Imu; Siria, Usa verso attacco; campionato: rassegna stampa e prime pagine

di Redazione Blitz
Pubblicato il 27 Agosto 2013 - 09:12 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – “In Siria usati i gas, risponderemo”. Il Corriere della Sera: “Gli Stati Uniti hanno le prove, la Siria deve pagare”. Il riferimento è all’attacco chimico “su larga scala” condotto dal regime di Assad. Washington parla di “oscenità morale”. E il presidente Obama si prepara a prendere una decisione adeguata. Il segretario di Stato Kerry sostiene che Assad invece di collaborare ha creato ostacoli. I timori dell’Italia.

La sottile linea dell’intervento. L’editoriale a firma di Guido Olimpio:

“Il segretario di Stato John Kerry ha definito la cornice morale per un possibile intervento militare statunitense in Medio Oriente, un’azione contro la Siria. Siamo lontani dalla provetta esibita da Colin Powell al Palazzo di Vetro per denunciare le armi di distruzione di massa (inesistenti) di Saddam. Qui non ci sono ampolle e non c’è neppure l’Onu. Obama ne deve fare a meno, però è costretto ad agire camminando su una strada piuttosto stretta e senza troppo entusiasmo. Tanto è vero che il portavoce della Casa Bianca sottolinea che il presidente «non ha ancora deciso come rispondere». Con i cittadini americani restii a nuove avventure militari e lo stesso Pentagono riluttante, Washington ha dovuto puntare sull’orrore della guerra siriana. Dopo due anni sono centinaia di migliaia le vittime, milioni i profughi. Sangue su sangue. Quasi un genocidio. Ecco perché Kerry ha citato i bambini piangenti dopo l’attacco chimico e le immagini che «rappresentano un urlo nei nostri confronti». Un linguaggio duro e inusuale, per sottolineare l’impossibilità di restare inerti. Per provare a scuotere un’opinione pubblica poco convinta che sia necessario, o utile, agire a Damasco.”

Via al piano per 120 mila precari «Svolta Imu, possiamo farcela». L’articolo a firma di Lorenzo Salvia:

“Il governo supera il primo scoglio della settimana, quello meno insidioso, e approva il pacchetto sulla pubblica amministrazione, con i concorsi per i precari, i tagli alle auto blu e la nuova agenzia per i fondi europei. Ma la soluzione sembra avvicinarsi anche per l’Imu, sul tavolo del Consiglio dei ministri di domani. Il premier Enrico Letta è orientato ad accogliere la richiesta del Popolo della libertà di cancellarla su tutte le prime case, ma con un intervento limitato al 2013. Un modo per non dare alibi alla tentazione del Pdl di far cadere il governo, che però non convince tutto il Pd. «Abbiamo trovato una soluzione strutturale al problema del precariato — dice Letta al termine della seduta di Palazzo Chigi — con delle barriere per evitare che si ripetano scorciatoie per le assunzioni senza concorso troppo usate in passato». «Nella pubblica amministrazione bisogna superare precariato e assunzioni clientelari» aggiunge il vice premier Angelino Alfano che dopo gli ultimatum del weekend apre la porta sull’Imu: «C’è ancora da lavorare ma possiamo farcela». Prima del Consiglio dei ministri la tassa sulla casa è stata al centro di un incontro ristretto del governo. E se è vero che si «stanno ancora valutando diverse ipotesi», come ricorda il ministro per gli Affari regionali, Graziano Delrio, è anche vero che la strada da percorrere è stata individuata.”

L’ottimismo di Letta: non c’è alternativa a questo esecutivo. L’articolo a firma di Marco Galluzzo:

“«Oggi abbiamo approvato una serie di misure fondamentali per il futuro del Paese, da quelle sui precari alle norme sull’agenzia che si dovrà occupare dei fondi strutturali europei in modo finalmente efficiente. Mercoledì approveremo anche la riforma dell’Imu e sarà una soluzione di buon senso gradita anche al Pdl». Fra una riunione sulla Siria, una sorta di cabina di regia del governo che diverrà costante nei prossimi giorni, e l’approvazione delle misure sulla pubblica amministrazione, alla fine della giornata Enrico Letta è ottimista e pienamente soddisfatto. Il messaggio che spera venga pienamente valutato da tutti, dentro e fuori il Paese è che il governo lavora, tanto, e continua a prendere misure importanti per l’Italia e per l’immagine che deriva all’esterno. Se la Borsa di Milano crolla più di altri mercati il capo del governo ci tiene a rimarcare che al momento non c’è motivo: resta la confidenza dei giorni scorsi sulla soluzione dei problemi legati alla vicenda di Silvio Berlusconi, resta alta la voglia di dimostrare che non c’è al momento alternativa a questo esecutivo. Prima del Consiglio dei ministri Letta partecipa ad un’altra riunione, sull’Imu, insieme al ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni. Si lavora per un’abolizione quasi totale della tassa su tutti gli immobili considerati prima casa: chi resterà fuori — è la cornice su cui si sta muovendo il presidente del Consiglio — rappresenterà un’esigua minoranza, secondo ragioni e calcoli (esempio case di lusso) che verranno pienamente condivise anche dal partito del Cavaliere.”

