Intronizzazione Papa, Berlusconi, Cipro: rassegna stampa e prime pagine

di Redazione Blitz
Pubblicato il 19 Marzo 2013 - 09:24 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Grillo rinuncia alle espulsioni. Il Corriere della Sera: “Beppe Grillo frena. Dopo il voto di alcuni senatori per Pietro Grasso, il fondatore dei 5 Stelle aveva invitato i senatori dissidenti a «trarre le dovute conseguenze», cioè a dimettersi. Ma ieri i toni sono tornati più concilianti: «È stata una trappola, qualcuno in buona fede c’è caduto». Intanto Berlusconi avverte: in piazza se il Quirinale va alla sinistra. Il Pd: ecco la legge sul conflitto di interessi.”

Tassa sui depositi a Cipro C’è lo sconto ai risparmiatori. L’articolo a firma di Luigi Offeddu:

“L’Europa fa (mezza) marcia indietro sulla tassa una tantum imposta alle banche di Cipro: i piccoli depositi nelle banche dell’isola «devono essere trattati diversamente dai grandi depositi» e si «riafferma l’importanza di garantire quelli sotto i 100 mila euro». Lo ha deciso in serata l’Eurogruppo, il vertice dei ministri finanziari dell’Eurozona, dopo una riunione d’emergenza (la seconda in 4 giorni). E così si è ribaltata la prima impostazione del salvagente offerto a Nicosia contro la bancarotta: prelievi forzosi del 6,7% sui depositi fino a 100 mila euro, e del 9,9% a partire da 100 mila. È probabile a questo punto che i primi si dimezzino o comunque riducano, e che i secondi aumentino fino al 12%. In ogni caso, dice ancora l’Eurogruppo, «le autorità cipriote introdurranno una maggiore progressività rispetto a quanto deciso il 16 marzo, fermo restando il tetto degli introiti stabilito». In due parole: la tassa una tantum tanto odiata è per adesso congelata. Anche la Germania e la Banca centrale europea, pur aprendo a qualche modifica, avevano chiesto più volte che il totale previsto non cambiasse: 5,8 miliardi. E così, alla fine, dovrebbe essere: la Ue offre uno «scudo» ai correntisti meno abbienti, li garantisce com’è sempre stato, e non pesta invece su di loro com’era stato deciso venerdì, con una scelta senza precedenti che ha messo a soqquadro tutta l’Eurozona.”

Il Cavaliere e la sfida per il Quirinale: spetta a noi, altrimenti sarà battaglia. L’articolo a firma di Virginia Piccolillo:

“«Esiste una dittatura dei magistrati, una specie di associazione a delinquere». «La priorità non è la corruzione o il conflitto di interesse, ma l’economia». E ancora: «Se la sinistra occuperà anche il Quirinale sarà battaglia». Porta gli occhiali scuri da «post-uveite», ma non è un Silvio Berlusconi in tono minore quello che ieri è intervenuto alle assemblee dei parlamentari del Pdl, scatenando la reazione dell’Anm: «Insulti inauditi assolutamente intollerabili». E l’intervento del vicepresidente del Csm, Michele Vietti: «Faccio un appello a moderare toni e gesti e ritrovare uno spirito di leale collaborazione». L’ex premier torna a tuonare anche contro la sinistra «che ci odia» e il Movimento 5 Stelle: «Vogliono allearsi con il Pd per farmi fuori e farmi fare la fine di Craxi». Ma è al Pd che rivolge un avvertimento. Se non terrà conto del suo candidato per il Quirinale, che secondo voci mai smentite resta Gianni Letta, gli solleverà contro la piazza. «Dopo che in campagna elettorale Bersani ha sempre detto che, anche col 51% si sarebbe comportato come se avesse il 49%, si è smentito e si è già preso tutto» accusa. E minaccia: «Credo che sceglieranno anche il presidente della Repubblica e allora daremo battaglia nel Parlamento e nelle piazze».”

