte.”

Formichieri e mutandari. L’editoriale di Marco Travaglio:

“Bei tempi quando i politici, tipo Craxi, si difendevano mozartianamente dicendo “rubiamo tutti”. Almeno sentivano il bisogno di giustificarsi, anche se confondevano l’alibi con la confessione (se rubiamo tutti, vuol dire che rubo anch’io). Poi venne Previti e aggiunse un tocco di classe all’opera buffa: disse che i suoi bonifici svizzeri al giudice Squillante “non sono corruzione, al massimo evasione fiscale”. Cioè, per difendersi dall’accusa di un reato, ne confessava un altro. B. invece ha sempre negato persino di chiamarsi B., buttando tutto in politica: siccome il pm è rosso, io non ho fatto nulla. Dell’Utri, più colto (soprattutto sul fatto), è sempre andato per accumulo: “Frode fiscale? Manca solo la mafia. Mafia? Manca solo l’estorsione. Estorsione? Manca solo la pedofilia” (non osiamo immaginare il prossimo passaggio). Scajola, non potendo accusare gli assegni rossi di Anemone di complottare contro di lui autobonificandosi sui conti di chi gli vendeva la casa, inaugurò la Maginot dell’ “a mia insaputa”, subito sposata dai vari Malinconico, Bossi, Conso, Mancino. Mancava giusto Formigoni, artefice di una difesa a geometria variabile.”

La Stampa: “Muore il consigliere del Colle. Napolitano, angoscia e rabbia.” Il dramma di una storia rovesciata. Editoriale di Mario Calabresi:

“Di fronte alla morte di un uomo si resta sconvolti. Se poi quell’uomo era al centro di una polemica furibonda non si può non chiedersi se i toni usati fossero corretti o invece eccessivi e perfino micidiali. Loris D’Ambrosio è morto da uomo angosciato, si sentiva braccato e provava rabbia e frustrazione per vedersi completamente privato della sua storia, che non è certo storia di collusioni, di contiguità o di zone grigie con poteri mafiosi o criminali.”

Il Giornale 27-7-12

Il Giornale: “Condannato a morte. Stroncato da un infarto il braccio destro di Napolitano infangato dai pm di Palermo e dai giornali .” Editoriale di Alessandro Sallusti:

“Loris D’Ambrosio era un distinto si­gnore di 65 anni, spesi quasi tutti a studiare codici e leggi. Tanto da di­ventare alla fine il consigliere giuri­dico del presidente della Repubblica Napolita­no. E in questa veste si è battuto con dotta pi­gnoleria a impedire che il premier Berlusconi (e non soltanto lui) fosse messo al riparo, attra­verso scudi o lodi, dalle scorribande dei pm in campo politico. Poi, è storia recente, è toccato a lui e al suo capo Napolitano finire nel tritacar­ne giudiziario e mediatico sul caso della pre­sunta trattativa Stato-mafia. Intercettazioni telefoniche sul filo della legalità, il pm Ingroia che si avventura su piste complottiste, i giorna­li che ci sguazzano sputtanandolo. Morale: il suo cuore non ha retto. Ieri è deceduto per un infarto,condannato a morte dall’ennesima in­chiesta bufala spacciata per scoop.”

Scudo di Draghi, giù lo spread e vola la Borsa. Il Sole 24 Ore: “La Bce si schiera a difesa dell’euro. Il forte segnale lanciato dal presidente, Mario Draghi («Pronti a tutto per salvare l’euro, in Italia e Spagna progressi sui conti») ha fermato la caduta dei mercati.”

Indipendenza e coraggio. Editoriale di Carlo Bastasin:

“Le parole nette del presidente della Bce, Mario Draghi hanno finalmente aperto uno spiraglio dentro al quale i mercati si sono gettati. Nell’impegno della Bce a evitare a ogni costo il collasso dell’euro, gli investitori hanno visto una possibile sistemazione della crisi europea e hanno rivelato di essere quasi desiderosi di credere a una volontà europea espressa senza infingimenti. Draghi però non ha usato solo le parole che il mercato voleva sentire, ha anche messo la Banca centrale in prima linea nella difesa dell’euro, affermando che la Bce è pronta a fare tutto quanto è necessario nei limiti del proprio mandato per risolvere la crisi.”

Spending Review. L’agenda per la crescita. In otto Regioni Irpef su dal 2013. L’analisi di Roberto Turno:

“Ospedali e Asl vanno in deficit e i cittadini con la sanità in default continuano a essere chiamati a pagare una bolletta sempre più alta per salvarli dal baratro. Ecco così in arrivo dal prossimo anno una nuova possibile stangata Irpef per i contribuenti di otto Regioni con i conti sanitari in rosso: Piemonte, Lazio, Campania, Abruzzo, Molise, Puglia, Calabria e Sicilia.”

Il Secolo XIX: “Chiusa l’Ilva, arrestati i Riva.” Genova rischia: “Cornigliano ha 5 giorni di autonomia. Oggi sciopero e cortei.” Calcioscommesse: “La Samp deferita per Bari. Rischia dai 3 ai 6 punti di penalizzazione.”

Il Messaggero: “Draghi fa volare le borse. Lo Spread scende a 437.” I giochi olimpici al tempo della crisi. Editoriale di Luigi Manconi:

“Una cartolina di quattro anni fa, spedita dalla Pechino olimpica così fiera della propria onnipotenza umana e tecnologica, se osservata oggi, potrebbe darci la misura di quanto sia stato accelerato il trascorrere del tempo e quali radicali mutamenti abbia prodotto. Si dirà: ma le cartoline non si spediscono più. Il che, anche se vero solo parzialmente, rischia di privarci di una fonte di documentazione preziosa: e proprio perché esile e fragile e, dunque, così adatta a comunicare umori e stati d’animo. E se il sentimento delle precedenti olimpiadi era propriamente quello di un «gigante asiatico» che mostrava al mondo l’orgoglio di esserlo, oggi si avverte uno stato d’animo totalmente diverso.”

D-Day. Londra, stasera scatta l’Olimpiade. La Gazzetta dello Sport: “Valentina Vezzali oggi porta la nostra bandiera alla cerimonia inaugurale e cerca l’oro: Ho ancora il fuoco dentro.”