Juve-Roma, i centimetri e un arbitro inadeguato. Gianni Mura, Repubblica

di Redazione Blitz
Pubblicato il 6 Ottobre 2014 - 10:22 OLTRE 6 MESI FA
Juve-Roma, i centimetri e un arbitro inadeguato. Gianni Mura, Repubblica

Juve-Roma, i centimetri e un arbitro inadeguato. Gianni Mura, Repubblica

ROMA – “Rieccoli, i centimetri. Con quel che segue: polemiche che dureranno a lungo, forse quanto i centimetri di Turone – scrive Gianni Mura di Repubblica – Tutti si auguravano che Juve-Roma fosse uno spot del bel calcio. Così non è stato per la responsabilità di molti. La prima, di chi ha designato Rocchi per questa partita”.

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La seconda, di Rocchi la cui direzione lascia in piedi troppi interrogativi e toglie trasparenza alla vittoria della Juve. La terza, di giocatori troppo nervosi che non hanno certo aiutato un arbitro che aveva perso il controllo della partita. Dire che un pareggio sarebbe stato più giusto è doveroso quanto inutile, a questo punto. La Juve ha giocato meglio in apertura e chiusura. Sembrava più fresca, pur avendo un giorno di riposo in meno. Alla Roma restano due magre soddisfazioni: aver interrotto l’imbattibilità di Buffon (il suo amico Totti, su rigore) e aver firmato con Iturbe, su assist di Gervinho, la cosa più bella di una partita brutta, sempre più incattivita con molti errori (non solo di Rocchi).
Garcia li ha ammessi: Gervinho ha sciupato il possibile 3-1, Pjanic il possibile 3-2. Già, Garcia che apre la lista delle espulsioni. Quel suo mimare un violinista, dopo l’1-0 di Tevez, più che un omaggio a Verlaine (violons de l’automne) è suonato come un richiamo alla vecchia sudditanza psicologica, un fantasma che non s’aggira per l’Europa ma sui nostri campi sì, o alla dimensione elastica delle aree di rigore (16 metri?17?). L’inizio della fine di uno spot mai decollato è il rigore fischiato a Maicon. Del tutto inesistente. Quello successivo, concesso a Totti, sa molto di compensazione. Quello del 2-2 è molto dubbio (dentro, sulla linea bianca, fuori area?), ma non per Rocchi, e per giunta arriva a minuto di recupero già scaduto. Il rigore più rigore di tutti, commesso da Holebas su Marchisio, non viene fischiato.

C’È un regolamento e c’è modo e modo di interpretarlo. Il buonsenso aiuta, in certi casi: nel dubbio, non si fischia. Non mi sogno di invocare la moviola in campo, anche perché la moviola non chiarisce nulla nelle azioni contestate. Non è importante stabilire se Maicon fosse dentro o fuori area, perché Maicon non commette fallo, ha il braccio appoggiato al petto. Il resto viene di conseguenza, includendo anche il 3-2 di Bonucci: bello il suo tiro dal limite, ma Vidal è abbondantemente in fuorigioco e copre la visuale di Skorupski. Gol da annullare, e qui Rocchi non è assistito dai collaboratori.
Perdere così brucia parecchio, anche se una traversa di Morata testimonia della maggior freschezza della Juve nel finale. Morata poi espulso: brutta entrata su Manolas, che reagisce, e non è una buona idea perché è espulso pure lui, e con la carenza di stopper della Roma non è un regalo a Garcia. Perdere così brucia, ma sbaglia Totti a dire che la Roma arriverà seconda anche quest’anno. Con 32 partite e 96 punti ancora in ballo un capitano non deve concedere alibi ai compagni. Anche perché da Torino la Roma torna battuta, con un sacco di recriminazioni, ma non rimpicciolita come un anno fa. Garcia ha rinforzato il suo lato sinistro (Holebas per Cole), Allegri ha risposto con la sorpresa di Pirlo dal primo minuto, con Vidal in panchina. Non al meglio, il regista, ma c’era da aspettarselo dopo la lunga sosta. Non al meglio nemmeno Totti e Pjanic, difficile aspettarsi giocate da ricordare. Gervinho s’è acceso tardi ma è stato, poi, pericoloso, come Tevez dall’altra parte. Nella Roma, bene Manolas (fino all’espulsione, almeno) e benissimo Keita, che non spreca un pallone e, soprattutto, non perde mai la testa. Non può fare tutto, per esempio non sta a lui insegnare a Skorupski come usare i piedi.