Berlusconi, sì al legittimo impedimento. L’articolo a firma di Giuseppe Guastella:

“Silvio Berlusconi ottiene per la settima volta lo stop del processo Ruby con un nuovo legittimo impedimento che allontana ulteriormente i tempi della conclusione della requisitoria, iniziata dai pm il 4 marzo, e con essa la probabile richiesta di condanna e la sentenza, consentendogli di attraversare più serenamente ancora per un po’ il mare agitato della politica di questi giorni. Rinvio al quale si oppone il procuratore aggiunto Ilda Boccassini la quale parla di richiesta ingiustificata che «in un Paese o in uno Stato di diritto sarebbe raggiro, vilipendio e disprezzo della Corte e non sarebbe consentito. Ma non è consentito neanche in Italia». I giudici della quarta sezione penale del Tribunale di Milano (Giulia Turri, presidente, Carmen D’Elia e Orsola De Cristofaro a latere), che stanno processando il Cavaliere per concussione e prostituzione minorile dell’allora 17enne marocchina Karima «Ruby» El Mahroug, accolgono l’ennesima istanza di legittimo impedimento presentata dagli avvocati-parlamentari di Silvio Berlusconi. Finito il ricovero nell’ospedale San Raffaele per l’uveite agli occhi e gli sbalzi della pressione, ora la giustificazione per l’assenza è rappresentata dalle riunioni a Roma dei gruppi parlamentari Pdl che alla Camera e al Senato devono nominare i loro capigruppo. Riunioni alle quali partecipa sia il leader Berlusconi che l’avvocato Niccolò Ghedini e il suo collega di studio Piero Longo, eletti l’uno senatore e l’altro deputato nello stesso partito. «I toni e i modi utilizzati dalla dottoressa Boccassini, sono davvero inaccettabili e dovranno trovare compiuta valutazione nelle sedi opportune», replicano Ghedini e Longo per i quali «tale atteggiamento dimostra ancor più, se ve ne fosse bisogno, l’assoluta impossibilità di affrontare serenamente questo processo a Milano».”

Parlamento e conflitto d’interessi Bersani studia i primi atti di governo. L’articolo a firma di Monica Guerzoni:

“«Non vorrei essere ripetitivo, ma se dovessimo vincere questa volta fatela una legge sul conflitto di interessi…». Così parlò Nanni Moretti dal palco dell’Ambra Jovinelli, il giorno in cui Pier Luigi Bersani chiuse la campagna convinto di avere la vittoria in tasca. È andata diversamente, ma ora che il segretario del Pd ha ritrovato un filo di ottimismo sulla possibilità di formare un esecutivo, ha deciso di afferrare il toro per le corna. La prima legge del suo (eventuale) governo riguarderà proprio il tema che tanti ritengono il peccato originale del centrosinistra: il conflitto di interessi per le cariche di governo, e non solo. Alla vigilia dell’elezione dei capigruppo, il candidato premier lancia la sua proposta per l’abrogazione della legge Frattini del 2004. L’obiettivo è rafforzare i controlli e introdurre sanzioni più severe, non solo per il premier e gli esponenti del governo, ma anche per i titolari di cariche nelle Regioni e negli enti locali e per i membri delle autorità indipendenti. Chi viola le norme rischia la decadenza dalla carica, sanzione che può essere schivata vendendo proprietà in conflitto o trasferendone la gestione a un blind trust.”

Grillo frena sulle espulsioni Due blogger per comunicare. L’articolo a firma di Alessandro Trocino:

“Evidentemente, Grillo ha capito che non si trattava del capriccio di pochi, ma di una spaccatura forte del Movimento. Tra chi voleva tenere fede alla linea dell’equidistanza e chi non accettava di dare una mano, sia pure indirettamente, a Renato Schifani. I numeri della votazione incriminata, non resi noti ufficialmente, fanno capire l’entità della crepa: a favore della scheda bianca o dell’astensione si sono espressi 28 senatori, a favore di Grasso hanno votato in 21. Alla fine i voti per l’ex procuratore antimafia sono stati di meno (una decina), ma non pochi. Grillo ribadisce che quello che conta è il rispetto delle regole: quel che vota la maggioranza va fatto e per il futuro non si accetteranno defezioni. Quanto allo specifico: «La scelta tra Schifani e Grasso era una scelta impossibile. Si trattava di decidere tra la peste bubbonica e un forte raffreddore». Evidentemente in molti hanno ritenuto più grave «la peste».”

