Imu e Berlusconi, condono tombale e Mps: prime pagine e rassegna stampa

Pubblicato il 5 Febbraio 2013 - 08:51 OLTRE 6 MESI FA

Mps, un’email segnalò i rischi. Il Corriere della Sera: “Inviata ai vertici durante l’operazione Antonveneta”. Le relazioni miracolose. Editoriale di Ernesto Galli della Loggia:

“Che cosa indica nell’Italia di oggi la parola notabile? Non è forse solo un modo volutamente — ma immotivatamente — spregiativo di definire l’élite, cioè quel vertice che esiste e adempie a un ruolo decisivo in ogni società? Non credo. Notabili ed élite sono cose diverse e proprio l’Italia ne è una prova: tra l’altro — come dirò — con l’uso tanto diffuso quanto ambiguo dell’espressione «società civile».
L’élite propriamente detta è composta di figure (spesso con un adeguato sfondo familiare) dotate di competenza in ruoli specifici nel campo delle attività private o dell’amministrazione, nonché di riconosciuto valore, integrità e successo”.

Il vizio delle sanatorie In 40 anni recuperato un solo anno di evasione. Articolo di Gian Antonio Stella:

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“Eppure ieri mattina il Cavaliere è tornato a perorare un altro condono tombale. Per correggersi al pomeriggio: tutto un equivoco. E a questo punto resta comunque il dubbio: non aveva giurato che la stagione dei condoni era finita?
Quanto quel dubbio di una ulteriore sanatoria possa pesare sui mercati e sulla nostra reputazione tra gli europei diffidenti verso «la solita Italia», si vedrà. Quanto possa ringalluzzire evasori grandi e piccini, che scalciavano inquieti per la piega che avevano preso gli eventi nei mesi dei dolorosissimi sacrifici, lo diranno i sondaggi.
Certo è che nella galoppata elettorale del Cavaliere, a questo punto, manca solo un ammiccamento, un dico e non dico, agli abusivi dell’edilizia pirata. In favore dei quali, in passato, ha già concesso dopo ripetute e fiere smentite («mai pensato niente del genere») non una ma due sanatorie, nel 1994 e nel 2003, più l’appoggio alla «sanatoria delle sanatorie» siciliana di Totò Cuffaro”.

Teenager disillusi dalla politica Ma credono nel voto. La nota di Leonard Berberi:

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“Lontani dalla politica. Un po’ disillusi. Anche se, quando sarà il momento, andranno sicuramente a votare. Soprattutto per i partiti con volti giovani. L’astensionismo, sostengono, non è la soluzione al problema, né il modo giusto per combattere la «cattiva» amministrazione. Una buona parte, poi, non esclude di potersi pure candidare. Perché certi volti, ecco, sembrano aver stancato. O, almeno, non soddisfano più certi requisiti. È questa la «radiografia» dei 14-19enni italiani di oggi secondo il sondaggio di Gfk Eurisko realizzato nell’ambito de «Il quotidiano in classe», l’iniziativa dell’Osservatorio permanente giovani-editori che dal 2000 porta alcuni tra i giornali più importanti del Paese a oltre 2 milioni di studenti delle scuole secondarie superiori. Più di sei ragazzi su dieci, dicono i dati della ricerca, si sentono «lontani» dalla politica. Con un picco, negativo, che riguarda quelli che vivono e studiano nel Centro: qui quasi otto su dieci mostrano un certo disagio nei confronti di chi si occupa delle sorti dell’Italia”.

