L’incredibile storia di Filomena. La carabiniera paralizzata dall’ex. Franco Bechis, Libero

di Redazione Blitz
Pubblicato il 9 Aprile 2014 - 15:19 OLTRE 6 MESI FA
Libero: "L’incredibile storia di Filomena"

Libero: “L’incredibile storia di Filomena”

ROMA – “L’incredibile storia di Filomena. Carabiniera paralizzata dall’ex. Ma neppure la ministra l’aiuta” è la storia raccontata da Franco Bechis su Libero “Rischia dimorirema si riprende e chiede il reintegro. L’Arma però non la vuole più. E la Pinotti le sbatte la porta in faccia: al massimo una consulenza gratis.Quanta ipocrisia sulle donne vittime di violenza”.

Il suo nome è Filomena. Viene da Stornarella, cinquemila abitanti in provincia di Foggia. Una ragazza di provincia, un fidanzato conosciuto in casa, una grinta rara. Decide di andare all’Università, a Roma. Studia e si laurea in psicologia in tempo record.

Ma la sua passione è una sola: fare la carabiniera. Legge da qualche parte che c’è uno dei primi concorsi aperti alle donne. Lo fa. Lo passa e risulta fra i primi. Inizia a frequentare la scuola marescialli carabinieri di Velletri.

Resta a Roma, e come spesso capita le cose con il fidanzato di un tempo, Marcello, non funzionano più. Lui è geloso, vuole che torni a Stornarella. La raggiunge a Roma, ma non funziona. Lei non è più innamorata. Si lasciano. Lui non accetta, insiste. Più volte la raggiunge, e lei gli chiede di tornarsene a casa, di rassegnarsi.

Marcello non molla. Le chiede ancora di incontrarsi. Lei accetta. È il 13 gennaio 2006. Discutono un’ora in auto a pochi metri dalla scuola carabinieri. Poi lei esce. Lui, che fa la guardia giurata, anche.

Con la pistola in pugno. Urla: «O mia o di nessuno». Spara. Tutto il caricatore. Lei è a terra agonizzante. Lui sta per ricaricare, ma passa di lì un tenente istruttore della scuola, spara, lo colpisce alla milza e lo riesce a fermare. Filomena è a terra agonizzante. Le salvano la vita. Ma la vita cambia: i proiettili hanno trapassato i polmoni, si sono conficcati nella spina dorsale. Resterà paralizzata alle gambe, per sempre su una sedia a rotelle. Quel tenente che le ha salvato la vita, andrà a trovarla in ospedale. Si innamorano. Si sposano e oggi hanno due gemellini, Gabriel e Samuel.

L’ex fidanzato che ha tentato di ucciderla, Marcello Monaco, sarà condannato a 11 anni. È uscito dal carcere dopo 4 anni, nel 2010 e dal 2013 è completamente libero. Vive a Stornarella. A Filomena Di Gennaro però quella passione è restata viva: vorrebbe ancora fare la carabiniera. Si rende conto della sua sedia a rotelle. Chiede una sola cosa: «Fatemi restare nell’arma, mi passate nei ruoli civili? Posso ancora essere utile, anche con la mia professione da psicologa».

Prima ancora che imbuchi la lettera, ne arriva una dal ministero della Difesa: «Cara Filomena, nelle sue condizioni lei non ci è più utile. Ora è riformata». Prova lo stesso a fare la domanda per passare nei ruoli civili dei carabinieri. Viene spedita il 26 marzo 2008. Il 22 settembre, perfino oltre i termini di legge per cui è consentita una risposta, il ministero della Difesa le risponde con freddezza: «No, lei non ha alcun diritto, la domanda è rigettata».

Ricorre al Tar del Lazio, che riconosce la tardività della risposta del ministero, ma la sostanza non cambia: lei non ha diritto a fare la carabiniera. Leggi, commi e cavilli diranno pure che non ha diritto. Ma è evidente a chiunque che quel caso merita una attenzione speciale.

Nella battaglia per aumentare le pene per il reato di stalking sono state in prima fila le parlamentari di tutti i gruppi politici. Molte presentano interrogazioni parlamentari per cercare di sciogliere quell’assurdo diniego. Ci prova anche qualche settimana fa la senatrice Manuela Repetti di Forza Italia. Questa volta a rispondere sarà una donna, il nuovo ministro della Difesa, Roberta Pinotti. Di sicuro capirà. Sarà disposta a sfidare i codicilli per dare una risposta simbolica a un caso come quello di Filomena. La Repetti spiega anche che Filomena avrebbe desiderato almeno poter collaborare con l’Arma o con il Ministero mettendosi a disposizione quale psicologa, nel team che tratta i reati di stalking, essendone una vittima sopravvissuta per miracolo, e poter avere alme no l’illusione di non aver perso per sempre anche il sogno della divisa. La Pinotti riceve e risponde in tempi rapidi.

Ma è una doccia fredda. Ghiacciata. Cita decreti legislativi, sentenze, codici e codicilli. Uno del 2010, uno del 1999, un dpr del 1982, e poi decreti del ministero della Difesa, codice dell’ordinamento militare, concerti del ministro dell’Economia, sentenze del Consiglio di Stato. Per dire quel che era già noto: l’allieva carabiniera gambizzata non ha diritto alcuno a restare nell’Arma. Essendo allieva, Filomena era ancora una precaria, “non legata da rapporto di lavoro a tempo indeterminato” con l’Arma dei carabinieri. Quindi?«Non si può che confermare», risponde quasi gongolante la Pinotti, «la correttezza dell’operato dell’amministrazione relativamente alla determinazione di non accoglimento dell’istanza». E tutte le meravigliose parole sulle donne vittime di violenza? Le onoreficenze concesse ad ampie mani dalle autorità per il solo uso dei flash? Le manifestazioni, i proclami, le articolesse, le convegnate delle donne Pd? Balle.Davanti al primo caso vero in carne ed ossa, si sgretola tutto.

Affari suoi, di Filomena e la sua sedia a rotelle. Nemmeno un po’ di compassione umana? Ma sì, per quello un po’ di cuore la Pinotti e i vertici dell’Arma da lei comandati ce l’hanno messo. Ecco la fine della risposta di ghiaccio al dramma umano di Filomena: «Per quanto concerne l’offerta di consulenza esterna in materia di reati di stalking avanzata dalla signora, il comando generale dell’Arma dei Carabinieri ha dato incarico ai competenti uffici di procedere ad una sua compiuta e attenta valutazione, sottolineando, comunque, la gratuità di tale collaborazione».

Daì, Filomena.Valuteranno. Compiutamente. Attentamente. A patto che tu lavori gratis, una piccolissima possibilità c’è. Ma gratis, eh? Perchè di te, delle tue gambe immobili, della sedia a rotelle, della tua storia di stalking, della tua laurea in psicologia, del tuo cuore da carabiniera, ame,ministro Pinotti, ai miei collaboratori, a chi può prendere una decisione e non l’ha fatto, importa proprio un fico secco: non vali un cent, Filomena.No, tu sei oro, carabiniera di Italia. Te lo diciamo noi. A valere nulla è un governo che ti tratta così, come un fastidio che può ben essere ucciso da un comma di legge. Non c’è riuscito Marcello con la sua pistola e la scarica di proiettili. La Pinotti ha preso meglio la mira…