Papa e Kirchner riconciliati in nome dell’Argentina. La Stampa: “Ma il governo aveva un dossier contro Bergoglio”. L’articolo a firma di Andrea Tornielli:

“L’ha ricevuta a quattr’occhi, nell’appartamento papale provvisorio della Casa Santa Marta e hanno pranzato insieme. Papa Francesco ha incontrato ieri in «visita privata» il primo capo di Stato. E ha cominciato con Cristina Fernández de Kirchner, presidente dell’Argentina. Un incontro cordiale, per nulla scontato. Un incontro di riconciliazione: i Kirchner hanno sempre considerato l’arcivescovo di Buenos Aires come un loro oppositore politico, perché in questi anni non ha smesso di parlare di quei poveri che secondo il governo non esisterebbero. «È il nostro Papa, non solo perché è argentino ma anche perché è già di tutti i cattolici», ha detto la presidente dopo l’udienza-pranzo, cominciata qualche minuto prima dell’una. La presidente Kirchner ha detto di aver chiesto al Papa un aiuto e una mediazione per la restituzione delle isole Malvinas (Falkland) all’Argentina. «Ho chiesto al Santo Padre di intercedere per evitare un problema che può sorgere dalla militarizzazione britannica dell’Atlantico del Sud», ha riferito la Kirchner, ricordando il precedente della mediazione promossa da Giovanni Paolo II che nel 1978 scongiurò una guerra tra Argentina e Cile. La richiesta non è piaciuta a Londra: «Non ci aspettiamo che la posizione del Vaticano cambi – afferma il portavoce del governo britannico – La Santa Sede è chiara nel considerare che la questione delle isole Falkland è di natura bilaterale tra nazioni sovrane e che non ha alcun ruolo da giocare». Il governo inglese ricorda che il risultato del referendum «ha inviato un chiaro messaggio a tutto il mondo, gli isolani vogliono continuare ad essere territorio britannico».”

Orrore all’Università. Feto umano in un freezer. L’articolo a pagina 18 de La Stampa: “Era al dipartimento di Biotecnologie di Milano Bicocca”

“Era lì, in una scatola di polistirolo, tra altri reperti e materiale biologico destinato ai laboratori. Un ricercatore, venerdì, s’è chiesto cosa ci fosse lì dentro. Ha aperto, controllato, s’è reso conto. Ma prima di dare l’allarme ha preferito aspettare che una biologa gli desse conferme che quello era davvero un feto. Umano. E così, ieri pomeriggio, dopo quel primo controllo «visivo» dal dipartimento di Biotecnologie dell’università Bicocca hanno allertato il 113. Ed è scoppiato il caso. Qualcuno ha abbandonato in un refrigeratore dell’Università un feto di 4 o 5 mesi. E se in un primo tempo si è pensato che fosse di origine animale, con il passare delle ore si è avuta la conferma di ciò che si temeva. E la magistratura ha immediatamente disposto una raffica di accertamenti medico – legali, il primo dei quali è stabilire da quanto tempo fosse lì. La questione, però, è delicata. In quel reparto vengono effettuate ricerche sulla Sla, anche attraverso biopsie da feti abortiti, impiegando però soltanto alcune parti. Lì, infatti, si lavora all’innesto di cellule staminali cerebrali, prelevate da feti morti per cause naturali, nel midollo spinale dei malati di sclerosi laterale amiotrofica. «Un esemplare conservato in quel modo, per il nostro studio poi non serve a nulla. Temo non sia un caso – aggiunge – che questo ritrovamento coincida con il trapianto di uno dei 18 malati di Sla del primo gruppo» commenta a caldo il responsabile del laboratorio, Angelo Vescovi. Lasciando intendere che su questo tipo di ricerca, anche in tempi recenti, ci sono state polemiche.”

Obama alla conquista di Israele. L’articolo a firma di Maurizio Molinari:

“Barack Obama parte questa sera per Gerusalemme con l’intenzione di aprire un dialogo diretto con gli israeliani. Ben Rhodes, 35enne consigliere strategico e speechwriter del presidente americano, vede in questo viaggio un parallelo con quello fatto al Cairo nel giugno 2009: «Allora Obama si rivolse direttamente ai popoli arabi del Medio Oriente, ora lo farà con gli israeliani». Poiché il primo quadriennio di Obama è stato segnato dalle fibrillazioni fra Washington e Gerusalemme «il presidente vuole gettare le basi di un nuovo rapporto con il popolo israeliano prima ancora che con i suoi leader» anticipa Dennis Ross, ex consigliere della Casa Bianca sul Medio Oriente, spiegando che «Obama punta a far coincidere la realtà di un’alleanza strategica mai così solida con una percezione pubblica israeliana che finora è stata negativa».”