Immigrazione, Alfano: “L’Europa immobile aiuta Marine Le Pen”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 17 Aprile 2014 - 11:49 OLTRE 6 MESI FA
Immigrazione, Alfano: "L’Europa immobile aiuta Marine Le Pen"

Alfano (LaPresse)

ROMA – Angelino Alfano, nella qualità di ministro del’Interno, affida alla Stampa di Torino l’allarme: se in tema di immigrazione clandestina e forzata, quella degli sbarchi con i barconi dei trafficanti, l’Europa non fa nulla, il risultato è che vince Marine Le Pen.

Intervistato da Guido Ruotolo, Angelino Alfano ha detto:

«Sono convintissimo che un paese civile come il nostro non possa permettere che migliaia di profughi anneghino a poche miglia da noi. E rivendico dunque il lavoro straordinario della Marina Militare. Ma dobbiamo fare presto, il tempo sta per scadere. “Mare Nostrum” non può diventare una flotta di traghetti con l’aggiunta che il biglietto ai passeggeri lo paghiamo noi».

Ministro Angelino Alfano, come responsabile degli Interni non teme che trafficanti senza scrupoli possano approfittare del «buonismo» italiano?

«Intanto le confermo che proprio in queste ore sono stati arrestati cinque mercanti di morte, gli scafisti degli sbarchi di lunedì a Siracusa (108 persone) e a Pozzallo (156). Il rischio che la criminalità che gestisce i traffici di merce umana possa approfittare di Mare Nostrum è reale, ed è per questo che il dispositivo della nostra Marina militare è a tempo. L’Europa deve rendersene conto, intervenendo in tempi brevi».

Cosa chiede l’Italia all’Europa?

«Le sembra razionale che una comunità di Stati decida di cancellare i confini interni, sto parlando di Schengen, e non pensi che occorra rafforzare i confini esterni, cioè, per quello che ci riguarda, i confini marittimi?».

Marine Le Pen, presidente del Front National francese, reduce da un successo elettorale preoccupante, sostiene che per affrontare la questione degli immigrati clandestini si devono ripristinare i confini nazionali…

«Purtroppo l’immobilismo europeo rischia di dar ragione alla signora Le Pen. L’Europa non sceglie né di proteggere le frontiere esterne né di imporre vincoli».

Forse prevale l’egoismo del Nord Europa?

«A quell’egoismo dobbiamo contrapporre la specificità del mare. Voglio dire che la questione dei confini dei paesi rivieraschi deve diventare una priorità politica nell’agenda europea. Ci proveremo a porre il problema con il semestre italiano di presidenza del Consiglio europeo».

Il 7 marzo del 1991, a Brindisi, arrivarono in un solo giorno 27.000 albanesi. Dal primo gennaio ad oggi sono arrivati via mare 20.889 irregolari. Dov’è l’emergenza annunciata?

«Non è in discussione l’Italia paese dell’accoglienza. Noi poniamo il problema che l’Europa affronti insieme il tema dell’assistenza e dell’accoglienza. Ci preoccupa l’instabilità politica dei paesi della fascia subsahariana e costieri. Se i libici non ritrovano le ragioni per stare insieme, se non si danno un governo nazionale forte e autorevole, non potremo bloccare il flusso di disperati che appare inarrestabile».

Ministro, possiamo essere tranquilli che non corriamo il rischio di una epidemia di Ebola?

«La situazione è pienamente sotto controllo. Siamo in grado di applicare e far rispettare tutti i protocolli sanitari».