La Repubblica: “Effetto Berlusconi, crollano i mercati”. La demagogia irresponsabile. Editoriale di Ezio Mauro:

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“In questo paesaggio di fragilità e di nuovi dubbi sul-l’Italia, irrompe il fattore Berlusconi. I report di tutte le banche d’affari occidentali, ieri, lo citano espressamente, per nome e cognome. Gli operatori finanziari, com’è evidente, non inseguono la piccola politica quotidiana, badano agli scarti di sistema, alle svolte, alle incognite, ai rapporti di forza. Non hanno certo in simpatia la sinistra, in qualunque Paese operi. Non è dunque il recupero di qualche percentuale da parte di Berlusconi che spaventa i mercati. È la combinazione tra il populismo elettorale, di propaganda, della destra italiana, e le possibili conseguenze che questa avventura politica rischia di proiettare sull’azione del prossimo governo, sulla linea della futura maggioranza, sullo spirito del nuovo parlamento. Sul ruolo quindi che l’Italia giocherà in Europa.
È evidente a tutti che la campagna elettorale è il luogo della radicalità, degli slogan, delle promesse, e dunque di un linguaggio forte e persino estremo. Ma in politica, almeno da parte di chi compete per governare, la radicalità elettorale va combinata con la responsabilità dell’amministrazione. Bisogna sostenere le promesse con la credibilità che si è conquistata quando si governava. Bisogna misurarle con la sostenibilità della fase in cui si governerà”.

Indice di fedeltà crollato dopo le sanatorie del 2003. Scrive Roberto Petrini:

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“La strizzatina d’occhio c’era stata nell’estate del 2011, quando il governo Berlusconi ancora in carica cominciava a navigare nella tempesta della crisi finanziaria che avrebbe portato il paese sull’orlo del baratro. Un manipolo di quaranta deputati guidati dall’azzurro Amedeo Laboccetta firmò una lettera a favore di un condono fiscale tombale. In autunno Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera disse che si doveva discutere dell’argomento «senza tabù».
ARRIVÒ anche Scilipoti che affermò senza pudore: «Milioni di italiani ci chiedono il condono ». Il governo cadde nelle settimane successive e non se ne fece nulla ma il meccanismo che si era messo in moto era assai simile a quello del dicembre del 2001 quando, durante la discussione della Finanziaria, l’azzurro Gianfranco Conte lanciò l’idea del «condono di Natale»: in prima battuta l’operazione fu bloccata ma sei mesi dopo le truppe d’assalto, da Daniela Santanché allo stesso Cicchitto, tornarono a chiedere a viva voce la sanatoria, che Berlusconi annunciò a settembre, a Bari, alla Fiera del Levante. Fu una carneficina: forse il più grande condono della storia d’Italia, che sommava dodici sanatorie e che consentì nel biennio 2002-2003 di raccogliere 20 miliardi di euro. Fu tombale, definitivo e anonimo. Con la firma di Berlusconi e del suo ministro dell’Economia Giulio Tremonti”.

Banche e rischio-voto, Borsa ko. La Stampa: “La stampa straniera: colpa del caso Mps e delle promesse elettorali di Berlusconi Inchiesta Montepaschi, una mail accusa gli ex vertici sull’acquisto di Antonveneta”. La paura di un paese in stallo. Editoriale di Francesco Manacorda:

“Sono frasi che per qualsiasi elettore italiano appaiono scontate: da settimane leggiamo pronostici sulla probabilità di un governo Vendola-Bersani-Monti a geometria variabile con tutti i «rischi di ingovernabilità» che ne deriverebbero; da settimane sentiamo le dichiarazioni del centrodestra certificate in parte anche dai sondaggi, sulla rimonta di Silvio Berlusconi che mentre il traguardo delle elezioni si avvicina potrebbe insidiare un centro-sinistra finora sicuro della vittoria”.

La trovata sull’Imu non seduce gli italiani Eppure il Pdl sale. Scrive Ugo Magri:

“Gli istituti di rilevazione si dividono in due categorie: quelli che si sentono già in grado di valutare l’impatto della «proposta-choc» berlusconiana (restituire l’Imu), e quelli che giudicano prematura una stima. Tra i primi si segnala Demopolis, che ha fornito le risultanze al programma de La7 «Otto e Mezzo». La metà più uno degli italiani considera la promessa del Cavaliere alla stregua di fanfaluca”.

