La mamma de “Le Donatella” condannata: oltraggio a polizia

di redazione Blitz
Pubblicato il 19 Dicembre 2015 - 09:54 OLTRE 6 MESI FA
La mamma de "Le Donatella" condannata: oltraggio a polizia

La mamma de “Le Donatella” condannata: oltraggio a polizia

MODENA – Sei mesi di condanna, sospesa con la condizionale, e una multa. E’ stata condannata Monica Alberti, imprenditrice di Modena nota per essere la mamma di Silvia e Giulia Provvedi, le gemelle cantanti note come Le Donatella. L’accusa è di oltraggio a pubblico ufficiale, una vicenda che risale al 2011 e che viene riassunta così da La Gazzetta di Modena:

I fatti sono circoscritti a una sera del marzo 2011 quando la Alberti con il fratello e sei amici si trovava a cena in un ristorante a Modena che, su imitazione del romano La Parolaccia, proponeva serate in allegria con finte offese dei camerieri. Uscendo per fumare una sigaretta, la Alberti incappa in un litigio tra il gestore e cinque persone entrate poco prima, ubriache e su di giri. La Alberti, cercando di fare da paciere, come spesso avviene, le prende. Uno dei cinque le dà una testata così forte da tramortirla e rovinarle il setto nasale in modo permanente, come accertato dai referti medici.

È a questo punto che lei stessa chiede di chiamare la polizia. L’arrivo della pattuglia con due poliziotti della Squadra volante però non la calma. Anzi, la mamma delle Donatella punta il dito contro gli agenti ripetendo che il suo aggressore se ne è andato senza che loro lo abbiano fermato. La richiesta di mostrare i suoi documenti scatena la sua ira, accentuata – come ha spiegato la difesa- proprio dal dolore acutissimo al naso, dal sangue che esce copioso e dal suo stordimento. Poco dopo arrivano le “fiamme gialle” che però non intervengono. La Alberti è portata in Questura e fotosegnalata. Il fratello viene denunciato per aver rifiutato l’alcoltest. Di qui le dure parole dell’avvocato Sirotti che ha parlato di un comportamento arbitrario da parte dei poliziotti. Che però sono risultati le vittime dell’imprenditrice furiosa. Di qui la condanna. Tags