Berlusconi ferma i falchi: abbassare i toni. L’articolo a firma di Lorenzo Fuccaro:

“È stato un parto laborioso benché la nota di Silvio Berlusconi sia relativamente breve. Ma è stata dettata soprattutto da una serie di preoccupazioni che gli sono state rappresentate con un’energia insolita dall’inner circle costituito dai figli e dagli amici più stretti, come Fedele Confalonieri, Ennio Doris e Gianni Letta. La nota diffusa attraverso il sito ufficiale del Popolo della libertà giunge in una giornata segnata, tra l’altro, da un pesante tonfo in Borsa delle azioni Mediaset (-6,25%) e di quelle di Mediolanum (-3,16%). Un tonfo che segnala, è questa l’interpretazione più ricorrente, il giudizio negativo dei mercati verso l’ipotesi di una crisi di governo, così sarebbe stato letto l’esito del vertice di Arcore e gli strascichi che ne sono seguiti. Insomma, la Borsa ha lanciato un avvertimento che ricorda quanto è avvenuto nell’autunno 2011 e che spinse il Cavaliere a dimettersi per lasciare il posto poi al governo tecnico guidato da Mario Monti. Il timore, quindi, è quello di essere considerato un fattore di instabilità e non un attore politico mosso dalla responsabilità verso il proprio Paese. Ed ecco perché Berlusconi sente il bisogno di intervenire di persona, richiamando all’ordine chi ha alimentato le polemiche negli ultimi tempi. «In questa situazione di difficoltà per il nostro Paese e di confronto tra le forze politiche — scrive l’ex premier —, il dibattito all’interno del Popolo della libertà, che nasce come chiaro segnale di democrazia, viene sempre più spesso alimentato, forzato e strumentalizzato dagli organi di stampa».”

Nuove tasse per togliere l’Imu. La Stampa: “Accordo nella maggioranza sulla «service tax» che dovrebbe permettere la cancellazione dell’Imu sulla prima casa. Via libera anche alle norme sui precari nel pubblico impiego. E da Berlusconi arriva lo stop ai falchi.”

Sull’Imu l’accordo è vicino ma costa. L’articolo a firma di Alessandro Barbera:

“Una volta, quando il potere dell’Europa non era così invasivo, tutto sembrava più semplice. Per far tornare i conti i ministri si inventavano incassi iperbolici da lotta all’evasione, oppure tagli di spesa che mai si sarebbero prodotti. Con l’approvazione – l’anno scorso – della riforma costituzionale che ci impone il pareggio di bilancio, il mondo è cambiato. Tanto entra, tanto deve uscire. Non sono possibili soluzioni creative o poste improbabili. Ecco perché a 36 ore dal consiglio dei ministri decisivo sul destino della rata di dicembre dell’Imu, la riunione che dovrebbe porre le premesse politiche dell’accordo sulla futura «Service tax», Pd e Pdl sono ancora divisi da due miliardi di euro. «C’è da lavorare, ma possiamo farcela», dissimula Angelino Alfano. Trovare due miliardi in meno di due giorni sarebbe una sfida difficile per un governo forte, è difficilissima per un governo in bilico per ben altre ragioni. Eppure si respira aria di accordo. È ottimista Enrico Letta, che ieri ha sentito più volte al telefono Renato Brunetta, è ottimista persino Graziano Delrio, il ministro amico dei Comuni e bestia nera del capogruppo Pdl: «Lavoriamo per trovare una soluzione».”

Gli Usa: a Damasco usate armi chimiche. Il colpevole pagherà. L’articolo a firma di Paolo Mastrolilli:

“Sono stati accolti a fucilate, gli ispettori dell’Onu che ieri hanno cominciato l’indagine sull’attacco chimico di mercoledì scorso alla periferia di Damasco. Hanno proseguito comunque la missione, raccogliendo i primi campioni che dovranno esaminare per confermare l’uso di agenti vietati. Il segretario di Stato americano Kerry, però, ha detto che il loro compito è già superato, perché «l’uso delle armi chimiche è innegabile, e sappiamo che il regime ne ha la custodia». Quindi ha precisato che il presidente Obama sta consultando gli alleati, ma crede che per un simile atto di «oscenità morale» debba esserci «accountability». I responsabili, in altre parole, dovranno renderne conto, e questo avvicina la risposta militare, anche se, ha aggiunto poco dopo il portavoce della Casa Bianca, Jay Carney, «il presidente non ha ancora deciso». Sullo sfondo dell’inchiesta Onu, il tono della retorica continua a crescere ovunque. La Gran Bretagna prospetta un possibile attacco nel giro di una settimana, la Russia frena, e Assad minaccia ritorsioni. Israele ha persino cominciato a distribuire maschere antigas.”