G8, niente processo per 20 poliziotti. Articolo di Alessandra Pieracci:

“Esile, minuto, lo avevano fatto volare in aria prendendolo a calci riducendolo in coma con otto costole rotte, una mano fratturata, la maggior parte dei denti spaccati, un polmone perforato. Per il giornalista inglese Mark Covell, torturato da un gruppo di poliziotti all’esterno della scuola Diaz, non ci sarà giustizia. I picchiatori che agirono quella notte, la stessa della sanguinosa irruzione durante il G8 del luglio 2001, «un’orda di Vandali» sono rimasti sconosciuti «per la mancata collaborazione degli investigatori con la Procura di Genova. – come sottolinea il gip Adriana Petri – che di fatto ha impedito l’individuazione dei singoli responsabili». «Colpa gravissima» stigmatizza il magistrato, che ha disposto l’archiviazione del procedimento, uno stralcio dell’inchiesta principale”.

Il Fatto Quotidiano: “Vendola: insultato perché gay. A Roma ho paura di uscire la sera”. Wile Coyone. Editoriale di Marco Travaglio:

“Nel 2001 il sociologo Alessandro Amadori tentò di insegnare alla sinistra italiana come trattare B.: prenderlo sul serio quando sembra scherzare e ridergli dietro quando sembra fare sul serio. Non servì a nulla: ancor oggi, dopo vent’anni che lo conoscono (o almeno dovrebbero), i nostri strateghi fanno l’opposto. Che è esattamente quello che lui spera che facciano: continuano pervicacemente a cadere sempre nella stessa trappola, come Wile Coyote contro Beep Beep. Il che spiega perché dal ‘ 94 a oggi la sinistra italiana ha seppellito una dozzina di leader o aspiranti tali, mentre lui è sempre lì. Ora tutti a scandalizzarsi per la promessa di restituire l’Imu in contanti. Per carità, è giusto che la libera stampa smonti l’ennesima balla, spiegando che è irrealizzabile non tanto dal punto di vista tecnico (pure l’eurotassa di Prodi fu restituita), ma da quello finanziario (non c’è un euro)”.

Il Giornale: “Bugie e bugiardi”. Editoriale di Alessandro Sallusti:

Il sistema bancario italiano, tan­to caro a Monti e tanto contiguo a Bersani, si sfalda, intasato da derivati e titoli spazzatura frutto della finanza facile che ha arricchito negli anni scorsi finanzieri e manager (che non contenti, come evidenzia l’inchiesta Montepaschi, si tenevano pure tangenti). Per questo in Borsa gli investitori scappano da titoli a ri­schio. Ma la colpa di chi è? Di Berlu­sconi, ovviamente, sostengono i con­tendenti elettorali e, in parte, le cen­trali mediatiche internazionali, tipo Financial Timese Wall Street Journal . I mercati, secondo questa tesi, sareb­bero contrari ai provvedimenti an­nunciati da Berlusconi in caso di ritor­no al governo: la restituzione del­l’Imu e, cosa di ieri, una possibile sa­natoria per le cartelle Esatri.
Non è così, e la prova sta nel fatto che le Borse sono crollate ieri in tutta Europa (e pure in America) e che lo spread è risalito anche in altri Paesi, Spagna in testa. Ma anche se così fos­se, che cosa dovremmo fare? Restitui­re soldi e condonare banche e ban­chieri invece dei lavoratori rapinati e tartassati da un fisco impazzito? In questa trappola ci siamo già caduti nell’ottobre del 2011, affidando il co­mando al governo dei tecnici, cioè del­le banche, degli speculatori e dei po­tentati europei. Adesso basta, che pa­ghino un po’ anche loro e si ridia fiato, anche attraverso un condono, non agli evasori ma a persone in difficoltà che hanno dovuto scegliere tra salva­re la famiglia, pagare i dipendenti o in­grassare uno Stato sprecone. E che giustamente hanno scelto la prima op­zione”.