L’Italia: superato il limite ma agire in ambito Onu. L’articolo a firma di Marco Zatterin:

“Più voci dicono che a Washington sono tentati dalla scelta militare. «Nessuna opzione è esclusa», recita la formula di rito. Sulla nostra sponda dell’Atlantico i britannici, fedeli alleati degli americani, affermano per bocca del ministro degli esteri William Hague che «la ricerca di una soluzione diplomatica è fallita». Conta sull’appoggio francese, mentre Italia e Germania raccomandano cautela. Prima di assumere qualunque tipo di iniziativa in Siria «bisogna pensarci mille volte», ha detto il ministro degli Esteri Emma Bonino a Radio Radicale: «Le ripercussioni potrebbero essere drammatiche». Ieri sera il dossier siriano è stato al centro di un vertice convocato dal premier Enrico Letta con Bonino, Mauro (ministro della Difesa) e Alfano (Interni). Palazzo Chigi ritiene che un intervento possa essere deciso solo «con una base giuridica solida» e auspica «uno sforzo di condivisione e legittimazione internazionale», pur reputandola difficile. Le fonti governative rivelano che «ci sono stati e ci saranno nelle prossime ore contatti con gli alleati europei e statunitensi». Secondo la signora Bonino con una posizione «unanime» nel Consiglio Onu «si potrebbero percorrere strade non necessariamente militari», per esempio il deferimento di Assad alla Corte internazionale. A differenza di americani, britannici e francesi, Roma non ritiene praticabile un’azione senza l’egida del Palazzo di Vetro.”

Higuain, tuffo shock. Sbatte su uno scoglio: 8 punti in faccia. L’articolo de La Gazzetta dello Sport a firma di Mimmo Malfitano:

“Tanta paura e due ferite al mento e allo zigomo sinistro che gli ricorderanno la brutta avventura vissuta ieri mattina a largo dell’isola di Capri. Sarebbe potuto accadere qualcosa di grave se, anziché sbattere con la faccia, avesse battuto con la testa. Il destino ha invece limitato i danni a Gonzalo Higuain, vittima di un incidente provocato da un tuffo effettuato dal motoscafo «Davide e Mariano», un Itama 45, che aveva noleggiato per trascorrere in mare, in compagnia della nuova fidanzata Lucia Fabiani (ex di Tomaso Trussardi e Fabrizio Corona), la giornata di riposo concessa da Rafa Benitez. Il tuffo, dunque, ed il grande spavento, perché l’attaccante argentino nel risalire ha sbattuto contro uno scoglio riportando una ferita lacero contusa alla mandibola destra, suturata poi con 6 punti, e un taglio allo zigomo chiuso con altri 2. Rientrato a Napoli, nel pomeriggio il giocatore è stato visitato da due medici dello staff sanitario, Enrico D’Andrea e Raffaele Canonico. Spavento a parte, Higuain sta bene e sarà disponibile per la trasferta di Verona: sabato giocherà l’anticipo contro il Chievo. La gita Una bella nuotata nelle acque blu di Capri e una spaghettata a bordo, insieme con un gruppetto di amici ed amiche: meglio non avrebbe potuto organizzarsi, Higuain, per capitalizzare il giorno di riposo dopo l’esordio in campionato e la splendida vittoria contro il Bologna. Così, ieri mattina, l’ex giocatore del Real Madrid, alle prime luci dell’alba, ha lasciato l’albergo sul lungomare e si è imbarcato sul motoscafo in direzione di Capri. La giornata è ventilata, il mare appena mosso, il sole caldo: l’ideale per riprendersi dopo le fatiche della sera precedente. La voglia di tuffarsi è tanta. I motori del motoscafo vengono spenti e Higuain si prepara al tuffo, da poppa, dove è sistemato il trampolino. Lo stile è godibile, ma quando il giocatore riemerge ha il volto insanguinato. Lo spavento è tanto, la fidanzata è sconvolta. Si capisce che l’incidente non è di poco conto: il volto di Higuain è una maschera di sangue, gli amici allertano subito la capitaneria di porto, che nel giro di pochi minuti manda sul posto un gommone per soccorrerlo.”